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Stop alla fiction sul “delitto di Avetrana”: dal tribunale l’ok al ricorso del sindaco

Il giudice accoglie la richiesta di sospensione della serie sull'omicidio di Sarah Scazzi. A presentarla, a 4 giorni dalla messa in onda della prima puntata, il primo cittadino che difende la sua "città d'arte". Ecco i motivi

Pubblicato:23-10-2024 15:04
Ultimo aggiornamento:23-10-2024 15:04

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BOLOGNA- Il Tribunale di Taranto accoglie il ricorso del sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi: si dovrà attendere ancora per la messa in onda della fiction sul delitto di Sarah Scazzi, la 15enne scomparsa e poi ritrovata, purtroppo senza vita, nella cittadina pugliese 14 anni fa.

Il giudice ha quindi accolto la richiesta di sospensione cautelare della fiction dal titolo “Avetrana – Qui non è Hollywood”, del regista Pippo Mezzapesa, il cui debutto era programmato sulla piattaforma Disney+ tra pochi giorni, già venerdì 25 ottobre. Non solo: è stata anche fissata l’udienza di comparizione delle parti al prossimo 5 novembre.

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È già bufera quindi sulla serie prodotta da Groenlandia, che vuole ripercorrere quello che fu un grande caso mediatico, il “delitto di Avetrana”. Si tratta della trasposizione cinematografica del triste evento di cronaca avvenuto nel 2010 nella cittadina pugliese: la scomparsa, e poi il ritrovamento del corpo senza vita, della quindicenne Sarah Scazzi, per il cui omicidio furono poi condannate all’ergastolo la cugina e la zia della ragazzina, Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Michele Misseri– il padre di Sabrina e il marito di Cosima- è stato condannato a 8 anni per soppressione di cadavere, mentre si è sempre autoproclamato colpevole (sebbene i giudici non abbiano dato credito alla sua versione).

IL RICORSO

Attraverso gli avvocati Fabio Saponaro, Stefano Bardaro e Luca Bardaro, il primo cittadino di Avetrana, quattro giorni prima della messa in onda della prima puntata della serie, ha presentato un ricorso cautelare d’urgenza per chiedere più cose: primo, di cambiare nome alla docu-serie, quindi per ottenere la sospensione immediata della sua trasmissione e infine la sua visione preliminare. Il motivo? La volontà di “appurare se l’associazione del nome della cittadina all’adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati di tale portata, contrariamente alla realtà”.

 “La messa in onda del prodotto cinematografico– si legge ancora nel ricorso presentato dai legali– rischia invece di determinare – prescindendo anche dal contenuto che al momento si ignora – un ulteriore attentato ai diritti della personalità dell’ente comunale, accentuando il pregiudizio che il titolo già lascia presagire nel catapultare l’attenzione dell’utente sul territorio più che sul caso di cronaca”.

In sostanza, il sindaco rivendica che Avetrana e i suoi abitanti meritano di essere conosciuti per ben altro, ovvero per “i tanti tesori che la storia ha lasciato” e che le hanno fatto conquistare il riconoscimento di Città d’Arte, titolo ricevuto nel 2022 con atto ufficiale della Regione Puglia. Per sapere se e quando poter vedere la serie, bisognerà quindi attendere la parola del giudice: al 5 novembre, per la “prossima puntata”.

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