NEWS:

FOTO | A Faenza, dove l’acqua si è presa tutto tranne lo spirito dei romagnoli

Un nostro giornalista a spalare il fango per una giornata con i volontari del Comune romagnolo, tra i più colpiti dall'alluvione

Pubblicato:23-05-2023 17:47
Ultimo aggiornamento:25-05-2023 13:28
Autore:

Alluvione_FAENZA
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

PESARO – Una giornata tra i volontari dell’alluvione. Il tempo di parcheggiare vicino alle mura del centro storico ed i dubbi che ci hanno accompagnati durante il viaggio da Pesaro a Faenza (“avranno le attrezzature che ci mancano?”, “ci indicheranno dove c’è più bisogno d’aiuto”?) vengono spazzati via. A Faenza in questo momento c’è bisogno ovunque e non serve che qualcuno te lo spieghi.

Alluvione_FAENZA

LEGGI ANCHE: Alluvione, dal sindaco di Faenza la richiesta di aiuto: “Ci servono più uomini, mezzi e aiuti”

“FAENZA OGGI E’ UNA CITTA’ DI MUTUO SOCCORSO”

Siamo in quattro ed una volta indossati guanti e stivali basta entrare in zona via Lapi per venire fermati da persone in difficoltà. Partiamo dalla cantina allagata di una famiglia: centinaia di libri, dischi, mobili, giochi, quadri. Insomma, i ricordi di una vita sommersi dall’acqua. Tutto spazzato via. Il tempo di uscire per bere un po’ d’acqua e i vicini di casa chiedono una mano per liberare dalla melma un vialetto. Spaliamo un paio d’ore e prendiamo in prestito i due badili che ci mancavano. “Perché in fondo- dicono- in questo momento Faenza è una ‘città di mutuo soccorso’”.


LEGGI ANCHE: Alluvione, Laura Pausini devolverà il cachet di 3 suoi concerti a 3 comuni colpiti

PONTE ROSSO E BORGOTTO TRA LE ZONE PIU’ COLPITE

Ci fermiamo a mangiare qualcosa al Punto ristoro insieme ad una coppia di giovani incontrati in mezzo al fango, lei faentina e lui ravennate, che ci guidano per la città. Dentro le mura, dall’alto, si vede quello che resta del parcheggio di un piccolo centro commerciale: è diventato un cimitero di automobili. Oltre il Ponte Rosso è uno scenario da guerra: è una delle zone più danneggiate insieme a Borgotto. Fango e detriti ovunque, strade invase da tutto quello che prima era custodito nelle cantine e che ora è stato ammucchiato davanti alle case. Ma lì c’è anche un esercito di ragazzi e ragazze a spalare, portare via l’acqua, fare quello che serve per aiutare.

LEGGI ANCHE: Alluvione, più di 36 mila sfollati. Paura per le frane, cade un elicottero del soccorso. Riaperta l’A14

LA TENACIA DEI ROMAGNOLI PIU’ FORTE DELL’ALLUVIONE

Arriviamo in una casa con un grande giardino. Durante l’alluvione l’acqua ha invaso il primo piano e i proprietari sono stati salvati in elicottero. Il giardino che la circonda è diventato una palude da cui portiamo via acqua e fango con secchi, carriole, badili e tutto ciò che capita a tiro. Saremo almeno una ventina. Bisogna fare in fretta perché è uscito il sole e se il fango si solidifica diventa duro come cemento. Trasporto la carriola piena d’acqua facendo attenzione a non farla cadere. Il passaggio è stretto, uno mi passa accanto, mi guarda, mi supera e in dialetto romagnolo mi dice: “Sorpasso di Barrichello…”. Ridiamo. Poi riprendiamo a spalare. Sono le 18. E’ ora di tornare a casa. E ripenso a ‘Barrichello’ e allo spirito dei romagnoli. Che li salverà anche questa volta.

LEGGI ANCHE: Dopo l’alluvione ecco gli sciacalli e le truffe: finte evacuazioni e controllo impianti

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it