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Draghi parla dei suoi successi, Conte e il M5S masticano amaro

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:23-06-2021 16:26
Ultimo aggiornamento:23-06-2021 16:26

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ROMA – “Sì, abbiamo notato che il premier Draghi sottolinea sempre i suoi successi, non nomina mai il Governo Conte, ma bisogna capirlo anche lui vive un momento particolare, non è tutto rose e fiori. Deve fare le riforme, deve gestire ancora la pandemia… in quel modo cerca di apparire forte, pronto alla sfida“, spiega un esponente di spicco del M5S.

Una ‘dimenticanza’ notata anche da Pierluigi Bersani: “Draghi in Aula assolutamente condivisibile, mi sarebbe piaciuto che si fosse pronunciata anche la parola ‘Conte’. Non è vedovanza, ma continuità istituzionale. Siamo un paese – aggiunge – ognuno fa il suo pezzo e quel governo ha ottenuto in Europa questo intervento. Ho fatto il ministro, quando era il momento ringraziavo Gianni Letta o Scajola”. E comunque pure il M5S, con il leader incaricato, Giuseppe Conte, non vive un passaggio semplice: “Vero anche questo – prosegue la fonte ‘grillina’- non ci facciamo mancare nulla. I due stanno ancora trattando, non sappiamo quando Grillo scenderà a Roma, se e come si risolverà il duro confronto tra i due“.

A livello politico tra i partiti prosegue lo scontro sul disegno di legge Zan, contro l’omotransfobia, contestato ieri dal Vaticano che con una sua nota al Governo italiano ha chiesto di stoppare il provvedimento. Sulla questione ieri il premier Draghi, in modo autonomo, che ha suscitato qualche perplessità a livello parlamentare, ha detto che ne avrebbe parlato in Senato: “Curioso – sottolinea una fonte istituzionale- nessuno lo aveva chiesto e poi non è il premier che decide quando intervenire in Parlamento…”.


Saranno solo questioni di galateo, ma l’intervento a gamba tesa del Vaticano è stato apertamente contestato dal presidente della Camera, Roberto Fico: “Il Parlamento è sovrano, i parlamentari decidono in modo indipendente quello che vogliono votare. Il Ddl Zan e’ gia’ passato alla Camera e adesso e’ in Senato, noi come Parlamento non accettiamo ingerenze. Il Parlamento e’ sovrano e tale rimane sempre”, ha detto.

Una linea, questa dell’autonomia del Parlamento, che al momento trova le forze del centrosinistra unite. Infatti i capigruppo del Senato stasera chiederanno “come da accordi, la calendarizzazione in aula del ddl Zan”. Su questo provvedimento c’è stata anche la netta presa di posizine del segretario del Pd, Enrico Letta: “Noi siamo convinti della bontà del ddl Zan, sin dall’inizio è stato fatto un lavoro importante, è un provedimeno che non limita la libertà di espressione ma ha la finalità d intervenire contro i reati d’odio. Non è per bandiera ma è una norma di civiltà“, ha detto il segretario Dem.

Si schiera col Vaticano il leader del Carroccio, Matteo Salvini: “Raccolgo l’appello della Chiesa- ha detto- discutiamo di come punire discriminazioni e abusi ma senza mettere la censura o coinvolgere i bambini. Sono disposto ad incontrare Letta ma il silenzio che arriva dal Pd è assordante”. Profilo istituzionale, invece, quello tenuto dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “La nota verbale consegnata dalla santa Sede al Governo italiano attraverso il nostro ambasciatore è un passo formale tra due autorità sovrane… un atto diplomatico e come tale deve essere affrontato. Draghi deve spiegare come il Governo intende dirimere la controversia. Inoltre buon senso vorrebbe che l’esame della proposta di legge fosse sospeso e rimandato in attesa che il contenzioso sia risolto“, ha sottolineato Giorgia Meloni.

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