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Mamma T.: “Domani porterò un peluche dove mio figlio mi è stato portato via”

"Non potrò abbracciarlo nemmeno per Natale, è come se fossi morta"

Pubblicato:23-12-2021 12:07
Ultimo aggiornamento:23-12-2021 12:09
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bimbo autismo
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di Laura Monti

ROMA – “Da quando me lo hanno portato via io il bambino non l’ho più visto. Nemmeno un abbraccio per Natale, dopo che lo hanno portato via in quel modo”. A dirlo alla Dire è T., la mamma coraggio del bambino che lo scorso ottobre, a Busto Arsizio, è stato prelevato forzatamente dalle forze dell’ordine e dagli assistenti sociali, che lo hanno afferrato e sollevato di peso mentre tentava di rimanere aggrappato al portabagagli della macchina. Da allora il bambino è in casa famiglia dove, ci ha raccontato T., dovrà rimanere per altri due anni: dopo dovrà andare a vivere con il padre, lo stesso che lo ha riconosciuto solo cinque anni fa e contro cui T. ha sporto varie denunce, di cui una, per lesioni, vinta. Alla base della sentenza del Tribunale ordinario di Busto Arsizio, confermata in Appello, una ctu che stigmatizzava il rapporto madre figlio asserendo che fosse “praticamente impossibile staccare il minore dalla madre, la toccava, la ciucciava, è come se non ci fosse una differenziazione tra madre e figlio”.

T. sperava di poter passare almeno il Natale insieme a suo figlio, “poterlo vedere anche solo in ambiente protetto” dice T. ma così non sarà. Ad oggi lo può sentire in videochiamata ogni 15 giorni: questo l’unico contatto fra i due. Per questo, ci ha detto, domani 24 dicembre, porterà un peluche sulla panchina rossa che è stata messa nel luogo del prelievo forzato perché “il femminicidio non è solo quando ammazzi fisicamente una donna. Io sono qui ma per mio figlio è come se fossi morta”. D’altra parte, ci ha detto ancora T., “se fossi in carcere lo potrei vedere di più, avrei almeno i diritti di visita e lo so perché faccio volontariato”. Invece il divieto di vedere il bambino è stato esteso anche ai parenti della mamma, alla sua altra figlia (più grande) e ai nipoti, due bambini di 6 e 8 anni “che praticamente sono cresciuti con lui”.


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