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Report del Consiglio grande e generale del 22 agosto – Seduta notturna

SAN MARINO - I lavori del Consiglio Grande e Generale proseguono con il

Pubblicato:23-08-2016 10:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:59

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SAN MARINO – I lavori del Consiglio Grande e Generale proseguono con il dibattito, previsto al Comma 7, sul primo dei progetti di legge che recepiscono la volontà referendaria, quello relativo alla preferenza unica. Prima dell’esame dell’articolato la Reggenza, dopo aver riunito l’Ufficio di presidenza, verifica che non ci siano opposizioni al voto palese rispetto agli articoli e al progetto di legge, che viene poi approvato con 50 voti a favore. L’Aula prosegue quindi con il dibattito relativo al Comma 8, “Disposizioni relative al superamento del quorum e alle condizioni di ricevibilità del referendum di iniziativa popolare”.

Di seguito un estratto degli interventi.

Comma 7Progetto di Legge Qualificata “Modifiche alla Legge 31 gennaio 1996 n.6 e successive modifiche – Disposizioni relative al voto di preferenza” (II lettura)


Marino Riccardi, Psd

Il testo recepisce pienamente il quesito referendario. Il rispetto della volontà popolare è importante. Alcuni consiglieri di sesso femminile hanno manifestato la loro contrarietà alla preferenza di genere. Credo sarebbe offensivo per una donna. Sul voto estero forse qualcosa si poteva fare, se non veniva staccata la spina al governo in maniera anticipata. Chiedo che ci sia la volontà piena di votare per alzata di mano o chiamata.

Denise Bronzetti, indipendente

La mia posizione era di forte contrarietà. Non solo per una questione di genere, ma perché credo che chi, per ragioni economiche e di tempo, potrà permetterselo, potrà mettere in dubbio la presenza in Consiglio di chi non ha alle spalle caratteristiche come queste, o come una famiglia di un certo tipo. Mi fanno sorridere gli appelli alla votazione palese della legge. Ciò nasconde altro. Il fatto che siano i partiti maggiormente rappresentativi a farlo fa pensare a una bella resa dei conti interna rispetto all’esito delle preferenze nella prossima consultazione popolare. Questa sarebbe la prova provata che la preferenza unica non risolve quanto riferito. Chi è ben certo di contare su un numero importante di voti sta tranquillo.

Massimo Cenci, Ns

Questo intervento avrà effetti importanti e li avrà da subito. Sulla composizione del Consiglio e sulla modalità di svolgimento della campagna elettorale. La preferenza unica, credo, potrà rappresentare uno stimolo per i partiti per predisporre una rosa di candidati il più rappresentativa e qualificata possibile. La preferenza unica mette tutti sullo stesso piano. Cadono alibi che spesso si sentono. Si è distinto fra uomini e donne, ma non fra consiglieri più o meno adeguati. La preferenza unica va anche in questa direzione. In passato tanti bravi giovani sono stati bloccati dalle cordate.

Rispetto al voto estero, responsabilizzare le comunità potrebbe essere una cosa da fare.

Un cittadino che può esprimere una sola preferenza darà un voto più ponderato, l’eletto sarà più responsabilizzato. Dal mio punto di vista personale la preferenza unica può essere un elemento positivo. Spero non ci siano emendamenti. Il mio voto sarà favorevole, anche quello del mio gruppo.

Marco Podeschi, Upr

Upr aveva chiesto di fare questo provvedimento a luglio con procedura d’urgenza. C’è timore verso noi stessi, mi fa ridere. Non ci fidiamo di noi e lo diciamo anche alla radio. Non penso che riducendo le preferenze gli elettori cambieranno partito. I partiti avranno la capacità di regolare un confronto sano fra i loro candidati? Il problema sarà la qualità di chi starà in quest’Aula fra qualche tempo. Chi è più conosciuto avrà più possibilità di avere la preferenza, come in molti altri Paesi. Nelle ultime elezioni alcuni candidati si sono impegnati con campagne in cui hanno investito molto, ma non sono stati eletti. Chi spende denaro per ciò lo dovrà documentare. Vedremo se le liste punteranno su candidati preparati oppure se assisteremo alle dinamiche che conosciamo.

Roberto Ciavatta, Rete

Abbiamo sostenuto il “sì” al referendum. Chi doveva mettere mano alla legge elettorale se non il governo in carica? Un governo che non risponde alle problematiche del Paese si trova di fronte a una cittadinanza che imposta la scaletta al suo posto. Si parla dei tanti svantaggi della preferenza unica.

Si parla di personalizzazione. Non c’è stata nelle ultime elezioni, e in quelle precedenti? Nulla impedisce ai partiti di dare indicazione di non votare le persone più conosciute. Noi l’abbiamo fatto e continueremo a farlo. Io chiederò di non votare il sottoscritto. Sono più conosciuto di altri e penso che qualche voto mi arriverà lo stesso. Il clientelismo in grande parte è interno, non estero. Se non ci sarà voto palese mi riprenderò mentre voto.

Franco Santi, C10

Voterò “sì” alla legge in maniera palese. Questa discussione è allucinante. Gli esiti dei referendum hanno mostrato il preoccupante distacco della politica dal Paese. Qual è il ruolo dei partiti? Di chi dedica il suo tempo alla questione pubblica? Sembra che non si riescano a recepire le esigenze della cittadinanza. Non si tratta di recepire il quesito. In gioco c’è molto di più.

Gerardo Giovagnoli, Psd

Nessuno ha presentato emendamenti. Ci vorrebbe un automatismo, se va recepito il testo elaborato dal Congresso di Stato e accettato dal Collegio garante. La preferenza unica creerà problemi: non catastrofi ma leggeri impedimenti. La proposta limiterà alcune possibilità sui giovani e sulle donne. Potrei essere smentito. Ne avremo la prova fra circa due mesi.

Luigi Mazza, Pdcs

Prendiamo atto della volontà popolare e ne diamo attuazione. In questi giorni termino il mio impegno politico. Nel 1988 sono entrato in Consiglio con la possibilità di esprimere 6 preferenze. Era difficile. Il problema principale è uno: serve un grosso lavoro culturale di tutti i partiti. Spetta ai partiti stimolare il rinnovamento. Il problema è culturale ed è nei partiti. Sono da sempre favorevole al collegio estero. Ogni modifica elettorale implica un diverso rapporto con la cittadinanza, una diversa fase organizzativa. Ci sarà un modo diverso di presentare i candidati al corpo elettorale.

Dichiarazioni di voto

Francesca Michelotti, Su

Mi sento umiliata. Siamo trattati come un branco di cialtroni falsi e meschini. Mi sono adeguata alla volontà della maggioranza non perché temo di essere svergognata sui social media, come qualcuno ha annunciato di fare, ma perché sono stanca di combattere una battaglia contro la diffidenza e la sfiducia. Non vedo l’ora che tutto questo finisca, che si vada a elezioni. In un Consiglio così non ci potrò più stare. Aspetto con ansia l’ultimo Consiglio. Questa umiliazione non la voglio più vivere.

Comma 8 – Progetto di Legge Qualificata “Modifiche alla Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 e successive modifiche – Disposizioni relative al superamento del quorum ed alle condizioni di ricevibilità del referendum di iniziativa popolare” (II lettura)

Giancarlo Venturini, segretario di Stato agli Interni

In precedenza il quorum era stato abbassato dal 32 al 25%. Ogni tipo di referendum sarà approvato con maggioranza dei voti validamente espressi. Il Collegio garante conferma il recepimento del quesito elettorale. Si tratta di dare attuazione alla volontà dei cittadini.

Augusto Michelotti, Su

Sono stato uno dei promotori dell’uso del metodo referendario per poter portare avanti modifiche al nostro sistema legislativo. Ho presentato un emendamento. Chiedo l’abrogazione dell’articolo 3 comma 1, dove si parla delle firme da raccogliere per svolgere il referendum. Si porta dall’1,5 al 3%. E’ un valore che non mi convince. Non sono critico sul 3%, ma sul metodo usato. E’ stato infilato. Questo è un colpo di mano sul quale non mi trovo d’accordo.

Elena Tonnini, Rete

Sollevo le stesse perplessità. Il quesito chiedeva di abolire il quorum e di facilitare il percorso della raccolta firme. Nel progetto di legge è stata inserita una modifica, un correttivo che annulla la facilitazione del percorso referendario. Si sposta il problema da monte a valle. Si chiede di aumentare il numero delle firme da raccogliere. Non ci devono essere correttivi. Abbiamo depositato un emendamento che chiederà di tornare all’1,5%.

Maria Luisa Berti, Ns

Non abbiamo sostenuto il referendum su questa tematica. Prendiamo atto della volontà dei cittadini e siamo qui a recepire questa volontà. Sosterremo quanto predisposto.

Manuel Ciavatta, Pdcs

Condivido a metà l’intervento di Tonnini. Il referendum, nella sua essenza, è utile a dare indirizzi. Non credo che questa non sia l’opportunità per fare correttivi che si possono ritenere importanti per dare equilibrio a uno strumento che non può essere svalorizzato. Il raddoppio significa circa 1.100 firme. Voteremo il progetto di legge come presentato. Non siamo contrari alla votazione palese.

Vladimiro Selva, Psd

La mia posizione è in linea con il quesito che la cittadinanza ha accolto. L’eliminazione del quorum è un elemento di responsabilizzazione dell’elettorato. Chi sarà informato si esprimerà, chi non ha avuto tempo di approfondire starà a casa. Si garantisce un controllo sull’attività politica. La rappresentanza delegata ha creato grossi problemi, la classe dirigente per molti anni ha un po’ approfittato di questa distanza inconsapevole. Con questo cambio di normativa ci potrà essere una maggiore responsabilità e partecipazione.

Augusto Casali, Ps

Non ho capito bene da dove salta fuori questo 3%. Raccogliere 1.100 firme non è semplice a San Marino. Così si attenuano le scelte della popolazione. Il quesito chiedeva l’abbassamento del quorum nell’attuale situazione. Non parlava di eventuali aggiustamenti o aumenti nella raccolta delle firme. Non so che ruolo ha giocato il comitato promotore, che era abbastanza disponibile a parlarne. Se così non è, il Consiglio si dovrebbe limitare al quesito come proposto. L’elevazione della raccolta delle firme è una forzatura che non capisco.

Andrea Zafferani, C10

Dopo il referendum avevamo sostenuto di non vedere l’attività del Consiglio come sola mera scrittura del testo del quesito, ma come occasione per valutare nel complesso la legge. Se si modifica una parte di una legge per attuare la volontà popolare, è possibile, e a volte necessario, cambiarne un’altra parte. Ciò necessitava di un confronto, però. Purtroppo così non è stato. Il governo ha fatto una proposta in prima lettura. Non avevamo tempo o spazio per discutere di queste proposte. La modifica doveva esserci nel quadro di un confronto con i promotori del quesito. Così non è stato. Non si può ignorare il fatto che questa proposta arriva senza confronto. Ciò non è irrilevante. Su quanto riguarda il numero delle firme ci asterremo, siamo d’accordo nel merito ma non nel metodo. Speriamo nel voto palese.

Matteo Zeppa, Rete

La giustificazione per l’aumento della richiesta delle firme è come un tuffo che finisce con una spanciata. Lo dico visto che siamo in clima post olimpico. Questa maggioranza vorrebbe interpretare un referendum. Non veniva citato l’aumento delle firme al 3%. E’ stato esclusivamente un atto di imperio della maggioranza. Ciò esula dal recepimento del quesito referendario. Manuel Ciavatta non ha l’autorità per dire che i correttivi vanno fatti così in quest’Aula.

Luca Beccari, Pdcs

Avevamo detto che a nostro avviso per noi sarebbe stato necessario ragionare sul numero minimo delle firme. Non è qualcosa che il segretario si è inventato stanotte. Lo abbiamo detto da sempre. Ricordo che la sera dei risultati, in tv, il comitato promotore aveva detto che non era questo il tema del contendere. Ed era disponibile. Mi dovete spiegare perché il comitato promotore deve avere la paternità completa della materia referendaria. Un conto è fare una proposta che viene accettata dai cittadini, altro è dire che su altre proposte bisognava sentire il comitato promotore. Noi non abbiamo perso la potestà legislativa. Ma non dobbiamo fare provvedimenti che falsano il risultato del referendum. Crediamo che con la nuova impostazione i requisiti saranno rafforzati, perché la manifestazione della base di volontà sarà più sostenuta. Questo è il nostro punto di vista.

Nicola Renzi, Ap

La proposta del comitato referendario consisteva nel quesito, ma ha avuto anche un approfondimento e dibattiti che non si limitavano ad abolire il quorum. La campagna referendaria si è sviluppata anche su proposte, a corollario ma non banali, che prevedevano la possibilità di agire con una legge di recepimento che aveva anche altri contenuti, come l’innalzamento delle firme richieste. Se non lo riconosciamo facciamo un torto a chi si è impegnato per presentare il quesito. Il nostro voto sarà favorevole.

Luca Santolini, C10

Le modalità dell’intervento ci hanno lasciato interdetti. Beccari dice che il confronto si può fare adesso. Non mi pare ci siano i margini per farlo, è tardi e l’Aula è mezza vuota. Ci asterremo sull’aumento delle firme al 3%. Voteremo favorevolmente al progetto di legge.

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