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Stop al ddl Pillon: testo della Lega accantonato, discussione rinviata a settembre

La commissione Giustizia del Senato, che sta esaminando il testo, ha rinviato la discussione a nuova data, probabilmente a settembre.

Pubblicato:23-07-2019 12:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:33

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ROMA – Battuta d’arresto per il ddl Pillon. La commissione Giustizia del Senato, che sta esaminando il testo, ha rinviato la discussione a nuova data, probabilmente a settembre.

Il confronto tra i leghisti e l’opposizione si era acceso in sede di ufficio di presidenza. Dopo la frenata del Movimento Cinque stelle (“Il ddl Pillon è superato, serve un nuovo testo base”), la senatrice del Pd Valente ha chiesto a gran voce il ritiro del testo leghista. Momenti di confusione in maggioranza, visto che il vicepresidente Crucioli (M5S) era tra quelli che poche ore prima avevano criticato il ddl.

Alla fine un accordo si è trovato: il Pd, fortemente contrario alla legge, ha ritirato tutti gli iscritti a parlare ed è poi stato votato il mandato al relatore per presentare un testo unificato.


Sono infatti sei i ddl sulla materia. Pillon ha provato a sdrammatizzare: “Simona- ha detto alla senatrice Malpezzi del Pd- almeno come premio di consolazione vieni a cena con me…”. Lei, sorridendo, ha declinato l’invito.

DDL PILLON. PALLADINO (D.I.RE): RINVIO NON CI RASSICURA, VOGLIAMO RITIRO

“Nulla ci rassicura, ci rassicurerebbe il ritiro del ddl Pillon e degli altri disegni di legge, in particolare il ddl 45. In realtà ci sono una serie di disposizioni, di richieste di cambiamento del nostro sistema normativo che ci mettono in allarme perché sono addirittura contrari all’articolo 3 della Costituzione e sono al di fuori della cornice culturale, politica e normativa della Convenzione di Istanbul. Per questo non siamo assolutamente tranquille, siamo molto preoccupate per le donne e per i bambini, ma anche per gli uomini di questo Paese, perché è la libertà di tutti e l’agibilità democratica che vediamo messe in discussione”. Lo ha detto alla Dire la presidente della rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re in piazza al presidio convocato da Non Una Di Meno contro il Ddl Pillon in corrispondenza della ripresa della discussione della proposta di legge in Commissione Giustizia al Senato, che ha deciso di rinviarne la discussione.

Per Palladino si tratta di “un tentativo per prendere tempo perché la tensione è troppo alta anche in altri ambiti della politica. Ma non ci incantano- ha concluso- noi continueremo senza distrarci, senza farci prendere in giro, finché non vi sarà il ritiro di questo e degli altri disegni di legge”.

DDL PILLON. NUDM A MONTECITORIO: SLITTAMENTO? SI SOTTRAGGONO A CONFRONTO

Le attiviste di Non Una Di Meno tornano in piazza Montecitorio per chiedere il ritiro del disegno di legge Pillon su separazione e affido che “rischia di riportare questo Paese indietro di 40 anni”, prima che passi al Parlamento per l’approvazione definitiva. E proprio mentre alla spicciolata arrivano al sit-in le attiviste, mentre il termometro segna 36 gradi, arriva in piazza anche la notizia dello stop al Ddl in Commissione Giustizia al Senato, che ne ha rinviato la discussione, probabilmente a settembre.

“Apprendiamo questa notizia come l’ennesimo passaggio di fuga di questa maggioranza nei confronti delle richieste del movimento femminista che da agosto, cioè da quando il Ddl è stato depositato, non fa altro che nicchiare e non dare risposte chiare- ha dichiarato alla Dire Serena Fredda, di Nudm-Roma- Questo slittamento è un ulteriore sottrarsi ad un confronto e ad una risposta che si chiede da tempo. Noi ribadiamo qui che vogliamo il ritiro immediato del ddl Pillon perché non è emendabile e deve essere bloccato”.

Fondamentale, per le femministe – raggiunte in piazza dalle deputate Laura Boldrini e Rossella Muroni – scongiurarne l’approvazione, perché il testo contiene norme “che vogliono cancellare tutti gli strumenti di tutela previsti nei casi di violenza e tutti i diritti conquistati dalle donne in anni di lotta”.

Tra i punti più criticati del Ddl, “la cancellazione dell’assegno di mantenimento, l’introduzione della Pas (sindrome da alienazione parentale) e della mediazione familiare obbligatoria”, tutte proposte, avverte Fredda, “ispirate alla stessa logica che attacca le donne e fa dei minori l’oggetto della vendetta”.

“Noi siamo per la genitorialità condivisa, non per la spartizione perché i minori non sono un patrimonio da dividersi- continua l’attivista- E siamo contro la mediazione familiare obbligatoria, perché questo imporrebbe ulteriori traumi alle donne vittime di violenza”. Nel mirino delle femministe, non solo il senatore Pillon e la Lega, ma anche i “parlamentari 5 stelle, che malgrado gli annunci di Spadafora non hanno fatto nulla per bloccare questo disegno di legge”.

Tante le città in cui oggi Non Una Di Meno ha chiamato alla mobilitazione, da Milano a La Spezia, da Cagliari a Trieste, a Padova e Livorno e tante le realtà sociali presenti in piazza, dai centri antiviolenza (D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, Differenza Donna, Reama, BeFree) alla Casa Internazionale delle Donne alla Cgil. E la protesta arriva anche a Palazzo Madama, in Senato, dove sta per iniziare la conferenza stampa promossa oggi pomeriggio da D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, Udi-Unione delle donne in Italia, Rebel Network, Se non ora quando?, Coordinamento nazionale comitati, Casa Internazionale delle Donne, Differenza Donna, Arci Nazionale, ArciLesbica Roma, Cgil e Uil per chiedere ai parlamentari di “trasformare le proprie dichiarazioni contrarie al Ddl Pillon in azioni concrete”.

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