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FOTO – VIDEO | A Roma il convegno Snals su futuro e stato di salute del comparto

Serafini (Snals): "Personale, ricerca ed equità territoriale sono le priorità"

Pubblicato:23-10-2019 12:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:52
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ROMA – Affrontare le tante problematiche di oggi per guardare alla scuola del futuro. Si è svolto oggi a Roma all’auditorium Barcelo’ Aran Mantegna in via Andrea Mantegna 130 il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la gestione dell’esistente’, a cura dello Snals-Confsal. Un punto sullo stato di salute dell’intero comparto istruzione, dalla scuola dell’infanzia, all’università, passando per la Ricerca, gli Afam e gli Its. Con una particolare attenzione alle disparità territoriali, ancora troppo marcate nel nostro Paese. Tanti gli interventi al tavolo dei relatori. Ad aprire i lavori, dopo un videomessaggio del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, è stato il segretario generale Snals-Confsal, Elvira Serafini, con una approfondita relazione. Quindi, la tavola rotonda a cui hanno preso parte il primo ricercatore, responsabile area Indagini internazionali Invalsi, Laura Palmerio, lo psicologo e psicoterapeuta, direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, Federico Bianchi di Castelbianco, e il direttore Svimez, Luca Bianchi. A chiudere, l’intervista del segretario generale Confsal, Angelo Raffaele Margiotta. A moderare, la giornalista del Tg2, Manuela Moreno.


FIORAMONTI: “LA FORMAZIONE COLMA IL DIVARIO SOCIALE DEL PAESE”

“Sono molto contento dei temi scelti dal convegno. L’importanza della formazione, dedicata a rafforzare la democrazia e a colmare il divario sociale, sempre più significativo nel nostro Paese. Il ruolo del docente, in una scuola che cambia, si porta dietro una serie di responsabilità enormi, come mai prima nella nostra storia. Dobbiamo far sì che il ruolo del docente non solo sia valorizzato a livello salariale ma che venga percepito come un ruolo cardine per lo sviluppo sociale della nostra società“. Così il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti nel videomessaggio inviato al convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’, organizzato dallo Snals Confsal a Roma. 

“Dobbiamo collegare – prosegue il ministro – il mondo della scuola sempre di più con quello dell’università e della ricerca. Dobbiamo riconoscere in particolare alla ricerca, una sua specificità: non si può trattare questo settore semplicemente come se fosse un elemento della pubblica amministrazione. Quindi, è necessario colmare il divario territoriale: non possiamo più permetterci un Paese a tante velocità diverse. Dove è possibile fare innovazione solo in alcuni territori. Dobbiamo avere un sistema di finanziamento perequativo che premi coloro che fanno meglio anche in condizioni di estrema difficoltà”.

SERAFINI (SNALS): “LA LEGGE DI BILANCIO SARA’ IL PRIMO BANCO DI PROVA DEL GOVERNO”

“Tutte le priorità strategiche, le necessità evidenziate, i risultati attesi dall’azione politica, sottendono una centralità fondamentale. È quella dello sviluppo di conoscenze e di competenze solide e innovative che devono essere diffuse nella popolazione a garanzia della parità di diritti, della solidarietà e dell’accessibilità universale di beni e servizi. Saranno le singole decisioni che definiranno il quadro delle nuove politiche. Decisioni che avranno nella legge finanziaria il primo e decisivo banco di prova”. Così il segretario generale Snals-Confsal, Elvira Serafini, aprendo il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca, guardare oltre la gestione dell’esistente’, in corso a Roma.

“Conosciamo bene gli ostacoli e le compatibilità da considerare, ma valuteremo il Governo sulla serietà dell’impegno e sulla concretezza dei risultati”, ha concluso Serafini.

SERAFINI (SNALS): “POTENZIARE ITS E RENDERE ACCESSIBILI LE STRUTTURE”

Bisogna subito riportare a scuola, nell’università e negli Afam i giovani che si disperdono o che non completano il ciclo di studi, rendere più attrattiva l’offerta degli Its e dei Cpia che, peraltro, hanno un’utenza nelle fasce più fragili della popolazione adulta, italiana e straniera. Bisogna anche rendere disponibile l’uso delle strutture scolastiche per maggiore tempo, per altre esperienze formative. Strutture più sicure e più adeguate per altre attività che saranno più efficaci se riusciranno a raccogliere le indicazioni degli studenti e dei giovani che hanno nuovi bisogni di formazione, nuovi modi di apprendimento e nuovi obiettivi sociali e personali”. 

SERAFINI (SNALS): “BENE AVVIO CON MIUR, MA I RISULTATI SIANO A LUNGO TERMINE”

“Pur in una situazione fortemente condizionata dalla legge finanziaria per il 2019, abbiamo considerato significativi alcuni risultati e molto positivo l’avvio di una stagione di più corrette relazioni tra amministrazione e organizzazioni sindacali, che hanno portato all’Accordo del 24 aprile e all’Intesa dell’11 giugno, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e dal Presidente del consiglio Conte”, ha spiegato Serafini.

“Avevamo dinanzi a noi le tante, troppe, questioni irrisolte- prosegue Serafini- Crediamo, infatti, con molta convinzione che sia venuto il momento di guardare oltre la gestione dell’esistente per dare nuove politiche all’istruzione e alla ricerca nel nostro Paese. Nessun processo di educazione e di istruzione e nessuna riforma, quando attuata, portano risultati a breve. Vanno dati condizioni, risorse e tempi adeguati che non possono essere tarati solo sui bisogni dell’oggi, ma anche sugli scenari del futuro”.

SERAFINI (SNALS): “CALO DEMOGRAFICO IUN’OPPORTUNITÀ? NO VA COMBATTUTO”

“Vogliamo anche dire che abbiamo forti perplessità verso chi ritiene che il calo demografico sia un’opportunità per il sistema di istruzione, perché il significativo decremento di studenti e insegnanti produrrebbe una riduzione della spesa corrente, da reinvestire nel sistema di istruzione. Siamo perplessi per due motivi. Il primo. La scuola, l’università, l’afam e la ricerca hanno bisogno di una politica che decida, con un programma pluriennale certo, su misure strutturali e risorse. Di una politica che faccia capire concretamente che il bilancio dello Stato impegna le risorse della collettività su un bene comune strategico. Dopo la stagione dei tagli, non possiamo accettare quella dell’autofinanziamento. Il secondo motivo: Il calo demografico è un segnale di declino del Paese che va contrastato”, ha dichiarato il segretario generale Snals-Confsal.

SERAFINI (SNALS): “PERSONALE, RICERCA ED EQUITÀ TERRITORIALE SONO LE PRIORITÀ”

“Abbiamo scelto 3 temi di prospettiva che riteniamo cruciali: la valorizzazione del personale della scuola, considerando anche gli aspetti sociali e relazionali; la costruzione di un sistema integrato dell’istruzione terziaria e della ricerca; il superamento dei divari territoriali“, ha spiegato Serafini.

Sul primo punto, “il terreno del nostro impegno- ha aggiunto Serafini- sarà certamente quello della valorizzazione della professionalità del personale della scuola e dell’incremento delle retribuzioni”. Il secondo tema “riguarda la costruzione di un sistema d’istruzione terziaria e della ricerca che deve fare, dell’integrazione di competenze e responsabilità, la sua caratteristica principale”. Infine, il terzo tema è quello dei divari territoriali e dell’equità nell’efficienza dei servizi e nell’efficacia formativa. Vogliamo essere chiari. Lo Snals ha assunto una posizione contraria al percorso – peraltro non parlamentare – sull’attuazione dell’autonomia differenziata, così come era stato impostato dal precedente governo”, ha concluso Serafini.

MARGIOTTA (CONFSAL): “LA SPESA ITALIANA PER L’ISTRUZIONE E’ MINORE DI QUELLA DEI PAESI DELL’EST”

Per il comparto istruzione “non si riesce a rimediare a questo divario e a cambiare l’incidenza sul Pil della spesa dedicata, che ci vede relegati addirittura dopo i paesi dell’Est”. Lo ha detto il segretario generale Confsal, Raffaele Margiotta, durante il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’. “Per quanto riguarda il pubblico impiego- ha concluso- non si riesce a uscire da un retaggio culturale per cui viene visto come una spesa, quando invece è un investimento. Il lavoro pubblico è la leva strategica per avere crescita e sviluppo“.

CASTELBIANCO: “I PROBLEMI DEI RAGAZZI SONO SPESSO SCONOSCIUTI AGLI ADULTI”

“I ragazzi vivono il loro mondo, una dimensione parallela di cui noi adulti non sappiamo assolutamente nulla. Capiamo qualcosa quando accadono delle tragedie, allora veniamo piano piano a sapere come queste avvengono e ci meravigliamo che sia potuto accadere tutto nel silenzio. Quindi dobbiamo prendere atto di questa realtà diversa: i ragazzi le loro cose se le tengono, anche quando sono molto negative, per loro stessi”. Lo ha detto lo psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva, direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, Federico Bianchi di Castelbianco, durante il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’.

Cosa fare, come aprire un varco? “È necessario che i ragazzi siano sempre impegnati in sane attività, con un adulto che possa seguirli e guardarli, dalle elementari, alle superiori. Le scuole il pomeriggio devono essere aperte per avere una maggior capacità di relazione. I ragazzi devono fare attività che spaziano dal teatro alla musica, cioè vivere dei sentimenti, sensazioni e relazioni buone dentro la scuola. Quindi bisogna portarli a vivere la scuola come ambiente sano e non come il posto dove, magari, possono diventare vittime di bullismo senza che nessuno se ne accorga”, ha concluso Bianchi di Castelbianco.

PALMERIO (INVALSI): “MIGLIORATA LA FORMAZIONE DEI DOCENTI”

“L’Ocse ha rilasciato nel giugno scorso dei dati internazionali di un’indagine proprio sugli insegnanti e dirigenti scolastici che ha messo in evidenza tantissimi aspetti di questa professione e che diciamo costituisce una una fonte di dati veramente preziosa. Ovviamente l’Ocse l’ha fatta con l’obiettivo di dare ai Paesi dei dati sui quali basare degli interventi migliorativi in questo ambito. Quindi dei suggerimenti ai Paesi e a sua volta stabilisce degli indicatori comparativi internazionali che sono utili per le politiche. Ovviamente i Paesi possono poi utilizzarli, se vogliono, per decidere in quale direzione andare con gli interventi di politica su vari livelli”. Lo ha detto la responsabile dell’area indagini internazioanle dell’Invalsi, Laura Palmerio, in occasione del convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’.

Dall’indagine “è emerso qualche dato rilevante dal punto di vista italiano. Per esempio un aspetto rilevante che emerge dal trend, perché questa è la terza edizione di questa indagine, è un aumento della partecipazione all’attività di sviluppo professionale e un corrispondente decremento nel bisogno, percepito dagli insegnanti, di formarsi in determinati aspetti cruciali della professione. Questo punto è positivo perché evidentemente le attività di sviluppo professionale funzionano e contribuiscono ad abbassare un bisogno, che invece prima era superiore e veniva percepito in modo più rilevante dagli insegnanti. Poi sono emersi altri aspetti, c’è un rapporto internazionale pubblicato dall’Ocse ricchissimo, si va dalle pratiche didattiche a quelle educative, ai contesti scolastici, alla formazione non solo dei docenti ma anche dei dirigenti scolastici”, ha concluso Palmerio.

BIANCHI (SVIMEZ): “CRESCE IL DIVARIO NORD-SUD”

Il convegno “è stato l’occasione per mettere al centro la scuola in relazione ai divario nord-sud. Soprattutto nel corso degli ultimi anni, dopo la crisi del 2008, si è riaperta la forbice in termini di livelli di istruzione”. Lo ha detto il direttore Svimez, Luca Bianchi, in occasione del convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’. “Questo- ha aggiunto- riguarda sia il tema delle infrastrutture scolastiche, dove abbiamo ancora l’80% degli edifici del Sud che non hanno il certificato di agibilità e il 60% degli edifici senza palestre, ma riguarda anche il tema dell’abbandono scolastico. Purtroppo, soprattutto per le famiglie meno abbienti, nel sud comincia a diventare un tema rilevante perché quasi il 20% dei ragazzi finita la scuola media abbandona gli studi”. “Serve una politica più attenta al tema dell’istruzione e soprattutto più attenta a colmare le distanze, sia tra famiglie ricche e famiglie povere, che poi inevitabilmente diventano fattori anche territoriali. Quindi la politica per lo sviluppo alle Mezzogiorno deve necessariamente partire dalla scuola e dall’istruzione”, ha concluso Bianchi.

PALMERIO (INVALSI): MIGLIORATA FORMAZIONE DOCENTI

“L’Ocse ha rilasciato nel giugno scorso dei dati internazionali di un’indagine proprio sugli insegnanti e dirigenti scolastici che ha messo in evidenza tantissimi aspetti di questa professione e che diciamo costituisce una una fonte di dati veramente preziosa. Ovviamente l’Ocse l’ha fatta con l’obiettivo di dare ai Paesi dei dati sui quali basare degli interventi migliorativi in questo ambito. Quindi dei suggerimenti ai Paesi e a sua volta stabilisce degli indicatori comparativi internazionali che sono utili per le politiche. Ovviamente i Paesi possono poi utilizzarli, se vogliono, per decidere in quale direzione andare con gli interventi di politica su vari livelli”. Lo ha detto la responsabile dell’area indagini internazionale dell’Invalsi, Laura Palmerio, in occasione del convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’, organizzato dallo Snals Confsal a Roma.

Dall’indagine “è emerso qualche dato rilevante dal punto di vista italiano. Per esempio un aspetto rilevante che emerge dal trend, perché questa è la terza edizione di questa indagine, è un aumento della partecipazione all’attività di sviluppo professionale e un corrispondente decremento nel bisogno, percepito dagli insegnanti, di formarsi in determinati aspetti cruciali della professione. Questo punto è positivo perché evidentemente le attività di sviluppo professionale funzionano e contribuiscono ad abbassare un bisogno, che invece prima era superiore e veniva percepito in modo più rilevante dagli insegnanti. Poi sono emersi altri aspetti, c’è un rapporto internazionale pubblicato dall’Ocse ricchissimo, si va dalle pratiche didattiche a quelle educative, ai contesti scolastici, alla formazione non solo dei docenti ma anche dei dirigenti scolastici”, ha concluso Palmerio.

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