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Giornalismo, Torrealta: “Una laurea non ferma la passione dei giovani”

L'intervista al direttore della 'Scuola di giornalismo della fondazione Basso', che adesso ospita anche il 'Centro permanente'

Pubblicato:23-11-2018 14:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:49
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ROMA – “Il giornalismo e’ la professione piu’ bella del mondo, ma deve adeguarsi alla realta’ che cambia. Ci sono tanti giovani che hanno passione, vogliono fare questo lavoro, non possiamo dirgli: aspetta, prima ti devi laureare”. Cosi’ Maurizio Torrealta, una vita da giornalista Rai, oggi direttore della Scuola di giornalismo della Fondazione Lelio e Lisli Basso, spiega cosa lo spinge a dare spazio a 20 giovani ogni anno: “Da 14 anni a Roma ci preoccupiamo di formare bravi giornalisti, con una capacita’ etica forte e una buona conoscenza della professione”. Nel colloquio con il direttore della ‘Dire’, Nico Perrone, Torrealta racconta le origini di un progetto lanciato nei primi anni Duemila con Linda Bimbi, braccio destro di Lelio e Lisli Basso, le anime del palazzetto di via della Dogana Vecchia dal 1973. “La Fondazione ha fatto da cassa di risonanza alla scuola, perche’ per ogni tema trattato c’e’ un esperto che lo aveva gia’ approfondito”. Tanti infatti gli intellettuali che hanno gravitato – e gravitano tuttora – attorno alla Fondazione e alle sue tante iniziative. Col passare del tempo pero’ la Scuola Basso ha dovuto fare i conti con un mestiere messo a rischio dalla crisi economica e all’avvento di internet: “Io ricevo le notizie sullo smartphone gratuitamente, e non capisco come sia possibile” dice Torrealta. Ricorda che prima, quando lavorava in Rai, “si usciva in tre: l’operatore, l’assistente e il giornalista. Scordiamocelo. Oggi il giornalista lavora solo, con la propria attrezzatura. E’ questa l’impostazione a cui ci riferiamo”. Fermi restando pero’ i valori di fondo trasmessi dalla Scuola: “la forte motivazione a raccontare quello che succede davvero. Ci si deve saper porre delle domande, dire cio’ che non viene detto. E’ un mestiere complesso ma sempre affascinante”.

Dopo 14 anni di vita, oggi c’e’ una bella novita’ nella Scuola di giornalismo della Fondazione Basso a Roma. Su iniziativa di un gruppo di appassionati ex studenti della stessa, ha preso vita da due mesi il Centro di giornalismo permanente, “una leva di nuovi giornalisti che, a fronte della crisi, non sta con le mani in mano, ma si e’ inventata nuovi modelli di scrittura e servizi multimediali, sfruttando tutte le opportunita’ che la rete offre” sottolinea il direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone. Matteo Garavoglia, presidente del Centro, spiega l’idea di fondo del progetto:I nostri giornalisti associati – circa 40 al momento, tra ex studenti della Basso e non – pur avendo modalita’ di lavoro specifiche, competenze e interessi individuali, hanno deciso di mettersi a disposizione della comunita’, accantonando il discorso personale”. “Il nostro obiettivo– prosegue- e’ produrre lavori giornalisti di approfondimento, come reportage o inchieste, ma anche organizzare conferenze e incontri su temi di attualita’ o legati alla professione“. E tutto finanziato anche attraverso dei workshop, “che partiranno a gennaio. I prezzi sono contenuti, per permettere a tutti di partecipare”. Un lavoro di studio e aggiornamento continuo quindi, che conferma quanto pensa il direttore della Scuola Basso, Maurizio Torrealta: “La voglia di imparare dei nostri ragazzi a volte supera la nostra capacita’ di organizzare e offrire loro tutto quello che servirebbe”.


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