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‘Il Regno’ è tra Medioevo e presente: nel film si ride con Fresi e Tortora

Il film d’esordio di Francesco Fanuele distribuito da Fandango arriva il 26 giugno in streaming. Ma "non si esclude un'uscita al cinema"

Pubblicato:23-06-2020 16:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:32

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https://www.youtube.com/watch?v=Cw8UgJTKYr0&feature=youtu.be

ROMA – Un regno perfetto in cui la modernità viene lasciata fuori per dare spazio agli usi e costumi del Medioevo. Una società in cui il tempo si dilata e il baratto non permette alla delinquenza, alla fame e agli aspetti malsani della contemporaneità di ‘soffocare’ l’equilibrio degli abitanti di un casale di campagna alla periferia della Capitale. Una realtà assurda a due passi dal caos della città moderna che prende vita ne ‘Il Regno’ di Francesco Fanuele e sviluppato, precedentemente, nel suo omonimo cortometraggio di diploma del Centro sperimentale di cinematografia.

TRAMA E CAST

Presentato ‘fisicamente’ alla Casa del Cinema a Roma, il lungometraggio di esordio di Fanuele non esplora soltanto la riscoperta di un mondo senza tecnologia ma anche il tema della solitudine attraverso Giacomo, il protagonista interpretato da Stefano Fresi (già nel cast del corto): autista di autobus, rimasto senza genitori, non ha una compagna e i passeggeri del bus non possono avvicinarsi a lui per via del cartello ‘non parlare con l’autista’.


“Io sono molto nostalgico. Il mio desiderio è trovarmi dopo la morte in epoche passate che conosco poco”, ha detto Fresi durante la conferenza stampa. “Io sono cresciuto nella campagna della Sardegna. Quando avevo cinque anni, più o meno, ho vissuto le stesse situazioni del film perché a casa di mia nonna non c’era la luce e l’acqua calda. L’appartenenza a questi luoghi (che fanno riassaporare le cose semplici, ndr) – ha continuato l’attore – e il tempo dilatato hanno rappresentato la ‘madre’ di molti sogni che mi hanno portato ad essere la persona che sono ora”.

La storia racconta di un conducente di autobus. Un giorno scopre che il padre, che lo ha abbandonato trent’anni prima, gli ha lasciato in eredità il trono di un regno tanto assurdo quanto medievale. Dopo essersi ritrovato a capo di questa comunità segreta e averla messa a repentaglio, l’autista combatte contro lo Stato italiano per salvarla e ottenere l’indipendenza, riuscendo finalmente a superare il suo complesso d’inferiorità verso la figura paterna e a rimarginare la ferita dell’abbandono. Giacomo ha avuto il coraggio di lasciare tutto: macchina, smartphone e tutte le comodità della modernità ma non il lupetto della A.S. Roma, la pasta alla gricia e il poster di Francesco Totti.

A supportarlo in questo viaggio assurdo alla riscoperta di se stesso c’è l’avvocato Sanna, interpretato da Max Tortora. “Grazie alla non tecnologia ho sofferto meno per amore perché, una volta, se chiamavi a casa la persona che ti piaceva e ti rispondeva un suo parente o un’amica che ti dicevano ‘lei/lui non è a casa’ tu ci credevi. Con whatsapp, invece, ti legge e non ti risponde.

“Vivevo meglio negli Anni 70”, ha raccontato Tortora con la sua inconfondibile ironia. ‘Il Regno’ è un ritratto ‘fantastico’ e divertente della società odierna che pone allo spettatore riflessioni interessanti e tante risate con l’irresistibile coppia Fresi-Tortora e il loro linguaggio aulico ‘tinto’ di romanaccio. “Sono uno degli esordienti più fortunati degli ultimi tempi perché ho avuto la possibilità di lavorare con questo cast (composto da Fresi, Tortora, Silvia D’Amico e Fotinì Peluso, ndr)”, ha raccontato Fanuele, che ha concluso: “È stato bello vivere un’epoca in cui le cose di tutti i giorni sono più vere rispetto a come le viviamo oggi”.

L’USCITA

Il film arriverà il 26 giugno sulle principali piattaforme on demand, distribuito da Fandango, ma come ha sottolineato il produttore Domenico Procacci non si esclude un’uscita al cinema.

“Gli esercenti dovrebbero essere meno preoccupati: tutti amiamo la sala, l’esperienza di qualità è superiore a qualunque altro tipo di fruizione. Abbiamo capito che in certi momenti la sala non esiste”, ha dichiarato Procacci. “Sicuramente sarà meno ‘romantico’ sostenere le piattaforme ma è un valore che è giusto che cresca. La sala non è l’unica cosa a cui pensare. Per esempio – ha continuato il produttore – l’home video è un valore che è crollato e invece andrebbe difeso. Mi auguro che il film arrivi nelle sale, ma non esistono solo i cinema. Il cinema deve imparare a ragionare con le piattaforme “.

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