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FOTO | Scuola, a Bologna in centinaia protestano in piazza: “Riaprire in sicurezza”

Famiglie, insegnanti, sindacati riempiono il Crescentone di cartelli

Pubblicato:23-05-2020 16:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:22

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BOLOGNA – “Voglio tornare a scuola“, dice il cartello colorato che un bimbo agita in piazza Maggiore durante la manifestazione promossa per oggi pomeriggio anche a Bologna nell’ambito della giornata nazionale di mobilitazione organizzata dal comitato Priorità alla scuola. Sotto le Due torri l’appuntamento è stato lanciato da Cinnica, La scuola a scuola e Diritto alla scuola. “Oggi siamo qui per ricordare che l’accesso all’istruzione è un diritto e dovrebbe essere una priorità per un Paese“, afferma Agathe Gillet di Cinnica aprendo gli interventi. Davanti a lei, sul Crescentone, ci sono circa 150 manifestanti con cartelli e mascherine, posizionati a distanza gli uni dagli altri grazie alle ‘X’ tracciate con il gesso sulla pavimentazione. Altrettante persone almeno sono sparse nel resto della piazza, che così “si è riempita di famiglie, professionisti della scuola e studenti per domandare che a settembre la scuola venga riaperta in presenza, in continuità e in sicurezza”, scrivono i comitati promotori in una nota diffusa durante l’evento.

“Oltre ai circa 400 manifestanti, che hanno rispettato tutte le disposizioni di sicurezza e di distanziamento- continuano i promotori- numerosi cittadini hanno dimostrato partecipazione alle tematiche presentate negli interventi che hanno coinvolto rappresentanti della società civile, associazioni, sigle sindacali, bambini e studenti che hanno voluto far sentire la loro voce. Un grande successo di partecipazione per una piazza al tempo del Covid-19”. Più duri i toni sentiti in piazza. Durante l’emergenza “è saltato agli occhi di tutti quanto poco contano i bambini per il Governo- attacca Gillet- quanto poco peso hanno i loro diritti e quanto sia facile dire alle famiglie di arrangiarsi”. Oggi “diciamo basta con la didattica a distanza e di emergenza, chiediamo un ritorno a scuola a settembre in sicurezza e in presenza, quindi- aggiunge la rappresentante di Cinnica- chiediamo più risorse, più insegnanti, più spazi. Tutto questo sicuramente ha un corso molto elevato, ma come si dice: l’istruzione costa, ma l’ignoranza la pagheremo molto di più”. Tra i diversi sindacati presenti, il primo a prendere la parola è la Flc-Cgil con la segretaria Susi Bagni: “A settembre si apre, ci mancherebbe altro, noi vogliamo sia così, ma come si deve aprire?”. Perché ad oggi, con “colpevole ritardo”, non c’è ancora “un protocollo di sicurezza per bambini e lavoratori”, aggiunge Bagni, invocando un elenco di regole “identico dalla Val d’aosta alla Sicilia”. E visto che va rispettato il distanziamento, “servono più docenti, più personale Ata e serve che, come da tempo diciamo, il precariato non debba sempre essere l’unico strumento”, continua la segretaria della Flc: “Sono anni che i precari devono essere stabilizzati e con i concorsi che in questo momento la ministra” Lucia Azzolina “ha portato avanti, a settembre non avremo le persone stabilizzate a scuola, non c’è il tempo”. Ai genitori, infine, Bagni chiede di non cadere nel discorso “io vado a lavorare, dove metto mio figlio?”: perché questo “certo è un problema, ma ricordiamoci che la scuola non è un diritto dei genitori ma del bambino”, poi a questo “affianchiamo tutto il welfare che serve”. In piazza, tra i manifestanti, anche i consiglieri comunali Federica Mazzoni, Piergiorgio Licciardello (Pd) e Emily Clancy (Coalizione civica). “Non può esserci vera ripartenza senza risolvere il come fare scuola ed educazione”, afferma Mazzoni, quindi “si tratta di remare tutti dalla stessa parte”.


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