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L’ex senatore Nicola Morra (M5s) rischia il processo per le frasi su Jole Santelli

Criticò il voto dei calabresi per la malattia della presidente della Regione. Il Gip ha disposto la riapertura delle indagini dopo una richiesta di archiviazione

Pubblicato:23-11-2022 15:09
Ultimo aggiornamento:23-11-2022 15:09

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ROMA – “Santelli malata da tempo, i calabresi lo sapevano” e quindi “se lo meritano”. La frase shock di Nicola Morra sull’esito delle elezioni regionali, pronunciata nel 2020 a un mese dalla morte di Jole Santelli, non finirà nel dimenticatoio. Il Gip del Tribunale di Cosenza, con un’ordinanza di cui ha notizia l’Agenzia DIRE, ha respinto la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura stabilendo l'”imputazione coatta” per l’ex senatore M5s e la riapertura della indagini.

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PER IL GIP NON FU “CRITICA POLITICA”, LE INDAGINI PROSEGUONO

Non fu “critica politica”. Le indagini sull’ex senatore Nicola Morra per le frasi su Jole Santelli e il voto dei calabresi vanno riaperte. Il Gip del Tribunale di Cosenza, Alfredo Cosenza, ha respinto la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura e alla quale si era opposta, lo scorso agosto, la famiglia della deceduta governatrice della Calabria. Le indagini quindi proseguono e l’esponente M5s, non essendo più parlamentare, a questo punto rischia il processo senza più alcuna immunità nel caso di un rinvio a giudizio.

LA VICENDA E LE FRASI SU SANTELLI

Nel novembre 2020, a poche settimana dalla morte prematura di Santelli, l’allora presidente della Commissione parlamentare Antimafia ed esponente di spicco M5s, Nicola Morra, aveva dichiarato che “era noto a tutti che la Presidente della Calabria fosse una grave malata oncologica”, aggiungendo: “Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte. Parole che avevano spinto il centrodestra a chiederne le dimissioni scatenando una feroce bufera politica con l’indignazione trasversale dei partiti. Morra all’epoca si scusò ma non si dimise, nonostante le prese di distanza del Movimento 5 stelle.

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LA QUERELA DELLE SORELLE DELLA GOVERNATRICE CALABRESE

Le sorelle di Santelli, Paola e Roberta, assistite dall’avvocato Sabrina Rondinelli, sporsero querela. Si aprirono le indagini “per diffamazione aggravata e continuativa”. Dopo quasi un anno, la Procura di Cosenza, a fine luglio, si è orientata per l’archiviazione ritendo in sostanza le parole di Nicola Morra “una critica politica”. Per la famiglia di Jole Santelli si trattava invece di “diffamazione aggravata” e il 2 agosto hanno fatto opposizione contro la ‘chiusura del caso’.

CASO NON CHIUSO, SARANNO ASCOLTATI I MEDICI

Adesso, come si legge nell‘ordinanza depositata il 18 Novembre presso il Tribunale di Cosenza – visionata dall’Agenzia DIRE – il Giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta dell’accusa e dato ragione alla tesi sostenuta dall’avvocato Rondinelli disponendo pertanto “l’imputazione coatta” per Morra. Per il Gip Alfredo Cosenza, “la denuncia-querela presentata dalle persone offese” merita “un più approfondito approfondimento istruttorio”. Il magistrato ha quindi disposto che vengano sentiti gli oncologi dell’Ospedale di Paola che avevano in cura la presidente della Calabria.

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