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Terremoto Irpinia, Mattarella: “Ferita profonda, immensa volontà e forza per ripartire”

"La Repubblica venne scossa, ma tutto il Paese seppe unirsi" dice il presidente Mattarella ricordando le quasi 3mila vittime del sisma

Pubblicato:23-11-2020 09:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:37
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mattarella
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ROMA – “Sono trascorsi quarant’anni dall’immane tragedia provocata dal terremoto che devasto’ l’Irpinia e la Basilicata, colpendo anche parte della Puglia. Quasi tremila persone morirono sotto le macerie delle proprie case, o in conseguenza delle distruzioni di edifici”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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“Tante vite non poterono essere salvate per le difficolta’ e i ritardi nei soccorsi- aggiunge- Il numero dei senzatetto si conto’ in centinaia di migliaia: sofferenze, disperazione, sacrifici che si sono prolungati per anni nel percorso di ricostruzione. Nella ricorrenza del piu’ catastrofico evento della storia repubblicana desidero anzitutto ricordare le vittime, e con esse il dolore inestinguibile dei familiari, ai quali esprimo i miei sentimenti di vicinanza”.


“Anche il senso di comunita’ che consenti’ allora di reagire, di affrontare la drammatica emergenza– sottolinea Mattarella-, e quindi di riedificare borghi, paesi, centri abitati, e con essi le reti di comunicazione, le attivita’ produttive, i servizi, le scuole, appartiene alla nostra memoria civile. Profonda e’ stata la ferita alle popolazioni e ai territori. Immensa la volonta’ e la forza per ripartire”.

“La Repubblica- dice ancora- venne scossa da quel terremoto che aveva colpito aree interne e in parte isolate del nostro Paese ma tutto il Paese seppe unirsi e, come e’ accaduto in altri momenti difficili, l’impegno comune divenne la leva piu’ forte per superare gli ostacoli. Le istituzioni democratiche trassero lezione dalle fragilita’ emerse: dopo quel 23 novembre 1980 nacque la Protezione civile italiana, divenuta nel tempo struttura preziosa in un Paese cosi’ esposto al rischio sismico e vanto per professionalita’ e capacita’ organizzative. Oggi citta’ allora colpite, e paesi allora distrutti, hanno ripreso vita. L’opera di ricostruzione ha mobilitato energie, in un percorso non privo di problemi e contraddizioni, con insediamenti divenuti parte di una rete economica e sociale di rilevante importanza per il Mezzogiorno e l’intero Paese”.

Permangono irrisolte antiche questioni, come il deficit occupazionale e l’emigrazione-continua-, le insuperate sofferenze delle aree interne. Lo sviluppo sostenibile, sfida accentuata dalla attuale crisi sanitaria, quarant’anni dopo il sisma, richiama la necessita’ di un analogo impegno comune che sappia utilizzare in maniera adeguata risorse finanziarie e progettuali destinate alla ripartenza dopo la pandemia”.

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