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VIDEO | Studenti in classe una volta a settimana: i presidi dicono sì

"Condividiamo le preoccupazioni e l’appello lanciato dallo psicoterapeuta e direttore dell’IdO, Federico Bianchi di Castelbianco"

Pubblicato:23-11-2020 13:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:37

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ROMA – “Il mio appello è alla ministra e a tutte le istituzioni, la scuola è un luogo sicuro, non è un focolaio, chiedere un giorno a settimana alle superiori permette ai ragazzi di non perdere il contatto con l’istituzione scuola che non è solo apprendimento ma possibilità di condividere, il danno che stanno subendo i ragazzi è forte e ce lo porteremo dietro a lungo“. Con queste parole Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), torna sull’appello lanciato ai decisori politici affinché si permetta agli studenti delle scuole superiori di tornare in classe una volta a settimana.

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“Non possiamo poi mangiarci le mani per non aver fatto delle cose piccole- aggiunge lo specialista- Su una scuola di mille alunni, 100 studenti al giorno non creano assembramenti nemmeno sui mezzi di trasporto, una volta a settimana e con orari scaglionati si riesce a fare. Sono certo che la ministra Azzolina sia totalmente d’accordo visto che sta spingendo tanto per non tenere le scuole chiuse, tutti quanti siamo in grado di capire cosa stanno subendo i ragazzi, cerchiamo di limitare i danni psichici almeno facendoli incontrare con i docenti e tra di loro e poter così affrontare un problema insieme e non lasciare che lo tengano chiuso nella loro stanzetta”. 

La didattica a distanza crea un sacco di danni– sottolinea Patrizia Marini, dirigente scolastica dell’istituto agrario ‘Sereni’ di Roma che ha subito risposto all’appello- i ragazzi perdono l’aspetto di socializzazione che è essenziale per gli adolescenti e per gli stessi docenti, la distanza dal gruppo classe crea problematiche non indifferenti. Dal punto di vista psicologico, sono molto preoccupata dai comportamenti di alcuni ragazzi che nell’ultimo anno sono peggiorati diventando borderline. In un momento delicato come quello che stiamo attraversando nella scuola italiana- aggiunge Marini- risulta indispensabile non lasciare soli gli alunni, e per tale motivo ritengo che la sola Dad non possa in alcun modo sopperire a una preparazione tecnica e professionale quale quelle degli studenti che frequentano gli istituti tecnici e professionali agrari. Servono tutte le attenzioni del caso relative alle norme anti covid, ma bisogna riaprire in particolare i laboratori per gli studenti delle classi del triennio, con una particolare attenzione alle situazioni di fragilità, come Bes e diversamente abili. Il nostro istituto- conclude la dirigente- è aperto regolarmente per attività laboratoriali e di inclusività, si può fare”. 

“L’idea è eccellente, si tratterebbe di tornare al 75% di Dad– evidenzia Tiziana Sallusti, dirigente scolastica del liceo Mamiami di Roma- ma se non si risolve ad esempio il nodo dei trasporti e delle attività che vanno oltre la scuola possiamo fare poco. Nell’ottica di salvaguardare i ragazzi credo che l’unico modo per farli sopravvivere è veramente tornare a scuola, ma bisogna mettere in sicurezza tutto il resto. Al Mamiani non abbiamo avuto focolai, gli unici focolai li abbiamo riscontrati in altri momenti di aggregazione pomeridiani- conclude la preside- farli tornare un giorno a settimana in sicurezza sarebbe importante per affrontare meglio tutte quelle problematiche psicologiche evidenziate, problemi reali che stiamo toccando con le nostre mani”.

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“Nonostante le enormi difficoltà, auspichiamo che il 4 dicembre le scuole riaprono i cancelli agli studenti permettendo loro di riprendere la didattica completamente in presenza- commenta Mario Rusconi, presidente dell’Anp Lazio- Condividiamo le preoccupazioni e l’appello lanciato dallo psicoterapeuta e direttore dell’IdO, Federico Bianchi di Castelbianco, circa i traumi che si registrano su tutti quegli studenti costretti a rimanere a casa seguendo a distanza le lezioni”.

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