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Report del Consiglio Grande e Generale del 23 settembre – sessione della mattina

Prosegue anche nella seduta mattutina del 23 settembre lo scontro sul tema della giustizia all’interno del Consiglio Grande e Generale

Pubblicato:23-09-2020 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:56

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Prosegue anche nella seduta mattutina del 23 settembre lo scontro sul tema della giustizia all’interno del Consiglio Grande e Generale. Giuseppe Maria Morganti (Libera) punta il dito sul parere pro-veritate del prof. Baldassarre, chiedendosi: “è davvero autorevole? Nella prima pagina c’è un errore macroscopico. Ovvero che la possibilità di nominare un dirigente non magistrato sarebbe attribuito alla legge 2019 quando sappiamo che non è così”. Gian Carlo Venturini (Pdcs) fa riferimento alla lettera sottoscritta da alcuni magistrati. “Si ha l’impressione che costoro vogliano sostituirsi alla politica. Si dice che vi sia l’ingerenza della politica nelle scelte. Tutto questo è molto grave in quanto la rappresentazione che viene fatta è parziale e riguarda solo i primi mesi della legislatura e non tiene conto di quando ha avuto origine questa vicenda”. Il Sds Federico Pedini Amati attacca l’opposizione. “Ci avete lasciato in braghe di tela”. Quindi invita quindi il collega Ugolini “a rifondare il tribunale”. Nicola Renzi (Rf) torna sulla lettera del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. “Io credo che tutti i membri del Consiglio Giudiziario Plenario avessero il diritto di conoscere i contenuti di questa lettera che siamo venuti a conoscere solo quando il Commissario per i diritti umani l’ha pubblicata sul proprio sito. Sarebbe il caso di dire ai cittadini la verità”. “Vi siete dimenticati la condanna da Strasburgo? – dice Gian Nicola Berti (Npr) -. Ci siamo beccati una condanna per violazione dei diritti umani. Su questo non una parola”. Francesco Mussoni (Pdcs) dà quindi lettura di un Odg delle forze di maggioranza con cui “si invita il Segretario alla Giustizia a sottoporre una proposta di riforma della giustizia quanto prima; prendere contatti con la Commissione di Venezia per avviare un percorso di collaborazione e ammodernare il sistema della giustizia sammarinese; verificare la presenza di un fascicolo su San Marino all’interno della Commissione; richiedere al Consiglio Giudiziario Plenario una valutazione sulla legge qualificata in merito ad atti e deliberazioni presentate in passato che potrebbero avere dei vizi; affinché si arrivi alla nomina del magistrato dirigente del tribunale”.

Di seguito una sintesi degli interventi

Comma25: Apri a) Riferimento del Segretario di Stato per la Giustizia sulle vicende legate al settore giustizia e successivo dibattito b) Dimissioni del Consigliere Iro Belluzzi da membro della Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia e sua sostituzione.


Giuseppe Maria Morganti (Libera): Il parere pro veritate di Baldassarre diventa fondamentale. La maggioranza ha volontà molto precise. La prima è esautorare il professor Guzzetta. Poi questo parere viene usato per altri atti semplificativi. Quello relativo alla nomina dei tre magistrati che potrebbero saltare dai loro incarichi e questo sarebbe un atto gravissimo perché vorrebbe dire che la politica interviene per cambiare l’ordinamento. Il parere di Baldassarre è davvero autorevole? Nella prima pagina c’è un errore macroscopico. Ovvero che la possibilità di nominare un dirigente non magistrato sarebbe attribuito alla legge 2019 quando sappiamo che non è così. Si dice pure che prima questa possibilità non c’era. L’organo che sovrintende questi principi è il Consiglio d’Europa. Sappiamo o non sappiamo che quelli fanno parte integrante del nostro ordinamento?

Andrea Zafferani (Rf): In questo dibattito ho sentito molti interventi che hanno posto dei temi davvero interessanti. Trovare forme per evitare conflitti di interesse. A parole la maggioranza ha detto di volersi confrontare su questi temi, ma nel frattempo ha agito su altro, eliminando giudici non graditi, cacciare un dirigente dopo averlo accusato di ogni cosa. Cose contingenti legate a interessi personali specifici. Il Consiglio d’Europa ha detto cose molto significative. Ha indicato che dovrebbero essere precluse norme che agiscono retroattivamente. Ha detto che devono essere utilizzati criteri prestabiliti per l’assegnazione delle cause a un giudice e che un caso non dovrebbe essere sottratto a un giudice senza un valido motivo. Lettera che si è tenuta nascosta persino agli organismi che doveva decidere su quelle materie, sintomo di imparzialità. E’ chiaro come diceva Zonzini che ci sono due fazioni. Fazioni che hanno dei precisi leader. Se si vuole risolvere il problema una maggioranza ragionevole dovrebbe cercare di agire su entrambe le fazioni con modalità diplomatiche e attente anziché come un bulldozer.

Giancarlo Venturini (Pdcs): Revoca dell’allora magistrato dirigente avvenuta senza una norma specifica e quindi a nostro avviso illegittima. Si applicava una misura con valenza sanzonatoria che non ha mai avuto fondamento legislativo alcuno. Forzature ingiustificabile. Morganti, voi per primi siete usciti dalle regole con un semplice ordine del giorno. Mi riferisco ad alcune affermazioni del professor Guzzetta nel Consiglio Giudiziario plenario. Affermazioni che hanno il senso di una dichiarazione di guerra allo Stato di San Marino. Poi c’è la lettera dei magistrati. Si ha l’impressione che costoro vogliano sostituirsi alla politica. Si dice che vi sia l’ingerenza della politica nelle scelte. Tutto questo è molto grave in quanto la rappresentazione che viene fatta è parziale e riguarda solo i primi mesi della legislatura e non tiene conto di quando ha avuto origine questa vicenda. Il parere dell’illustre professore Baldassarre va a confermare l’impostazione della legge qualificata. Oggi nessuno può negare che l’eredità lasciata dal precedente Governo sia gravosa. Non è la legge qualificata la radice delle ostilità. Numerosi attacchi alla Reggenza da parte di opposizione e magistrati: alle loro Eccellenze la mia solidarietà. Ci deve essere un punto di incontro anche da parte della magistratura oltre che dalla politica. Compiere certi atti non è corretto nei confronti dei cittadini o del Paese.

Sds Federico Pedini Amati: Nel nostro Paese pare che non si siano commessi da parte di nessuno misfatti gravi. In un Paese in cui si denunciano i giudici tra di loro e non vengono ultimati i processi Mazzini etc, voi capite bene che la credibilità l’ha fatta perdere un Paese intero. Da un certo punto di vista anche un tribunale – tutto – che non ha probabilmente portato a termine delle indagini di più grave natura. Abbiamo un tribunale che non è un tribunale. C’è un tribunale unico: alla bisogna, quello è con quel giudice, uno vuol mandare via uno o l’altro. C’è un tribunale che non funziona. Allora la valutazione non dev’essere su un giudice ma su dieci giudici e chiedere conto del lavoro fatto. Che lavoro fa il dirigente? Sposta le cartelle? Il Conto Mazzini viaggia da 8 o 10 anni. E voi ancora qui a tifare? A dare le colpe ad Ugolini? Volete andare con la mozione di sfiducia? Questa è la dimostrazione lampante di quello che non avete fatto voi prima. Ci avete lasciato in braghe di tela. Avete lasciato un disastro. C’è una rumba da parte di tutti nel chiamare i giudici che fa schifo. Invito il collega a rifondare completamente il tribunale.

Eva Guidi (Libera): Al giudice Caprioli ieri sono state fatte accuse gravissime. Dev’essere confermato. Mandiamo via anche lui e continuiamo in questo repulisti? Una riflessione molto approfondita dev’essere fatta. Continuiamo a dare la nostra disponibilità. Sul parere pro veritate di Baldassarre, noi non lo vogliamo sminuire ma si sminuisce da solo nel momento in cui contiene un macroscopico errore. Un aspetto di superficialità e lo ribadiamo E’ una questione di salvaguardia dei nostri diritti e il nostro partito andrà fino in fondo per avere delle risposte.

Manuel Ciavatta (Pdcs): Permettetemi di manifestare solidarietà al consigliere Iro Belluzzi. Vorrei ringraziare il consigliere Tamagnini che ancora una volta ci ha mostrato il manifesto profondo verso la Reggenza. Dobbiamo capire quali sono le conseguenze per fare in modo che l’Aula possa ragionare. Vado avanti. Rispetto a questa cosa, io credo che anche riguardo a quello che ci è stato detto nella relazione del Segretario Ugolini, la cosa che emerge sostanzialmente è che ci sono solo due soluzioni in cui ci sono stati ricorsi. La prima cosa che onestamente mi viene da dire: non sapevo del ricorso Barchiesi. Quando siamo stati eletti, questo famoso tentativo di posticipare la nomina dei giudici di appello, non lo sapevo. Onestamente dico che leggendo quel ricorso quantomeno resto colpito. Il ricorso del professor Barchiesi, è vero che è di parte, però ci dice sostanzialmente che in un concorso come quello i punteggi sono stati attribuiti in maniera difforme Da noi il tribunale è unico. Loro sono tutti lì. E’ inevitabile che non vi sia terzietà di giudizio. Non possiamo non considerare queste cose. Chi deve fare le verifiche? Vi chiedo uno sforzo anche qui per capire chi le dovrà fare e chi le potrà fare. Un vulnus del nostro ordinamento ma anche una tipicità. E’ normale. A questo punto chiedo all’aula: siamo tutti concordi rispetto alla nomina del nuovo magistrato dirigente. Ecco. Chiedo che cosa si vuol fare rispetto a questi elementi di verifica. Non ci possono essere ombre né per la politica né per la magistratura.

Gaetano Troina (Domani Motus Liber): Oggi in questo Paese pare più al sicuro che le regole le infrange rispetto a chi le rispetta. Siluri e granate vengono lanciati da una parte e dall’altra, ma oggi il nostro tribunale non riesce a lavorare. Penso sia arrivato il momento di portare all’attenzione di quest’aula delle proposte di riforma. Dovranno necessariamente essere ponderate ed equilibrate e il più possibile valutare con gli operatori ed essere volte ad evitare che le medesime problematicità si presentino nuovamente. Basta rivangare il passato, il Paese non ha più tempo da perdere.

Nicola Renzi (Rf): Costantemente credo che chi ha fatto delle azioni si deve chiedere se quelle azioni erano giuste o sbagliate. Me lo sono chiesto molte volte se gli atti che ho contribuito a compiere fossero giusti. Io non mi sottraggo. Dispiace che di fronte alla lettera del Consiglio d’Europa il Segretario di Stato per la Giustizia ha fatto una dichiarazione dicendo che ci venivano fatti i complimenti. Leggendo la lettera io credo ci sia ben altro, cose che dobbiamo approfondire. Lettera arrivata a San Marino l’8 settembre. Io credo che tutti i membri del Consiglio Giudiziario Plenario avessero il diritto di conoscere i contenuti di questa lettera che siamo venuti a conoscere solo quando il Commissario per i diritti umani l’ha pubblicata sul proprio sito. Io credo che sarebbe il caso di dire ai cittadini la verità. Una legge che prevede la rimozione del magistrato dirigente non esiste. Ora la discussione è: in mancanza di una legge che specifica questa possibilità, lo si può fare o non si può fare? Sono pronto a discutere se questa cosa fosse giusta o sbagliata. Un’altra cosa molto grave. Abbiamo due giudici superiori che sono in scadenza. Vogliamo tenerli questi due giudici? Secondo me noi abbiamo fatto una battaglia per cacciare un giudice del tribunale di San Marino. Sette giudici e un dirigente che potrebbero essere estromessi e cacciati da San Marino: vi sembra una cosa normale? A me sembra una cosa devastante. Se è vero che ci sono dei processi aperti, non possiamo applicare ad essi una interpretazione autentica. Qual è il cittadino sammarinese che può vedere risolto un proprio ricorso non dal tribunale ma da una Commissione? La risposta è: nessuno.

Gian Nicola Berti (Npr): Credo che questi atti debbano essere rimandati all’organo che li ha adottati che deve verificare se le procedure di adozione di quei provvedimenti sono state rispettate. L’indipendenza di un magistrato lo può portare a non applicare la legge? Questo è il vero nodo. C’è stato un momento in cui davvero abbiamo preso una condanna da Strasburgo. Ve lo siete dimenticato? Ci siamo beccati una condanna per violazione dei diritti umani. Non una parola. Abbiamo deputato il controllo dei giudici ad altri giudici facendo una violazione dei principi della Commissione di Venezia mettendo dei politici nel Plenario. Abbiamo un cortocircuito. Vi pare che in un Paese piccolo come il nostro i giudici possano avere l’autonomia per andare a sanzionare chi tra di loro ha violato le leggi? Eppure, nessuno controlla i giudici. Il dovere della politica è aprire un sindacato. Abbiamo voglia di difenderci. Di tirare fuori la verità. E’ sarà una verità molto molto antipatica. Si cominciano a fare le liste di proscrizione sui giornali con i membri della Commissione Giustizia che vanno a fare il loro dovere. E’ questo lo Stato di diritto in cui si arriva a una distorsione sistematica? Conto Mazzini. Se fossi una di quelle persone, sentendo che si invoca qua dentro il processo, forse ci becchiamo davvero una condanna da parte del Commissario dei diritti umani, perché cerchiamo di influire su Caprioli.

Vladimiro Selva (Libera): Tutte questioni non sarebbero sorte, perché se fosse stata illegittima il magistrato Pierfelici sarebbe stata rimessa alla guida del tribunale. Abbiamo l’abitudine di voler emettere sentenze. Noi facciamo le leggi, non dobbiamo giudicare i giudici. Al limite avviare delle procedure, perché la legge lo prevede. Non è vero che chi non sta con la Pierfelici sta con Grandoni. Nella scorsa legislatura è stato chiuso il Cis: il teorema propinato evidentemente non era vero. Noi avevamo dato la massima disponibilità al confronto. La vicenda del consigliere Belluzzi è molto rilevante e dai profilo molto molto gravi per quanto la magistratura nella celerità con cui ha affrontato quel tema ha dimostrato quanto sia importante avere un tribunale che funziona.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Attraverso lettere in Europa e candide ammissioni è stato fatto un attacco. Non veniamo perché non vogliamo garantire il numero: questo è essere uomini dello Stato oggi. E invece repetita iuvat. Ad ogni azione corrisponde una reazione. Oggi stiamo pagando quello che è stato fatto anni fa. Anche qui bisogna fare uno scatto culturale. Ci sono delle leggi. Dobbiamo ammodernarle? Io ho questa sensazione poi magari sono un po’ drammatico e drastico. Nonostante tutto quello che avrebbe dovuto insegnarci la pandemia, il senso di comunità non c’è. Siamo al punto in cui ci guardiamo in cagnesco. Qualcuno ha scelto scientemente di fare parte di un’altra parte, non dello Stato. Qualcuno ha anche detto che la magistratura utilizza la politica o è la politica che utilizza la magistratura? La cultura sammarinese di fare tutto quello che è previsto dalla norma, ma cercando di girargli intorno, ci porta a fare considerazioni che fanno male al Paese. Ho sentito parlare del Conto Mazzini. Ancora qualcuno pensa che sia colpa di Rete. Il processo è già terminato ma tra la sentenza e il deposito delle motivazioni è passato ben più di un anno e questo dovrebbe far pensare anche al fatto che Caprioli dica allo Stato cosa deve fare. Non siamo nelle condizioni di dettare le regole per niente e per nessuno. La riforma dell’ordinamento giudiziario va fatta. C’è timore nel farsi aiutare da organismi esterni. Qualcuno è venuto a minacciare in Aula dicendo: porteremo tutti in Europa. Ma ben venga.

Francesco Mussoni (Pdcs): Il problema qui non è la giustizia in senso assoluto e nemmeno la giustizia sul caso concreto, ma l’organizzazione della giustizia e l’equilibrio dei poteri. Da cosa si genera questa conflittualità? A un altro atto oggettivo: la rimozione del magistrato dirigente nel 2018. Se ci dimentichiamo dell’origine del conflitto, non riusciamo a dare una coerenza al dibattito. Non stiamo dando un messaggio univoco perché c’è questa diversa visione dell’origine. In questa conflittualità emerge una consapevolezza che va al di là di maggioranza e opposizione: arrivare a una riforma dell’ordinamento giudiziario veramente in tempi celeri. E’ evidente che serve una figura che riesca a equilibrare la situazione tra togati e non togati. Segretario, una competenza di regia che le spetta negli organismi preposti e creare un dialogo che a volte non si vede. Sono state dette tante sciocchezze nell’ambito del dibattito. Noi non ci stiamo approcciando alla magistratura come ad un ufficio qualunque. Non vogliamo cacciare nessuno. Un invito ai giudici ad essere sereni, perché hanno tutto il supporto. Non c’è una lotta al magistrato, stiamo facendo una valutazione dell’organizzazione della struttura e dell’equilibrio dei poteri. Le missive al nostro Paese. Non vanno prese con superficialità. Ma vanno calate in una dimensione di valutazione del nostro ordinamento. Al momento non credo ci sia stato questo tipo di approccio e metodologia. Credo che anche questo sia un aspetto assolutamente da considerare. Io quindi, Eccellenze, devo dire che dovremo lavorare molto sui meccanismi di garanzia ed equilibrio, professionalità dei nuovi magistrati, requisiti di selezione e dovremo cercare di dare impulso all’organizzazione del tribunale anche con strumenti tecnologici e modalità di classificazione delle sentenze. Noi come forze politiche di maggioranza abbiamo predisposto un ordine del giorno. Si invita il Segretario alla Giustizia a sottoporre una proposta di riforma della giustizia quanto prima; prendere contatti con la Commissione di Venezia per avviare un percorso di collaborazione e ammodernare il sistema della giustizia sammarinese; verificare la presenza di un fascicolo su San Marino all’interno della Commissione; richiedere al Consiglio Giudiziario Plenario una valutazione sulla legge qualificata in merito ad atti e deliberazioni presentate in passato che potrebbero avere dei vizi; affinché si arrivi alla nomina del magistrato dirigente del tribunale.

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