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Valanghe, il lockdown ha fatto diminuire il numero di incidenti

I dati della Valle d'Aosta relativi alla stagione 2020-21, quando ci sono stati 293 episodi di valanghe

Pubblicato:23-11-2021 13:51
Ultimo aggiornamento:23-11-2021 13:51

valanghe montagna
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AOSTA – In Valle d’Aosta, nella stagione invernale 2020-2021, si sono verificati 293 episodi di valanghe, di cui 27 non censiti nel Catasto regionale valanghe. Undici gli incidenti dovuti ai distacchi che hanno travolto 24 persone, di cui due morti, sei feriti e 16 illesi. I dati sono stati resi noti in mattinata durante il webinar di presentazione dei rendiconti nivometrici della Valle d’Aosta e del Piemonte, organizzato dalla Fondazione Montagna sicura in collaborazione con l’Arpa del Piemonte.

MOLTA NEVE TRA FINE GENNAIO E INIZIO FEBBRAIO

La maggior parte delle valanghe, ben 196, si è concentrata tra il 28 gennaio e l’1 febbraio: “In quei giorni si sono verificate abbondanti nevicate che hanno sovraccaricato gli strati deboli persistenti del manto nevoso”, afferma Andrea Debernardi della Fondazione Montagna sicura. Le valanghe sono state più numerose “nelle zone al confine con la Svizzera e la Francia e nell’area del Gran Paradiso, dove le nevicate sono state più intense- aggiunge Debernardi- mentre soni state meno frequenti nei settori sud orientali”.

Per quanto riguarda gli incidenti in valanga, in generale “sono una rarità”, afferma Stefano Pivot dell’ufficio valanghe della Regione Valle d’Aosta, pur sottolineando che “in Italia i morti per valanga nella scorsa stagione invernale sono stati 26, il doppio rispetto alla stagione precedente”,un dato che “negli anni oscilla sempre molto perché correlato alla stabilità del manto nevoso”.


IL LOCKDOWN HA RIDOTTO GLI INCIDENTI TRA MARZO E APRILE

Con il lockdown e gli impianti di risalita chiusi, aggiunge Pivot, “si sono ridotti gli incidenti nei mesi di marzo aprile“, mentre sono aumentati quelli relativi al mese di maggio “perché le restrizioni e le prime aperture hanno fatto si che diventasse diffcile rinunciare all’escursione nell’unico giorno disponibile, senza preoccuparsi troppo delle condizioni meteo, e in particolare il coprifuoco ha comportato partenze ritardate al mattino, anche in tarda primavera, su itinerari impegnativi”.
Interessante infine notare che “circa un terzo delle persone travolte da valanghe in Valle d’Aosta– conclude Pivot- sono francesi e svizzeri, che, nessendo sottoposti a limitazioni meno rigide negli spostamenti, svalicavano i confini nazionali e venivano a sciare nella nostra Regione”.

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