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Zaia: “Mezzo mondo senza vaccino, la terza dose è anche un problema etico”

"L'Oms dovrebbe esprimersi rapidamente e in modo chiaro in merito"

Pubblicato:23-08-2021 16:04
Ultimo aggiornamento:23-08-2021 16:04

luca zaia
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VENEZIA – L’Oms dovrebbe esprimersi rapidamente e in modo chiaro in merito all’eventuale necessità di una terza dose di vaccino contro il Covid, perché oltre al tema dell’organizzazione c’è anche un “aspetto etico“. A sottolinearlo è il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, secondo cui “noi non possiamo fare magazzino mentre mezzo mondo non ha visto nemmeno la scritta sull’etichetta del vaccino, altro che le forniture di dosi”. Al momento “è fondamentale” che anche i Paesi più poveri possano avere accesso al vaccino e che quindi le dosi non vengano accantonate nei magazzini se non ce n’è necessità. In questo senso una decisione chiara in merito alla necessità della terza dose è urgente.

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ZAIA: “NESSUNO CI HA CHIESTO DI PENSARE ALL’OBBLIGO VACCINALE”

 Al momento un eventuale obbligo vaccinale non è sul tavolo della discussione tra le Regioni, assicura Zaia. “Al momento non ne stiamo discutendo, mai ci è stata proposta riflessione sull’obbligo vaccinale”, afferma il governatore. In Veneto “nonostante il dibattito, ci stiamo avvicinando all’80% di veneti vaccinati, le nostre proiezioni ci danno il raggiungimento dell’80% per ottobre”, assicura poi il presidente, che ha però qualche critica rispetto alle iniziative prese dal Governo. “Non riesco a capire perché a livello nazionale si è abdicato ad una informazione istituzionale. Abbiamo lasciato terreno fertile a chi la pensa in maniera contraria, che è giusto rispettare, ma è pur vero che un’informazione istituzionale pubblica, fatta magari da degli scienziati che non si sono laureati su Facebook ma ad Harvard, come abbiamo fatto noi con Palù è mancata”. E d’altro canto “ci sono una serie di fake news che non aiutano le persone che per la fame e la sete di informazione la assumono dal posto più vicino, che è quello della rete e del passaparola, delle leggende metropolitane…”. Quello che ci sarebbe voluto, e che ci vorrebbe, è quindi un’azione di “informazione”, anche basata sul “web marketing”. Anche perché “è normale ed umano che ci possa essere qualcuno che ha paura di farsi il vaccino, ma da qui a costruire un alibi solido dicendo: ‘io ho detto no per questi motivi’… In mezzo c’è la verità”, conclude Zaia. “Io mi sono fatto il vaccino, non mi sono divertito, l’ho fatto per proteggere la mia salute ma anche per la comunità”. 

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