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M5s, per le firme quattro indagati anche a Bologna

L'accusa è aver certificato irregolarmente le firme. Per ora non si ipotizza che le firme fossero false, ma solo che siano state autenticate violando le disposizioni

Pubblicato:23-11-2016 11:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:20

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Palazzo d'Accursio bolognaBOLOGNA –  La Procura di Bologna apre un fascicolo sulle presunte irregolarità nella raccolta firme per la presentazione della lista del Movimento 5 stelle alle elezioni regionali del 2014. Quattro gli indagati, tra cui -stando ad alcune indiscrezioni- il vicepresidente del Consiglio comunale di Bologna Marco Piazza.

Per i quattro, l’accusa è di aver certificato in maniera irregolare le firme. Per ora, quindi, non si ipotizza che le firme stesse fossero false, ma solo che siano state autenticate violando le disposizioni del Testo unico del 1960.

In particolare, i quattro indagati avrebbero autenticato firme non apposte in loro presenza o in un luogo diverso da quello previsto dal requisito della territorialità o, ancora, in mancanza delle qualità di pubblico ufficiale, perché non preventivamente legittimati alla raccolta delle firme. L’indagine, condotta dal pm Michela Guidi, era nata da un esposto presentato due anni fa da due ex attivisti M5s di Monzuno, in provincia di Bologna.


BUGANI:  “NON C’E’ NULLA, SIAMO SICURI”

bugani“Non c’è nulla, siamo sicuri, ho totale fiducia in Marco”. Così Massimo Bugani, capogruppo del M5s al Comune di Bologna e componente dello staff di Davide Casaleggio, commenta a caldo l’indagine sulle firme raccolte per le elezioni regionali del 2014 che coinvolge quattro persone e tra queste anche il consigliere comunale Marco Piazza, braccio destro di Bugani sotto le Due torri.

“Non ho alcun dubbio sulla sua integrità”, dichiara Bugani. Se c’è stato qualche errore sarà “facilmente dimostrabile” che si è trattato di una semplice “coglionata” fatta “in buona fede” da qualche “fessacchione”, assicura il grillino.

Allo stesso modo, si potrà dimostrare se invece c’è stata una “trappolina” ordita per “colpire me”, aggiunge Bugani, affermando che l’esposto da cui è nata l’inchiesta “forse è stato architettato ad arte da qualcuno”: cioè dai sostenitori dell’ex consigliere regionale pentastellato Andrea De Franceschi, citato esplicitamente da Bugani, che da quelle stesse elezioni del 2014 fu escluso perché indagato. Intanto, precisando che al momento con Piazza “non ho ancora parlato”, Bugani non esclude che il consigliere comunale possa autosospendersi: “Ne parleremo con i garanti, ci può stare per le regole del movimento, ma stiamo parlando- ribadisce il capogruppo- di una persona che correrà subito dagli inquirenti a dimostrare le sue ragioni e a chiedere cosa gli viene constestato, perché non lo sa”.

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