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Strage di Capaci, Bonafede: “Futuro del Paese passa da legalità”

Oggi a Palermo si ricorda la strage di Capaci avvenuta il 23 maggio 1992

Pubblicato:23-05-2019 07:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:30

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PALERMO – Palermo chiama e le scuole rispondono. Sono arrivati in Sicilia al grido di ‘Noi la mafia non la vogliamo’ e scandendo i nomi di ‘Giovanni e Paolo‘ i 1.500 studenti a bordo della Nave della Legalità per la 27esima edizione di #palermochiamaitalia. Ad accoglierli, oltre migliaia di altri ragazzi delle scuole siciliane, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente della fondazione omonima. Durante le prime ore della traversata notturna da Civitavecchia, si sono alternati gli interventi del procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.

Quest’ultimo ha ribadito come sia importante vedere tutti questi ragazzi “che non hanno paura e lottano in maniera pura” per la legalità e contro tutte le mafie. Per de Raho, “le mafie devono essere combattute non solo con la repressione, ma tutti si devono attivare per impedire che queste entrino nei flussi dove circola il denaro. Perché- ha aggiunto- le mafie stanno cambiando pelle, non sparano più ma sono infiltrate negli affari”. Il ministro Bonafede, infine, ha spiegato che “l’Italia ha un passato pieno di ferite ancora aperte. La grandezza è prendere quella storia e fare delle leggi che siano le migliori al mondo. Questa è la direzione verso cui stiamo andando”. Tra gli altri presenti al dibattito l’Autorità garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Filomena Albano, l’ex presidente del Senato, Piero Grasso, la presidente delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni.


“Niente polemiche oggi, lo Stato deve essere unito e compatto: il fronte della legalità”. Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al suo arrivo al porto di Palermo dove oggi si ricorda la strage di Capaci del 23 maggio 1992. “Emozionato? Tantissimo – ha risposto Bonafede-. Provo una serie di emozioni indescrivibili, regalate da tanti cittadini che sono qui perché ci tengono”.

“Il futuro di questo Paese passa solo attraverso un punto di partenza: la legalità”,  ha spiegato Bonafede. “Non devono esserci polemiche, né oggi né in nessun altro giorno dell’anno, quando si pensa a quello che hanno fatto Falcone e Borsellino e si trasmette questa memoria alle nuove generazioni affinché nel futuro certi fatti e certe stragi non accadano più – ha aggiunto -. Le istituzioni devono essere unite e compatte. Questo è ciò che mi sento di dire e che ho l’onore di dire in un paese che ha portato avanti e porta avanti battaglie per la legalità e la giustizia”.

ORLANDO: PALERMO PROFONDAMENTE CAMBIATA

“Siamo qui per ricordare che Palermo è profondamente cambiata e per dire grazie a chi, in tempi terribili, ha creduto nella lotta alla mafia, quando lo Stato aveva il volto illegale e chi combatteva Cosa nostra era considerato un bersaglio è un isolato”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, al porto del capoluogo siciliano, in attesa dei 1.500 studenti a bordo della Nave della legalità, salpata ieri da Civitavecchia, per commemorare le vittime della strage di Capaci.

MARIA FALCONE: CLIMA VELENI? NON L’HO CREATO IO

“Non so perché Musumeci non sia voluto venire in aula bunker. Il clima di veleno non l’ho creato io, lo dica a chi lo ha creato”. Così Maria Falcone, sorella del magistrato Giovanni e presidente dell’omonima fondazione dedicata al giudice ucciso a Capaci, commenta l’assenza del governatore siciliano dalle manifestazioni in ricordo delle stragi del 1992. Ieri Nello Musumeci, spiegando i motivi della sua assenza, aveva parlato di un “clima di veleni” attorno alle manifestazioni in ricordo di Falcone e Borsellino. All’aula bunker dell’Ucciardone mancherà anche il presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, Claudio Fava, che contestando la scaletta degli interventi di oggi ha parlato di una manifestazione diventata ormai “un Festino di santa Rosalia”: “In aula bunker non parlano tutti i rappresentanti del potere in Sicilia – ha replicato Maria Falcone -. C’è una scaletta che prevede lo svolgimento del tema di quest’anno”.

MARIA FALCONE: NO POLEMICHE, SONO PREMIO AI BOSS

“Le polemiche non devono esistere perché dividono e creano isolamento. La cosa bella di cui parlare sono questi giovani che vengono a Palermo per ricordare Giovanni e Paolo, e per parlare di legalità e lotta alla mafia”, prosegue Falcone, secondo cui “le polemiche creano grossissimi problemi all’antimafia e sono un premio per la mafia”. La sorella del magistrato ucciso a Capaci ha quindi ricordato le parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Come ha detto il presidente, dico anche io che ce la faremo. Sconfiggeremo la mafia”.

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