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Mal di schiena, Napoli (Sapienza): “Tecniche non chirurgiche nuova frontiera di trattamento”

Intervista al Professor Alessandro Napoli, radiologo interventista presso l'Università Sapienza di Roma

Pubblicato:23-07-2021 12:40
Ultimo aggiornamento:23-07-2021 12:40

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ROMA – Le patologie che affliggono la colonna vertebrale sono molto diffuse. Il cosiddetto mal di schiena colpisce l’80% circa della popolazione italiana. Numeri persino in crescita nell’ultimo anno e mezzo di pandemia contraddistinto da diffuso ricorso allo smart working e legato ad una scarsa attività fisica. Oltre ad essere un problema per l’individuo è anche un problema sociale che si traduce anche in molte ore di lavoro perse. Per capire l’entità del problema, quali sono le nuove frontiere di trattamento non invasive e quali sono le attività anche sportive che aiutano a prevenire il problema l’agenzia di stampa Dire ha interpellato il Professor Alessandro Napoli, radiologo interventista presso l’Università Sapienza di Roma.

– Quali possono essere le cause del mal di schiena? E quanto è importante una corretta valutazione dello specialista per inquadrare seriamente il problema?

“Le cause del mal di schiena possono essere le più varie. Tra queste cause c’è sicuramente una patologia a carico del disco intervertebrale che può provocare un’ernia. Nel caso dell’ernia cervicale il dolore arriva alle braccia mentre quando si è affetti da ernia lombare il dolore si irradia lungo le gambe con una diramazione cosiddetta sciatica. La patologia non dipende sempre dal disco ovvero non tutte le ernie generano il mal di schiena. Esiste infatti un mal di schiena scaturito dalle articolazioni che chiudono posteriormente la colonna vertebrale. Queste articolazioni possono determinare un dolore lombalgico assiale, che non necessariamente si irradia verso le gambe. Questa tipologia di mal di schiena è frequente e affligge soprattutto le persone che per vari motivi assumono la posizione da seduto per molte ore al giorno”.


– Quando gli interventi conservativi non funzionano non è detto che l’unica opzione sia l’intervento chirurgico … Oggi infatti è possibile optare per terapie personalizzate e non invasive che sfruttano nuove tecnologie. Ce ne parla e in quali casi sono indicate?

“Si tratta di una frontiera in grande espansione ed è praticabile nei casi in cui la fisioterapia o la farmacologia falliscono. In tutti questi casi il paziente era un tempo costretto ad affrontare necessariamente la chirurgia. Oggi è possibile offrire una serie di tecnologie mirate per quel tipo di mal di schiena. E’ fondamentale una analisi personalizzata per cercare di capire l’esatta fonte del dolore e del mal di schiena per poi scegliere la tecnologia migliore per quel paziente specifico. In aiuto del paziente arrivano le radiofrequenze e il laser. Le tecniche sono molteplici e in crescita anche sotto l’aspetto tecnologico”.

– Post terapia è necessario o consigliato comunque seguire un protocollo fisioterapico?

“Queste procedure sono percutanee, si ottengono attraverso l’utilizzo di aghi sottilissimi che richiedono un’anestesia locale e a volte neanche questa. Tutta la procedura è guidata dalle immagini e quindi stiamo parlando di una pratica ‘gentile’ e ‘rispettosa’ dell’anatomia della colonna vertebrale e del corpo umano. Si va a stimolare la zona e a determinare un effetto antalgico che può essere anche a lungo termine. Quando la situazione è ristabilita la pratica fisioterapica è necessaria. Dobbiamo immaginare la nostra colonna vertebrale come un palazzo formato da tanti piani che hanno bisogno di un sostegno, di pilastri che nel caso dell’uomo sono i muscoli. Affinché la colonna sia in salute dobbiamo avere dei validi muscoli e ciò si ottiene attraverso un percorso fisioterapico personalizzato, con la riabilitazione posturale e con un buon rinforzo muscolare. Si tratta di un lavoro corale eseguito insieme ad altre figure specialistiche”.

– Abbiamo capito come affrontare il mal di schiena … a questo punto ci può svelare il segreto per prevenirlo?

“Una sana attività fisica è sicuramente uno dei segreti infatti avere un corpo allenato e dotato di una buona struttura muscolare che favorisce il prevenire di eventi a volte fastidiosi come la rottura di un disco e la conseguente fuoriuscita dell’ernia. In che modo allernarsi? L’uso dei pesi in palestra non è sicuramente il migliore amico della nostra colonna. E’ bene optare per allenamenti a corpo libero. Sono da consigliare anche lo yoga e il pilates, pratiche valide perché rinforzano la muscolatura in maniera isometrica che insieme all’allungamento del muscolo favoriscono una certa elasticità. Solo attraverso queste condotte riusciamo ad ottenere una buona qualità della vita a livello della colonna vertebrale”.

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