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Plusvalenze, la giustizia sportiva fa retromarcia: Juve di nuovo a processo

Possibili penalizzazioni anche a campionato in corso

Pubblicato:23-12-2022 10:16
Ultimo aggiornamento:23-12-2022 10:16

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ROMA – Come spesso accade la Giustizia Sportiva che in un primo momento aveva accantonato il bubbone plusvalenze per l’impossibilità di misurare con certezza l’oggettività degli affari più o meno “fraudolenti”, ha fatto retromarcia. La procura federale ha chiesto la revoca della sentenza con cui la Corte d’appello della Figc aveva assolto nel maggio scorso la Juventus e altri 10 club. Evidentemente, la procura guidata da Giuseppe Chinè ha rinvenuto nella lettura dei documenti forniti dalla procura di Torino nuovi elementi in grado di riaprire il caso, anche in sede sportiva. La Corte avrà ora 30 giorni per convocare l’udienza in cui la Procura chiederà nuove sanzioni non solo nei confronti della Juventus, ma anche degli altri club coinvolti. Degli undici assolti il 17 maggio (Juventus, Napoli, Samp, Empoli, Genoa, Parma, Pescara, Pisa, Pro Vercelli, Novara e Chievo) resta esclusa la posizione del Napoli, visto che all’epoca finì all’esame solo l’affare Osimhen, che non coinvolge la Juve.

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A ricasco dunque, anche la Giustizia Sportiva adesso è motivata a giudicare – con altri presupposti – le società accusate di utilizzare le plusvalenze come mezzo per cambiare i bilanci. Dalle carte della Procura, si legge nelle considerazioni della Procura Figc, si evidenzia “l’esistenza di un sistema collaudato nel tempo di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive, non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche espresse dalle caratteristiche dell’atleta, dai ruoli in campo, dalle caratteristiche agonistiche bensì al realizzo di plusvalenze senza esborsi finanziari; gli scambi addirittura prescindevano dall’individuazione stessa del soggetto da scambiare – spesso neanche indicato, se non con una semplice ‘X'”.


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E ancora, emerge “l’esistenza di un sistema, di una organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuate non per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economico-finanziarie”. Si parla di “modus operandi sistematico“, e di operazioni “tali da determinare valori non veridici di bilancio”.
La Giustizia sportiva è per sua natura più veloce di quella ordinaria, e potrebbe arrivare a nuova sentenza entro il campionato ancora in corso.

LA RISPOSTA DELLA JUVE

Gli affari nel mirino degli investigatori torinesi non sono esattamente gli stessi di quelli individuati nel primo processo sportivo. Alcuni coincidono, altri no. E quindi il raggio d’azione potrebbe allargarsi. La Procura Figc ha aperto un’altra indagine con un percorso autonomo, d’accapo, con attenzione ai club come Samp, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese, che hanno fatto affari sospetti con la Juventus.
La Juve ha risposto con un comunicato nella tarda serata di ieri: “La società potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte Federale di Appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta”.

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