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Forlì, sottoterra potrebbero esserci 34 bombe. Via a caccia

Durante la Seconda guerra mondiale alcuni ordigni finirono in zone impreviste, a volte per l'obiezione di coscienza del pilota, a volte per la necessità di alleggerire l'aereo

Pubblicato:23-09-2016 17:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:06

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FORLI’ – La città di Forlì potrebbe essere seduta su una polveriera. Secondo una documentazione storica di cui il Comune è entrata in possesso solo nel 2014, potrebbero infatti essere sparsi sotto al territorio comunale 34 ordigni bellici della Seconda guerra mondiale rimasti inesplosi. E certo non dei petardi, bensì bombe aree da 500 libbre con oltre 100 chilogrammi di tritolo, sotterrate tra i tre e i cinque metri. Impossibile però, per ora, sapere dove sono esattamente. Così il Comune, questa mattina, ha firmato una convenzione con la Protezione civile e l’associazione Geometri volontari dell’Emilia-Romagna per individuarle con maggiore precisione e decidere poi il da farsi.

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Davide Drei

Occorre verificare, spiega alla stampa il sindaco Davide Drei, se le planimetrie contenute nella documentazione storica corrispondono all’attuale urbanistica e se si sia già in qualche modo intervenuti durante questi 60 anni. Dal 2014, aggiunge, tutti gli enti competenti sono stati informati e sono stati contattati tutti i proprietari interessati. Ma non sono arrivate informazioni ulteriori. Di certo si sa solo che dei 24 siti con 34 bombe, cinque sono stati bonificati. “Fare le indagini è molto oneroso”, sottolinea il primo cittadino. Da qui la decisione di affidarsi ai geometri volontari. Comunque “nessun allarmismo, ma la situazione va conosciuta. E il primo passo è recuperare l’esatto posizionamento delle mappe storiche con l’attuale topografia. Per capire se c’è un problema o non esiste”. E in caso poi effettuare i sondaggi. A complicare l’individuazione corretta, aggiunge Marcello Arfelli della Protezione civile, ci sono i due sistemi di misurazione diversi tra mappe vecchie e contemporanee. Per legge toccherebbe al privato, ma il Comune ha deciso di intervenire per un caso per ora “unico” per il quale è stata creata una commissione Interministeriale che deciderà come portare avanti la questione. In particolare, un’eventuale bonifica che costa dai 5.000 ai 10.000 euro a ordigno, e che il Comune di Forlì non potrebbe accollarsi.

bombe-La vicenda, aggiunge Marco Calderoni, presidente dell’associazione Geometri volontari di Protezione civile, dimostra che “il volontariato non interviene solo per le emergenze”, e in questo caso metterà in campo un’azione prettamente “storica, da ufficio” in modo da chiarire dove sono le bombe e se sopra di esse è stato costruito. Interessato, anche se non vengono forniti ulteriori dettagli, tutto il territorio comunale e in particolare quelli che erano periferia ai tempi dei bombardamenti. Alcuni ordigni infatti finirono in zone impreviste, vuoi per l’obiezione di coscienza del pilota, vuoi per la necessità di alleggerire l’aereo dopo essere stati colpito dalla contraerea. “La prima cosa da fare- conclude il sindaco- è verificare i posizionamenti, non avendo informazioni storiche”. Sarà poi la commissione interministeriale a decidere chi effettuerà i sondaggi.


di Cristiano Somaschini, giornalista professionista

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