di Mario Vetere e Redazione
REGGIO CALABRIA – Blitz nelle prime ore del mattino di oggi, martedì 23 settembre, dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che hanno arrestato 26 persone, ritenute affiliate alla cosca di ndrangheta ‘Piromalli’, operante nella Piana di Gioia Tauro. Il provvedimento, rientrante nell’operazione ‘Res Tauro’ è stato richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
LE ACCUSE
Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione illegale di armi e munizioni, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso, nonché di reati in materia di armi.
Le indagini, riguardano la cosca Piromalli, articolazione della ndrangheta di particolare rilievo nel panorama criminale della quale sono stati ricostruiti gli assetti e le attività delittuose.
IL CAPO CLAN
Tra gli arrestati anche il capo cosca, Giuseppe (Pino) Piromalli, 80 anni, detto “Facciazza” e conosciuto anche con il soprannome di “sfregiato”. Il boss di Gioia Tauro nel 2021 aveva finito di scontare 22 anni di carcere al 41 bis ed era tornato in libertà. Era stato arrestato nel 1999 dopo sei anni di latitanza. Pino Piromalli è il principale indagato nell’inchiesta Res Tauro.
GLI ALTRI FRATELLI PIROMALLI
L’operazione è stata eseguita con il supporto dei comandi provinciali di Reggio Calabria, Benevento, Lecce, Milano, Nuoro, Palermo, Santa Maria Capua Vetere e Ventimiglia.
L’indagine, avviata nel 2020, ha puntato alla ricostruzione degli attuali assetti della cosca Piromalli, articolazione della ndrangheta tra le più attive in Calabria e fuori regione.
Secondo la ricostruzione, sono risultate figure di primo piano quelle dei fratelli Piromalli, Giuseppe, Gioacchino e Antonio, cui è contestata la presunta direzione strategico-operativa della cosca e delle connesse attività delittuose.
Posizione di preminenza è stata attribuita a Giuseppe Piromalli il quale, all’indomani della sua scarcerazione, avvenuta il 10 maggio del 2021, dopo 22 anni consecutivi di detenzione in regime di 41 bis, avrebbe ripreso le redini della cosca ridefinendo i ruoli e compiti degli associati, riaffermando il suo potere sul territorio.
SEQUESTRI PER 7 MILIONI DI EURO
Contestualmente alle misure cautelari personali, i carabinieri hanno proceduto all’esecuzione di un sequestro preventivo d’urgenza riguardante: sei immobili, 16 appezzamenti di terreno, tre imprese individuali e due imprese agricole, per un valore stimato di mercato di 3 milioni.
Parallelamente è stata data esecuzione a due distinte misure di prevenzione patrimoniali, riguardanti beni mobili, immobili, rapporti bancari, per un ammontare complessivo di oltre 4 milioni di euro, nei confronti di Giuseppe Piromalli e di Antonio Zito.
Ascolta questo articolo ora…
‘Ndrangheta, blitz ‘Res Tauro’: chi è il boss Pino Piromalli
Pubblicità
Il boss di Gioia Tauro, Pino Piromalli, 80 anni – principale indagato nell’inchiesta ‘Res Tauro’ della Dda di Reggio Calabria, che oggi ha portato a 26 arresti per associazione mafiosa – era tornato in libertà dal 2021, dopo ventidue anni trascorsi in carcere, al 41 bis. Condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio del medico Luigi Ioculano, poi assolto in appello con sentenza confermata in Cassazione, Piromalli, alias ‘Facciazza’, soprannominato anche ‘lo sfregiato’, fu arrestato nel 1999 per un duplice omicidio: al momento della cattura, dopo sei anni da latitante, si nascondeva all’interno di un bunker, al centro di Gioia Tauro.
Secondo quanto emerso dalle intercettazioni nell’ambito dell’operazione ‘Hybris’, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria nel 2019, fu proprio ‘Facciazza’ a comporre la ‘commissione’ istituita per decidere se la ‘ndrangheta calabrese avrebbe dovuto partecipare o meno alle stragi di Stato pianificate dalla mafia siciliana, nel corso della quale il boss, attraverso il suo emissario Nino Pesce detto ‘Testuni’, votò a favore della strategia stragista
l capo cosca di Gioia Tauro era libero dal 2021 dopo aver scontato 22 anni di carcere. Ventisei le persone fermate con l’accusa di associazione di tipo mafioso, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione illegale di armi e munizioni.
ra gli arrestati c’è anche il boss Pino Piromalli detto “Facciazza”, di 80 anni. Il capo cosca di Gioia Tauro era libero dal 2021 quando aveva finito di scontare 22 anni di carcere al 41 bis. Conosciuto con il soprannome di “sfregiato”, Pino Piromalli era stato arrestato nel 1999 dopo sei anni di latitanza. Nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che oggi ha portato al blitz dei carabinieri del Ros, Pino Piromalli è il principale indagato in qualità di capo, promotore e organizzatore.







