Roma, commissione parlamentare periferie a Montespaccato

L'impegno preso oggi dall'organo presieduto da Alessandro Battilocchio, nei confronti dell'ex Ipab 'Asilo Savoia', che da sei anni gestisce il centro sportivo 'Don Pino Puglisi'

Pubblicato:23-07-2024 15:44
Ultimo aggiornamento:23-07-2024 16:57

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VISITA A CENTRO SPORTIVO ASILO SAVOIA, BATTILOCCHIO: ‘TAPPEREMO FALLE CODICE ANTIMAFIA’

Tappare la “falla non voluta” all’interno del Codice antimafia per permettere anche alle Asp, le Aziende pubbliche di servizi alla persona, oggi paradossalmente escluse, di accedere direttamente ai beni confiscati alle mafie restituiti dallo Stato ai cittadini. È l’impegno preso oggi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie, presieduta da Alessandro Battilocchio, nei confronti del presidente dell’ex Ipab ‘Asilo Savoia’, Massimiliano Monnanni, che da sei anni gestisce il centro sportivo ‘Don Pino Puglisi’ di Montespaccato, confiscato al clan Gambacurta. E che adesso, dopo una controversa sentenza della Corte d’Appello al momento sospesa dalla Procura generale in attesa della pronuncia entro fine anno della Cassazione, potrebbe trovarsi a dover convivere con un esponente dello stesso clan.

BATTILOCCHIO: “CONTINUATE A LOTTARE, UN’ALTRA STRADA È POSSIBILE”

“Assieme al quartiere avete lanciato un appello forte, e noi come commissione siamo qui insieme alle altre istituzioni perché il percorso in atto in questo contesto complesso della città merita di essere sostenuto e di andare avanti”, ha detto Battilocchio durante l’incontro di stamattina al centro sportivo a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche gli assessori al Patrimonio di Roma Capitale, Tobia Zevi e alle Politiche sociali della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, oltre al presidente del XIII Municipio, Sabrina Giuseppetti. La sentenza depositata qualche settimana fa, ha ricordato il deputato di Forza Italia, “aveva destato preoccupazione generale e ci sono stati interventi a tutti i livelli, non solo politici ma anche ad esempio della Cei. Quello che avete lanciato qui è un esperimento importante e virtuoso di coinvolgimento di tutta una comunità che sta partecipando al progetto: l’azionariato popolare che ha riunito oltre 1.500 cittadini che hanno voluto dare una mano rappresenta la nuova consapevolezza del quartiere rispetto alla possibilità del cambiamento”. Quella decisione però “rischiava di riportare indietro le lancette, ed è stata in parte recuperata con la sospensione dell’esecutività della sentenza e il ricorso in Cassazione, ma serve un ragionamento più ampio”. Come commissione parlamentare d’inchiesta, ha proseguito Battilocchio, “abbiamo il compito di sottolineare criticità e problematiche e indicare possibili soluzioni, le informazioni ricevute oggi sono utili e propedeutiche anche rispetto ad atti parlamentari conseguenti”. Da qui l’impegno: “Sull’odg che avevo presentato alla Camera e che era stato approvato per l’acquisizione dei beni confiscati da parte delle Asp ci torneremo, perché è una falla nel Codice antimafia, ovviamente non voluta, e c’è la disponibilità del Governo a intervenire, è stata presentata anche una mozione ad hoc: il segnale oggi è che le sorti di questi progetti stanno molto a cuore alle istituzioni, quindi vi chiediamo di continuare questa battaglia con talento e tenacia perché vale assolutamente la pena continuare dimostrare al quartiere che un’altra strada è possibile”.

MONNANNI: “MONTESPACCATO TEME RITORNO GAMBACURTA, ISTITUZIONI NON ARRETRINO”

Il 24 giugno scorso, ha ricordato Monnanni, “la Corte d’Appello ha revocato parzialmente la confisca della quota societaria detenuta da Valerio Gambacurta, il 15%, perché la quota nominale della società è molto bassa, parliamo di 1.500 euro su un capitale sociale di 10mila, e quindi poteva legittimamente avere questi soldi e investirli. La quota ha sì quel valore nominale, ma è il 15% di tutto questo impianto acquistato dai Gambacurta nel 2007 a 1,2 milioni e che oggi ne vale più di 2”. Tanto che, ha sottolineato il presidente dell’ex Ipab, “la sentenza ha confermato la confisca della società, ma riconoscendo comunque il dissequestro quota. Ora entro il 24 dicembre si pronuncerà la Cassazione, dopo il ricorso della Procura generale che ha sospeso l’esecutività sentenza e ne ha chiesto l’annullamento. Parliamo tra l’altro del figlio del boss, già condannato a 3 anni con sentenza passata in giudicato e che era direttore generale del centro sportivo, non un magazziniere”. Questo, però, non è l’unico problema che Asilo Savoia sta riscontrando nella gestione del centro sportivo. “I beni confiscati possono essere destinati a enti pubblici e no profit, l’unico ente che non può accedere direttamente sono le Asp, le Aziende pubbliche di servizi alla persona, che paradossalmente sono quelle che forniscono i servizi sociali. In pratica, noi investiamo risorse ma potremo anche non essere più i destinatari finali dell’impianto”. Il centro, perciò, “si trova in un’eterna transitorietà da sei anni, una situazione che impedisce qualsiasi tipo di programmazione per arrivare a una gestione sostenibile dell’impianto”. Allo stato, ha evidenziato Monnanni, “non possiamo formalizzare la convenzione con il ministero dello Sport, non possiamo dare corso al progetto di partecipazione popolare. E inoltre, dopo la sentenza, c’è stato un calo delle iscrizioni al nostro centro estivo: questo perché già da aprile c’erano persone evidentemente più informate di noi che giravano nel quartiere a dire che ‘questa storia’ sarebbe finita e che sarebbero tornati i Gambacurta, fatto che seppur parzialmente si è verificato”. Ecco perché adesso “serve un patto di comunità, le istituzioni non devono solo difendere quanto raggiunto in questi anni ma dare un segnale che non solo non hanno arretrato ma che raddoppiano impegno e sforzi e fanno passi avanti. Dobbiamo mettere insieme le politiche di ogni soggetto dandogli una leggibilità immediata sulla vita quotidiana dei cittadini, e lo possiamo fare molto più facilmente attraverso lo sport”. Da qui la proposta del presidente di Asilo Savoia: “Vorremmo mettere in campo un intervento strutturale chiedendo al ministero di trasferire il finanziamento bloccato da ormai oltre tre anni per recuperare l’impianto confinante del ‘Fogaccia’, che la parrocchia ci ha già dato in comodato gratuito e che potrebbe rappresentare un’alternativa in caso di una sentenza negativa della Cassazione negativa. In ogni caso, ci si potrebbe comunque realizzare un impianto polifunzionale per dare un segnale di qualcosa di nuovo e di ulteriore per il quartiere in termini di servizi e di sport oltre al calcio”.

IMPEGNO REGIONE E COMUNE: “CONTRIBUTO STRAORDINARIO E ACQUISIZIONE IMPIANTO”

Per Maselli “dobbiamo dare un segnale a chi oggi ha fiducia in questo che era un presidio di straordinaria illegalità e che oggi lo è di legalità. Metteremo un contributo straordinario in assestamento di bilancio nei prossimi giorni che sicuramente aiuterà. In questo momento non bastano solo solidarietà e ordini del giorno, serve anche un contributo concreto”. A Roma, ha ricordato Zevi, “è stato istituito da due anni un Forum cittadino dei beni confiscati e ne siamo particolarmente fieri perché sta funzionando. In questo lavoro ci siamo resi conto da subito che tra la lista del tribunale e quella che arriva alle istituzioni locali c’è uno iato clamoroso, per Roma si passa da 3.500 a 300: questo perché mentre un immobile confiscato si riesce a gestire, dove c’è una gestione da fare, magari con dipendenti, debiti e contenziosi allora le istituzioni vanno in difficoltà. I beni invece sono simbolo di persone, al di là dei tecnicismi”. Ecco perché, ha annunciato l’assessore capitolino, “qui a Montespaccato vogliamo fare come a Ostia con la Palestra della legalità: prendo l’impegno di provare ad acquisire l’impianto al patrimonio del Comune per dare anche la possibilità di investire sull’immobile. Non prendo inoltre impegni sul bilancio perché è sempre sanguinoso, soprattutto in periodo di assestamento, ma mi prendo l’impegno a provarci”.

STARACE (XTE): “PARTECIPIAMO A PATTO COMUNITÀ PER CENTRO, FONDI A DISPOSIZIONE

“Abbiamo accolto con forza l’appello dell’Asilo Savoia nel costruire un patto sociale per il centro sportivo di Montespaccato. Come privati siamo a disposizione con le nostre forze e vogliamo essere parte integrante della battaglia per la legalità. Siamo orgogliosi di rappresentare il sostegno economico privato per costruire insieme al pubblico il futuro della comunità sportiva di Montespaccato”. Lo afferma Riccardo Starace, presidente di XTE, nuovo servizio di sanità integrata e digitale. Una realtà imprenditoriale privata nell’ambito sanitario che sosterrà il Montespaccato Calcio con una serie di iniziative, assicurando la continuità e lo sviluppo del programma ‘Talento & Tenacia’, concorrendo anche alla sua sostenibilità finanziaria. “La nostra azienda sarà da subito attiva nel mettere a disposizione fondi privati per la squadra- ha aggiunto Starace – Per noi è motivo di grande soddisfazione poter entrare a far parte del patto sociale accanto all’Asilo Savoia e alle istituzioni”

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