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ROMA – “A Roma stiamo assistendo a un’esplosione di domande da parte degli immigrati per accedere ai corsi di italiano, sia da parte di chi è arrivato da poco, sia di chi vive in Italia da più tempo ma ha finalmente capito l’importanza di conoscere la lingua per migliorare gli affari o l’integrazione.
Abbiamo tantissime persone in lista d’attesa”.
Con la Dire parla Paola Piva, coordinatrice di Scuolemigranti, una rete di oltre cento associazioni no profit che, in più di centocinquanta sedi sparse per tutto il territorio della regione Lazio, promuove l’insegnamento della lingua italiana a migranti di prima e seconda generazione di ogni età, in modo totalmente gratuito, e con un approccio che mette al centro la persona grazie a un “volontariato esperto”.
Piva in particolare lancia un appello a “farsi avanti: chiunque è interessato a insegnare l’italiano in forma volontaria- dice- può contattarci al nostro indirizzo email. Possono già indicare una scuola, basta accedere alla mappa interattiva sul nostro sito web. Altrimenti saremo noi a indirizzarli. Non serve nessun requisito o esperienza particolare: chiediamo solo la passione e la voglia di fare. La competenza si impara in affiancamento con volontari esperti. In ogni aula con 15 studenti ci sono almeno due o tre volontari”.
In Italia, secondo il rapporto ‘Noi Italia in Breve’ elaborato su dati Istat del 2023, “risiedono circa 5 milioni di cittadini stranieri (111mila in più rispetto all’anno precedente), comunitari e non comunitari, che rappresentano l’8,7% del totale della popolazione.
L’83,4% dei cittadini stranieri residenti in Italia- prosegue lo studio- si concentra nel Centro-Nord”, e in particolare in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto.
Inoltre, “I cittadini non comunitari sono poco più di 3,7 milioni, il 60% dei quali ha un permesso di soggiorno di lungo periodo”.
In questo quadro, il Lazio figura come una delle regioni in testa per presenza di cittadini di origine straniera, come evidenzia la XIX edizione dell’Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio curata dal Centro Studi e Ricerche Idos con il sostegno e la collaborazione dell’Istituto di Studi Politici ‘S.
Pio V’. Stando a tale ricerca, “sono 630mila le persone straniere che vivono nel Lazio, pari al 12,3% degli stranieri in Italia”.
Di questi, “la maggior parte risiede nella città di Roma (80,6%), mentre il restante 20% nelle province di Latina, Viterbo, Frosinone e Rieti”.
In totale, il Lazio ospita “189 diverse comunità straniere: tra le più numerose vi è la comunità romena con 196.583 persone, seguita da quella filippina (42.507), bangladese (42.196), indiana (32.562), ucraina (23.878), albanese (23.450) e cinese (23.428)”.
Lo studio ha rilevato un aumento nel numero di minori stranieri non accompagnati (Msna) nel Lazio nel 2023: “1.363 (+25,4% rispetto all’anno precedente). L’Egitto risulta il primo Paese d’origine con 407 minori presenti nella regione, seguito da Ucraina (375), Tunisia (186), Gambia, Guinea (69), Costa d’Avorio (55) e Albania (39).
Nel 2023 il 47% dei Msna risultava avere 17 anni, il 23% 16 anni, il 9% 15 anni, mentre il 17,5% rientrava nella fascia 7-14 anni”.
Dati che, da soli già suggeriscono l’importanza del Terzo settore nel favorire l’apprendimento della lingua italiana, ma anche di quella “la lingua di cittadinanza”, come riferisce Scuolemigranti, che gli studenti possono acquisire grazie a un accompagnamento a tutto tondo gli studenti. Infatti, accanto ai corsi di italiano, vengono proposte attività sportive o ludico-ricreative come cineforum, laboratori di teatro o corsi di scacchi.
Non solo: le scuole sono anche un punto informativo poiché mettono le persone in contatto con sportelli legali, laboratori medici o centri di formazione professionale.
Una volta al mese è possibile accedere in gruppo a una visita guidata al Palazzo del Quirinale, che apre le porte agli studenti per esplorare la residenza del presidente della Repubblica ma anche per conoscere e apprezzare i valori della Costituzione italiana.
L’obiettivo finale è facilitare l’inserimento degli stranieri nella società. Nell’anno 2022-2023, riferisce ancora la coordinatrice Piva, fino a 14mila adulti si sono iscritti ai corsi della Rete Scuole migranti: “Abbiamo scuole sparse su tutto il territorio” perché Scuolemigranti porta classi di lingua in ogni spazio disponibile: “parrocchie, biblioteche comunali, la sede di un’associazione, un centro sociale”.
A iscriversi, “persone di tutte le età, i livelli di lingua e le nazionalità, e ora osserviamo l’equilibrio di genere. Abbiamo ad esempio dieci associazioni che organizzano corsi per sole donne tra cui soprattutto mogli, figlie e sorelle che arrivano coi ricongiungimenti familiari”.
Classi che creano anche “spazi per il confronto e attività comuni”. L’età è “molto differenziata: ci preme che anche chi è in là con gli anni non rinunci a provare ad imparare” dice la coordinatrice.
Inoltre, Scuolemigranti affianca gli istituti pubblici organizzando laboratori dentro le scuole. Agli under 18 – compresi i minori stranieri non accompagnati – vengono offerti corsi sulla “lingua dello studio”, fondamentale per progredire nel percorso didattico e scolastico.
Gli operatori inoltre accompagnano le famiglie o gli studenti da poco arrivati nel nostro Paese nelle procedure di iscrizione, offrendo servizi di mediazione linguistica per facilitare la comunicazione tra genitori e insegnanti. Sono previsti corsi di lingua per le mamme degli studenti, che spesso restano in casa per occuparsi della famiglia, a differenza dei padri che lavorano. Infine, Scuolemigranti organizza periodicamente corsi di aggiornamento per gli insegnanti volontari.
Uno dei fattori che fa aumentare la richiesta sono le risorse pubbliche limitate per i corsi di lingua: secondo l’Istat, nel 2022 la spesa pubblica in istruzione ha inciso sul Pil per il 4,1%, valore più basso di quello medio europeo (4,7%).
Secondo il Centro Astalli, “lo storico squilibrio tra domanda e offerta di corsi di italiano è attenuato proprio da realtà come la rete Scuolemigranti nel Lazio, di cui fa parte la scuola di italiano del Centro Astalli, che ha assicurato nell’a.s. 2022/2023 la formazione di 14.935 persone migranti adulte”.
Il Centro segnala inoltre che sono in aumento “gli studenti di origine straniera iscritti alla scuola dell’obbligo (+4,2%) e anche gli stranieri iscritti negli atenei del Lazio, aumentati di circa il 70% tra il 2016 e il 2021 e la cui incidenza sul totale è del 5,3% (7,3% tra gli immatricolati). Numeri questi ultimi che nell’a.a. 2021/2022 portano il Lazio al secondo posto in Italia per universitari stranieri e all’ottavo per quota di stranieri sul totale degli iscritti”.
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