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Il Governo approva decreto salva-banche, “No a fondi pubblici”

ROMA - Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro dell'economia e delle

Pubblicato:23-11-2015 10:07
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:36

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ROMA – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro dell’economia e delle finanze Pietro Carlo Padoan, ha approvato un decreto legge che contiene alcune norme procedimentali volte a agevolare la tempestiva ed efficace implementazione delle procedure di risoluzione di Cassa di risparmio di Ferrara S.p.A, Banca delle Marche S.p.A, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio – Società cooperativa e Cassa di risparmio della Provincia di Chieti S.p.A. Il provvedimento consente di dare continuità all’attività creditizia – e ai rapporti di lavoro – tutelando pienamente i correntisti.

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Il decreto legge “non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione”, sottolineano da Palazzo Chigi. Inoltre, in piena conformita’ con quanto previsto dal d.lgs. 180/2015, i provvedimenti di avvio alla risoluzione, non prevedono il ricorso al bail-in. Il decreto legge entrera’ in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione, prevista per domani 23 novembre 2015.


In particolare, spiega la nota di Palazzo Chigi, nella cornice del nuovo quadro normativo in materia di gestione delle crisi bancarie definito dai decreti legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015, la Banca d’Italia ha deliberato in data 21 novembre 2015 i provvedimenti di avvio della risoluzione, approvati dal ministro dell’Economia e delle Finanze in data odierna a seguito della positiva decisione della Commissione europea sui programmi di risoluzione previsti nei provvedimenti stessi. Il decreto legge “ha un ambito estremamente circoscritto”, precisa la nota, ed “e’ volto unicamente” a: 1) costituire tempestivamente le nuove banche (banche-ponte) contemplate dai provvedimenti di avvio della risoluzione delle banche in questione- 2) definire un quadro normativo certo sulle modalità con cui saranno raccolti i contributi da parte del settore bancario al Fondo di risoluzione nazionale successivamente all’integrale avvio del Meccanismo di risoluzione unico. 3) definire le modalità per l’applicazione alle nuove banche della disciplina fiscale in materia di imposte differite attive già in vigore per tutti gli istituti di credito.

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