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Roma, a Casalotti dalle erbacce all’orto botanico

Una delle tante azioni chiuse nelle periferie con il progetto 'Patti d'Impatto'

Pubblicato:23-07-2021 14:56
Ultimo aggiornamento:23-07-2021 14:56

IC Casalotti 259 Roma
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ROMA – Recuperare uno spazio verde abbandonato e farne un luogo di cura e rispetto dell’ambiente. Sporcarsi le mani di terra per capire davvero le lezioni di scienza. È quello che è successo all’IC ‘Casalotti 259’ di Roma, dove un gruppo interclasse, con il sostegno e l’aiuto di genitori e insegnanti, è riuscito a trasformare magicamente un angolo di terra abbandonato per riempirlo di piante aromatiche e fiori. Una delle tante azioni che si sono chiuse a giugno con il Progetto Patti d’Impatto selezionato da Con i Bambini (www.conibambini.it) nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile gestito dalla Cooperativa Sociale Il Cammino, in partenariato con altre cooperative sociali (Folias Cooperativa Sociale, Parsec Cooperativa Sociale, Cooperativa Sociale Eureka 1 Onlus, Cooperativa Sociale Magliano 80 Onlus) e 5 istituti comprensivi del territorio.

“Per l’estate il personale della scuola si occuperà di tenere in vita le piante. Con la riapertura a settembre saranno gli stessi operatori OEPA e gli insegnanti a prendersi cura dell’orto”. A dirlo all’agenzia Dire Antonia Sabato psicoterapeuta e responsabile Area Minori e Famiglia della cooperativa Eureka 1, che per ‘Patti d’Impatto’ ha curato l’intervento sul plesso di Casalotti. “Il tutto è iniziato con l’educazione al consumo sostenibile e da lì si è costituito un gruppo alunni e insegnati che ha operato attraverso la riqualificazione dello spazio comune di un orto giardino, le stesse persone che lo potenzieranno quest’anno. Se Patti d’Impatto proseguirà potremmo progettare altre cose, coinvolgendo la scuola adiacente”.

IC Casalotti 259 Roma

E ancora spiega la dottoressa Sabato, “l’obiettivo della nostra equipe di educatori e psicologi è proprio quello di creare un impatto positivo sul territorio, siamo degli attivatori in grado di permettere alle scuole stesse una prosecuzione nella cura degli spazi comuni. Piccoli interventi mirati, grazie al lavoro di integrazione con tutti gli alunni disabili, Bes e altri”. Insomma “piccole tracce che rimangono anche con poche azioni mirate. Il senso è che possiamo rendere una scuola migliore, luogo di educazione e lavoro piacevole. Siamo riusciti a fare il minimo, superando ostacoli di varia natura. In questa situazione di difficoltà, i docenti e gli amministrativi sono presi inevitabilmente dalla parte curriculare e altre impellenti priorità, quindi abbiamo riscontrato una resistenza non intenzionale. Talvolta hanno difficoltà ad avere un’idea nuova e guardare in modo diverso a ciò che hanno intorno, noi abbiamo aiutato a fare vedere che con poco si creava un contesto piacevole e stimolante”.


Quindi, “sono stati predisposti dei vasconi di materiale ecosostenibile per accogliere la coltivazione di piante aromatiche. I bambini, con l’aiuto dell’insegnante, hanno scoperto gli strumenti di misura e registrazione della crescita delle piante; hanno imparato ad usare il calendario per programmare semine, trapianti e raccolti; hanno acquisito competenze pratiche nelle attività agricole. Tutte queste attività, a cui hanno partecipato ragazzi e ragazze con differenti abilità, hanno favorito lo spirito di cooperazione, migliorato i rapporti interpersonali e sviluppato la motivazione all’assunzione di piccoli impegni da mantenere nel tempo, come il semplice innaffiare le piante regolarmente. L’attuale orto-giardino è nato all’interno del percorso di Educazione al consumo alimentare, svolto nell’anno scolastico precedente con il supporto di esperti di sostenibilità ambientale della Fondazione Ecosistemi. Nel laboratorio sono stati coinvolti alunni, insegnanti e genitori che si sono informati e formati sugli impatti ambientali e sociali legati al consumo alimentare, sulle possibili soluzioni e su come le famiglie e le piccole comunità possono fare la differenza”.

Infine a conclusione di quel percorso è nata “l’idea di un’azione concreta per aiutare l’ambiente realizzabile all’interno della scuola. È stata individuata un’area verde in condizione di abbandono che i ragazzi, con la collaborazione di genitori e insegnanti, hanno portato a nuova vita attraverso attività gratificanti e socializzanti. Ciascun bambino, alla fine del proprio ciclo scolastico, lascerà nell’Istituto che ha frequentato un pezzettino di vita che ha contribuito a far nascere e la affiderà ai bambini che, dopo di lui, se ne prenderanno cura”.

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