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Michele Emiliano vince e ora c’è chi gli chiede di convincere

L’autunno è una bella stagione per Michele Emiliano che si è (ri)svegliato sindaco di una Puglia che non si 'lega' e non si 'fitta'

Pubblicato:23-09-2020 15:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:56

michele emiliano
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NAPOLI – Lunedì sera la gioia per la rielezione, oggi quella per la richiesta di archiviazione della procura di Foggia per insussistenza del fatto in un procedimento in cui era accusato di corruzione. L’autunno è una bella stagione per Michele Emiliano che si è (ri)svegliato sindaco di una Puglia che non si lega e non si fitta, dove il 46,78% di chi si è recato alle urne tra domenica e lunedì lo ha preferito portandolo sul podio ovunque, tranne che a Brindisi. E’ quella appena iniziata la stagione in cui Emiliano si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa quando alla domanda se aveva qualcosa da dire a Renzi, ha risposto: “A uno che prende l’1% in Puglia cosa vuole che gli possa dire...”. E se oggi ancor si commenta di Pierluigi Lopalco, l’epidemiologo testimonial della lista civica ‘Con Emiliano’ eletto consigliere con quasi 15mila voti ed investito del ruolo di prossimo assessore regionale alla Sanità, domani ed i giorni a venire, archiviata mediaticamente la competizione elettorale vinta quasi a sorpresa, il presidente della giunta dovrà rispondere puntualmente a chi come gli industriali pugliesi si definiscono apartitici ma non apolitici.

“Emiliano faccia presto scelte chiare su sanità e agricoltura, settori dove la Regione non ha brillato”, le parole del numero uno di Confindustria Puglia Sergio Fontana che pur ammette l’opportuna gestione che ha avuto del Covid. E questa è solo una delle voci di chi aspetta Emiliano al varco: ci sono le associazioni degli agricoltori che rivendicano danni materiali e morali per la Xylella, gestione del Psr, alluvioni, gelate e siccità; c’è la società di civile della Capitanata che chiede interventi istituzionali concreti a tutela della legalità violata dalla criminalità locale; ci sono gli ambientalisti delusi dall’epilogo del Tap e stremati dalla strumentalizzazione sulla svolta green per l’ex Ilva; c’è l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro che, commentando l’esito del voto, ha detto che i pugliesi pragmatici “hanno scelto il meno peggio”, attribuendo al rieletto quella capacità nel rapportarsi che deve essere usata per coordinare l’impegno della Regione con il governo centrale al fine di risolvere definitivamente la vicenda insostenibile del siderurgico. Michele Emiliano è chiamato quindi a guardare avanti, rifuggendo da specchi che riflettono la sua immagine e allontanandosi dalla narrazione del brand Puglia che, nato con Nichi Vendola è cresciuto allevato da lui, ora è un adolescente a cui non servono più padrini. Per Michele Emiliano, incline all’esercizio della retorica e a cui piace ritenere che la primavera pugliese non è finita, l’autunno 2020 si presenta come il tempo della maturità, il tempo di saper fare sintesi. 


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