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Genova – Un “modello Liguria” non solo per le grandi opere, ma anche per le “infrastrutture della formazione e del sociale”. È l’esperienza che Ilaria Cavo, assessore regionale a Formazione, Istruzione, Politiche sociali e giovanili, Cultura vuole portare da Piazza De Ferrari a Montecitorio. Esponente di “Noi moderati” e anima genovese della formazione totiana “Italia al centro”, l’ex giornalista è candidata dal centrodestra nel collegio uninominale alla Camera di Genova ponente. “Da donna candidata- promette all’agenzia Dire- mi impegnerò a portare avanti le politiche di conciliazione vita-lavoro come sostegno alle famiglie. Le infrastrutture sono quelle concrete delle strade, delle opere, tutte da sostenere e portare avanti, ma ci sono anche le infrastrutture del sapere e le infrastrutture del sociale”.
Ed è proprio su queste che punta negli ultimi scampoli di campagna elettorale. “L’esperienza portata avanti in Regione Liguria, a livello della cura e dell’attenzione alle esigenze delle famiglie- spiega- ci fa dire che ci sono importanti azioni che non si possono perdere: abbiamo avuto grande attenzione per i voucher per gli asili nido, per i voucher badanti, per i voucher centri estivi, per i voucher baby sitter”. Il gran numero di domande arrivate dal territorio dimostra che è stato intercettato un bisogno reale: “Con i voucher nidi- elenca Cavo- in quattro edizioni, abbiamo accolto oltre 8.000 domande investendo 10 milioni; con quelli per i centri estivi, oltre 11 milioni in tre edizioni, abbiamo sostenuto 24.000 famiglie; con i voucher baby sitter e badanti abbiamo stanziato 13 milioni e abbiamo soddisfatto oltre 3.000 famiglie. La domanda c’è: come Regione siamo andati incontro a queste esigenze utilizzando il Fondo sociale europeo per sostenere e supportare la conciliazione vita-lavoro”.
L’esempio della Liguria, dunque, è sintomatico di una necessità di sostegno del Paese. “Su alcune di queste voci, come i voucher nido, ci sono misure di sostegno nazionali, ma insufficienti. Su altre non esiste nulla: per esempio, non esiste un sostegno per le baby sitter e quello per le badanti deve essere rafforzato. I voucher per i centri estivi, poi, credo che siano una misura innovativa da portare avanti a livello strutturale. Queste sono le politiche su cui si deve ragionare per una politica di conciliazione vita-lavoro che sia un sostegno reale alle famiglie, in particolare alle donne, e per dare un welfare compiuto”.
Da Genova a Roma, Cavo vorrebbe portare con sé anche tutta l’esperienza nel campo della formazione.
“In questo settore- sottolinea- con la riforma regionale, abbiamo creato un modello ligure importante: una formazione che è diventata filiera, che dà lavoro, tracciando percorsi chiari per i giovani, di grande dignità e specializzazione, di cui il mondo produttivo ha bisogno. Non necessariamente devono tutti andare al liceo, come qualcun altro dice, ma ci sono processi dignitosi da continuare a sostenere per dare prospettive ai nostri giovani e, contemporaneamente, figure qualificate alle nostre aziende, che le stanno cercando”.
Anche in questo caso, la rotta per eventuali incarichi nazionali è tracciata: “Bisogna portare avanti la riforma dell’orientamento a scuola- esorta- abbiamo proposto proprio qui a Genova, la ‘Carta di Genova’ che propone l’orientamento nelle classi fin dalle elementari: è fondamentale capirne l’importanza a livello strutturale scolastico per aiutare la consapevolezza delle scelte, far capire che esistono più percorsi formativi e attuare quel cambiamento culturale che è necessario sia al Paese che ai ragazzi”.
Infine, le infrastrutture reali, le cosiddette grandi opere: “Il collegio di Genova Ponente, in cui corro, è sfidante, molto significativo. È quello dove è nato il modello Genova o Liguria, non soltanto infrastrutturale, ma amministrativo e di lavoro, che mi propongo di continuare a seguire, candidandomi in linea con le amministrazioni che lo hanno realizzato. È anche il collegio dove sorgeranno i grandi progetti infrastrutturali: il Terzo valico, la Gronda, ma anche la nuova Diga di Genova o il grande progetto degli Erzelli”. A fianco a queste infrastrutture, ribadisce in conclusione, “ci sono le altre infrastrutture che il territorio e l’esperienza che ho accumulato in questi anni insegnano che sono importanti e che possiamo portare a Roma come modello: le infrastrutture del sapere, legate alla formazione professionale, e quelle del sociale”.
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