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“112 esuberi e meno edizioni”, sciopero di due giorni al Qn-Resto del Carlino

I giornalisti di Qn- Resto del Carlino e Carlino.net sciopereranno il 27 e 28 ottobre contro un piano di riorganizzazione aziendale che prevede 112 esuberi su 283 redattori

Pubblicato:23-10-2019 10:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:52

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BOLOGNA – Agitazione al Quotidiano nazionale. I Comitati di redazione di Qn-il Resto del Carlino e Q.net hanno deciso di proclamare due giorni di sciopero nelle giornate di domenica 27 ottobre e lunedì 28 ottobre. Il doppio stop riguarda anche le edizioni de “Il Giorno”. Si punta il dito contro un piano, in particolare, che prevede 112 esuberi su 283 redattori a livello di gruppo e che potrebbe essere affiancato dall’accorpamento di edizioni e dalla chiusura di redazioni, “oltre alla trasformazione dei colleghi della redazione di Roma in articoli 2”.

Si tratta di “una decisione irrevocabile- si legge in una nota- dopo la presentazione del piano di riorganizzazione aziendale illustrato ieri a Bologna ai Cdr, piano che segue giornate devastanti e di estrema difficoltà a seguito del varo della nuova grafica e della soppressione del Qs”. Continua il Cdr nel suo comunicato: “Purtroppo nelle ultime settimane ancora una volta abbiamo registrato la totale incapacità di organizzazione e strategia da parte dei vertici aziendali che sta provocando danni irreparabili alle nostre testate”.

Il piano di riorganizzazione in ballo prevede dall’1 gennaio 2020 la richiesta di “un contratto di solidarietà spropositato“: 48 giorni all’anno concentrati in sei mesi, che, traduce il Cdr, “di fatto sono otto giorni ogni mese, da gennaio a marzo e da ottobre a dicembre, sia nel 2020 sia nel 2021. Ma c’è anche la richiesta di uno smaltimento ferie forzato nei restanti sei mesi. L’Azienda vuole poi il mancato godimento delle corte durante i mesi di solidarietà”. Tutto questo, secondo i Comitati di redazione di Qn Carlino e Q.net, metterebbe a rischio l’operatività delle redazioni e renderebbe “impossibile” la realizzazione dei giornali e dei siti web.


I giornalisti del gruppo, in ogni caso, si dicono “stremati da una rivoluzione grafica che ha impoverito il giornale, aggravato i carichi di lavoro, affamato collaboratori e corrispondenti, alcuni dei quali non raggiungeranno il tetto minimo dei pezzi. Questi drastici cambiamenti hanno, inoltre, provocato le proteste di tantissimi storici lettori. Nella realizzazione di questa nuova grafica- insistono i Cdr- i giornalisti non sono stati coinvolti e i risultati si vedono: pagine non chiare, articoli illeggibili per la diminuzione della dimensione dei caratteri e contenuti molto più scarsi, che rischiano di impoverirsi ulteriormente per il taglio dei fotografi”.

In sostanza, i Cdr dicono di essere “molto preoccupati per come viene gestita l’Azienda e per le ricadute di queste decisioni scellerate sui nostri giornali, senza proporre ai tavoli sindacali progetti alternativi ad esempio di sviluppo dei portali internet e dell’informazione digitale. Dai manager del Gruppo continuano ad arrivare solo poche idee e molto confuse per tagliare i nostri stipendi. Da oggi in poi saremo impegnati nel pubblicizzare la malagestione delle nostre storiche testate in tutta Italia con assemblee e comunicati stampa, fino a quando dalla Poligrafici Editoriale, gestita dal presidente degli editori della Fieg Andrea Riffeser Monti, non arriveranno idee e progetti- rimarcano i giornalisti- all’altezza della storia delle nostre testate, del nostro lavoro e del rispetto dei nostri lettori”.

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