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Ora è ‘guerra’ sul Natale, aperto o no? Poi si litigherà sul vaccino

L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:23-11-2020 12:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:37

regali di natale
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ROMA – C’è la realtà dei medici impegnati negli ospedali, che parlano di situazione difficile, che il virus sta ancora colpendo in modo duro; e c’è la realtà immortalata in alcune foto scattata in città italiane, che mostrano strade piene di persone impegnate nelle compere. Da una parte si spinge per aprire di più, dall’altra può passare la tentazione che sia tutto passato. Nel Governo si litiga per trovare una soluzione, soprattutto in vista del Natale. Per quella data, è la speranza, molte regioni potrebbero cambiare colore e quindi garantire più aperture. Ma non si potrà assolutamente permettere che questo suoni come un liberi tutti come si è visto in estate, perché significherebbe ritrovarsi in mezzo ad una nuova impennata di contagi che a quel punto si trasformerebbe in una vera e propria mazzata mortale. Al momento è certo che non ci saranno via libera per andare a sciare mentre ci saranno deroghe per consentire ai congiunti che vivono in posti diversi di potersi riunire ma sempre in sicurezza. Bar e ristoranti rimarranno chiusi dopo le 18 mentre sul versante di riaprire le scuole in presenza se ne riparlerà il 7 gennaio. Già in corso, ma diventerà sempre più pesante, il confronto-scontro sul vaccino. C’è dibattito sulla sicurezza, con scienziati che la pensano diversamente e che sta già creando divisione tra i cittadini. Nel sondaggio Dire-Tecnè, infatti, quasi il 60% dei cittadini risponde che non pensa di vaccinarsi subito, soltanto in seguito.

Sul fronte politico va registrato il via libera del Pd, con in prima fila il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al dialogo con Forza Italia di Silvio Berlusconi. In particolare, Berlusconi ha chiesto ingenti risorse per aiutare tutto il comparto del lavoro autonomo, professionisti e partite iva, e su questo si sta ragionando. In questo modo, si punta ad aver in passaggio più facile della legge di Bilancio in Senato dove la maggioranza ha pochi voti di scarto.

Altro tema, la proposta lanciata dal leader della Lega, Matteo Salvini, a Berlusconi e Giorgia Meloni di federare tutto il centrodestra. Proposta già respinta dal Cavaliere azzurro, che mai potrebbe prender ordini dal leghista, e che lascia fredda anche Meloni, che rispetto al leader della Lega nei sondaggi sta conquistando sempre più consensi.
Sul versante del centrosinistra la svolta è arrivata con Roberto Fico (M5S), Presidente della Camera dei Deputati, che ha detto: “Amo la mia Napoli e sarei felice di fare il sindaco della mia città”. Questa candidatura fa già immaginare un possibile scenario: rafforzamento dell’alleanza tra Pd e M5S, con elezione di Dario Franceschini, capo delegazione dei ministri Dem, alla Presidenza della Camera, col possibile ingresso al Governo del vicesegretario Pd, Andrea Orlando, come uomo forte in grado di dare una scossa all’immobilismo del premier. E se Napoli andrà al M5S, facile pensare che i Dem vorranno Roma e per questo Virginia Raggi, che si è già autocandidata, dovrà farsi da parte.


LEGGI DIREOGGI | EDIZIONE DEL 23 NOVEMBRE 2020

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