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Report della Commissione Esteri del 22 novembre – pomeriggio

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio

Pubblicato:23-11-2022 11:50
Ultimo aggiornamento:23-11-2022 11:50

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SAN MARINO – Nel pomeriggio prosegue il dibattito sul Progetto di legge “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino” e si avvia l’esame de 34 articoli del testo, più gli Allegati. Diversi sono gli emendamenti presentati da Governo, Rf e Rete. Nel corso dei lavori si giunge più volte a emendamenti condivisi da tutta la Commissione.

All’articolo 7 “Incompatibilità”, viene accolto un emendamento di Rete volto ad abbassare dal 2% all’1% la quota di partecipazioni di società del diplomatico che implichi l’obbligatorietà di dichiarazione- informativa. All’articolo 8, “Aspettativa straordinaria per incarico presso una organizzazione internazionale”, viene concordato un emendamento proposto da Rete per fare in modo che la concessione di tale aspettativa sia soggetta alla presa d’atto della Commissione Affari Esteri. All’articolo 9 “Avanzamento di carriera”, Rete propone di coinvolgere la Commissione Affari Esteri con una rendicontazione annuale sulla valutazione del servizio svolto e c’è un emendamento anche di Rf. Si concorda una riformulazione che trova l’accordo di entrambi i gruppi, gli emendamenti di Rf e Rete sono ritirati. Viene approvato l’emendamento condiviso.

L’esame prosegue spedito: un emendamento aggiuntivo 1 bis all’articolo 23 “Nomina di agenti diplomatici e consolari”, viene condiviso da tutti i commissari. Prevede come, in caso di particolari esigenze possa essere nominato Capo missione diplomatica l’agente diplomatico.


I lavori vengono sospesi all’Art. 24 “Ambasciatori a disposizione e Inviati straordinari” e riprenderanno dopo la pausa per la cena, per giungere poi al voto su tutto l’articolato, su cui, come è emerso nel dibattito, vi è un accoglimento bipartisan.

Di seguito un estratto degli ultimi interventi del dibattito sulla riforma del corpo diplomatico e consolare.

Comma n .2 Esame in sede referente del Progetto di legge “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino”
Gian Matteo Zeppa, Rete
I problemi scaturiti- e che altri commissari hanno evidenziato in modo bipartisan- sulla questione della diplomazia e di coloro che rappresentano le istituzioni di San Marino, credo non si sia verificata negli ultimi anni e bisogna ammetterlo. Questo perché ci sono stati controlli che hanno evitato quanto accaduto negli anni 2008-2011, in cui non vi era la giusta partecipazione e puntigliosità nei controlli e sono scaturite dinamiche che hanno fatto balzare il nome di San Marino, in maniera non proprio degna all’ordine della cronaca, derivanti dalla rappresentanza diplomatica. Non ho nulla per poter dire che il legislatore nel 2016 non vi sarebbe andato incontro nella stessa maniera, ricordo i Pdl depositati e che non andarono a compimento, non ho nulla per pensare vi fosse il contrario, se da 10 anni si ha la necessità di una normativa nuova credo lo si fosse capito già dal 2010. Lo dico per evitare fraintendimenti tra di noi. Credo e mi trovo d’accordo con il commissario Renzi sulla dignità delle persone che con questa norma vengono stabilizzate, anche per una questione di dignità personale e lavorativa. In questa legge- ma credo anche nei pdl degli anni precedenti-vi è la chiusura di quel cerchio per dare giusta dignità anche a coloro che sono stati in quel limbo per diverso tempo. Di altre cose ne parlerò durate l’articolato, la cosa buona che si deve fare in questo caso è cercare di essere scevri da preconcetti e da storie recenti per migliorare qualcosa che è migliorabile. Abbiamo presentato alcuni emendamenti sui controlli, dal nostro punto di vista è necessario riuscire ad avere una contezza e investire anche la commissione Esteri su coloro che rappresentano la nostra territorialità. La ratio con cui abbiamo presentato emendamenti sul Pdl- che già ci trovava d’accordo- può essere motivo per aprire una discussione tranquilla.

Luca Beccari, Sds Affari Esteri, replica:
Ho sentito riflessioni condivisibili, per quanto riguarda una riflessione di carattere generale, mi vorrei riallacciare all’intervento fatto dal commissario Giovagnoli. Questa riforma, al di là di tutte le legittime osservazioni fatte – che peraltro, in qualche modo, ho riportato anche io nello spiegare il perché di certe novità introdotte dalla legge- questa riforma va vista con un approccio positivo e non conservativo-negativo. Il focus è che la nostra attività oggi qui dovrebbe essere quella, mi auguro, di pensare al corpo diplomatico non come qualcosa da aggiustare, ma da valorizzare ulteriormente. Questa non è una riforma che è necessaria per mettere pezze a qualcosa che non funziona. Chi ha avuto esperienze alla Segreteria Affari Esteri, chi ha avuto modo di confrontarsi in materia lavorativa e di collaborare con il Dipartimento, può avere avuto facilmente contezza che spesso le cose si sistemano con una buona gestione, e le norme servono per chiarire i comportamenti.

Un ambasciatore a disposizione senza accredito è un battitore libero se non ha direttive precise che vanno date. Al di là di questo, la direttiva perché sia efficacia ha bisogno che l’ambasciatore sia nominato per un compito, diversamente è difficile dare direttive e anche valutare la performance.

Noi abbiamo potuto in linea generale aspettare nella riorganizzazione degli incarichi, secondo gli incarichi della nuova legge, farlo prima non ci sembrava logico. Ho sentito anche interventi sulla possibilità legata alla formulazione di ampliamento sugli ex di carriera. allargandola ai politici, ovvero persona con esperienza nell’ambito governativo-parlamentare, in ambito rllr relazioni internazionali. Io sono aperto a questa ipotesi, valutiamola. Ci sono margini di ragionamento piuttosto ampi.

Ho trovato nei vostri interventi bene o male una condivisione di fondo, poi ci possono essere delle divergenze sulle modalità, comunque in modo particolare credo lo spirito di questa legge sia stato accolto. Leggiamola insieme con l’idea di pensare di creare del valore aggiunto, non di dover sistemare un oggetto che non funziona, così non è. La questione del ‘separato regime’ a volte è un vantaggio, a volte uno svantaggio. Difficile a volte inquadrare un diplomatico nelle regole della Pa, ma se siamo qui a parlare di stabilizzazioni è perché l’amministrazione è stata a suo tempo poco elastica.

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