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A Firenze nasce Robin Food, la coop sostenibile dei rider

I ciclofattorini del capoluogo toscano si sono messi in proprio per avere "una paga oraria e contratti da dipendente"

Pubblicato:23-06-2021 14:16
Ultimo aggiornamento:23-06-2021 14:25
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FIRENZE – Si chiama ‘Robin Food‘ ed è la prima cooperativa di rider a Firenze. Come a Verona o a Bologna, anche qui i ciclofattorini decidono di mettersi in proprio provando a sfidare i colossi del delivery. Lo fanno con la benedizione della Cgil e il supporto di Legacoop, che insieme hanno deciso di accompagnare il progetto dei sette soci fondatori. Che su retribuzione, lavoro e diritti cambiano paradigma: “Da noi il cottimo non esisterà più. Ci sarà una paga oraria e contratti da dipendente”, sottolinea uno dei soci, Duccio D’Agnano, presentando il progetto che diverrà operativo il prossimo settembre.

Con il lancio di stamani, quindi, parte la campagna di crowdfunding sulla piattaforma ‘Eppela’ studiata per aiutare la società a muovere i primi passi. L’obiettivo è raggiungere 15.000 euro, utili soprattutto “per acquistare e-bike aziendali, biciclette cargo per la logistica e pagare la presenza in rete“, spiegano i sette, che puntano anche sul lato ambientale della professione. “La nostra cooperativa– dice Simone Di Giulio, presidente di Robin Food- vuole essere un’alternativa etica e sostenibile rispetto alle grandi aziende che dominano il mercato. Ci concentreremo principalmente sul settore del food delivery, ma gestiremo la logistica di altri beni lavorando con le aziende del territorio”.

Fatto il progetto e il sito, ora il grosso del lavoro si concentrerà sull’app dedicata e sulla costruzione di rapporti con il mondo della ristorazione. Il primo passo, infatti, è “coprire bene il centro”, ma nel tempo l’orizzonte sarà quello di “servire gran parte della città”. Il tutto però rovesciando il concetto “che il food delivery debba essere per forza super economico. Noi non ci possiamo permettere due settimane di consegne gratis” visto che “con questo lavoro ci dovremo vivere. Ma stiamo facendo tutto il possibile per arrivare ad un prezzo equo per tutti”.


Il principio è quello “di tenere il valore aggiunto sul territorio, evitando che ci siano multinazionali che lucrano sia sul lavoro dei rider che sui ristoratori, portando il profitto da un’altra parte. La scommessa sta nel creare una piattaforma fiorentina dove i ristoratori pagano un prezzo più basso” di quanto fatto finora e “le persone imparano che per una pizza trasportata 15 chilometri è giusto pagare qualcosa, recuperando il valore del lavoro dei rider”, continua Irene Mangani, vicepresidente di Legacoop Toscana.

La nascita della Robin Food e la firma del protocollo “che sancisce piene tutele ai fattorini, propone ai consumatori un’alternativa sostenibile nel settore delle consegne a domicilio. Ed è significativo che i protagonisti di questa esperienza siano proprio i rider che in questi mesi si sono battuti contro lo sfruttamento imposto dalle multinazionali e che, con concretezza e coraggio, si sono auto organizzati in questa cooperativa”, conclude Ilaria Lani, segretaria generale Nidil Cgil Firenze.

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