NEWS:

Casta Dibba

Per paradosso il referendum piu' populista segna anche l'addio al primato dell'antipolitica da parte dei grillini

Pubblicato:23-09-2020 11:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:56

alessandro di battista
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Roma – Benvenuti nella casta, cari M5s. Per paradosso il referendum piu’ populista segna anche l’addio al primato dell’antipolitica da parte dei grillini. ‘Todos populistas’ e’ il motto del referendum 2020. Ai grillini va riconosciuto il merito di essere stato il partito piu’ convinto nel tagliare i 345 seggi. Non a caso il 94 per cento dei suoi elettori si e’ schierato per il si’. Ma la domanda e’: quanti ne sono rimasti di quegli elettori? Pochi. Al di la’ delle percentuali, alle regionali in termini assoluti i grillini perdono quasi 1 milione e 300mila voti (da 1,9 a 658mila) rispetto alle gia’ deludenti europee dello scorso anno. In sostanza mentre votavano si’ al referendum, gli (ex) grillini votavano un altro partito alle amministrative. 
Un ‘banchetto’ di voti, quello pentastellato, su cui si sono lanciati tutti gli altri partiti, non a caso anche loro favorevoli al taglio dei parlamentari. Per dire, l’analisi dei flussi elettorali condotta dal Cattaneo rivela che in Campania il 70-80% dei grillini che nel 2019 avevano scelto M5s, sabato e domenica hanno votato l’odiato De Luca. In Liguria, dove correva il candidato ‘amico’ Ferruccio Sansa, ha tradito il 40% degli elettori grillini. In Veneto i M5s tornano alla fase prefisso: 2,7 per cento dei consensi. 
Il travaso e’ stato reso piu’ facile dal fatto che anche gli altri partiti condividevano il taglio dei parlamentari. Ma non e’ solo questo: nell’elettorato piu’ tradizionale grillino, quello giovane, il ‘no’ ha raggiunto i massimi: oltre il 50 per cento tra gli studenti, e intorno al 40 tra i giovani sotto i 34 anni e i laureati. Insomma cornuti e mazziati. Ciononostante i festeggiamenti sui social si susseguono senza sosta. Ma a uno sguardo attento, i faccioni dei big rivelano un alone di malinconia negli occhi. Sara’ che nelle chat, e ancor piu’ sui forum, il tono non e’ di quelli baldanzosi di un tempo. Nessuno si affaccia al balcone del web per annunciare: ‘Abbiamo sconfitto la casta’”. Anzi, la base grillina e’ ancora piu’ incazzata. E ai suoi stessi rappresentanti contesta gli stipendi (troppo alti), gli staff (straripanti), le scorte (hollywoodiane). Dibba vuole la resa dei conti. “E’ stata la piu’ grande sconfitta della nostra storia. Cosi’ non ci votano piu'”. Di Maio, chissa’, rimastica le parole dell’amato Nenni: “A far gara di populismo, troverai sempre uno piu’ populista”. (piu’ o meno cosi’).

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it