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Governo, il ‘capo’ di Conte: Curriculum? “Polemica pretestuosa”

Parla Paolo Cappellini, il presidente della scuola di giurisprudenza dell'Università di Firenze

Pubblicato:23-05-2018 10:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:55
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FIRENZE – “La vicenda sul curriculum del professor Conte mi pare pretestuosa”. Mentre sulla stampa e sui social impazza la polemica (e l’ironia) sul curriculum cosiddetto “pompato” di Giuseppe Conte, premier in pectore secondo le indicazioni di Lega e M5s, a Firenze c’è chi si prende la briga di difenderlo senza riserve. Come Paolo Cappellini; non uno a caso, ma il presidente della scuola di giurisprudenza dell’Università di Firenze, che, sul valore dell’amico, mette subito le cose in chiaro: “Lo conosco da oltre dieci anni e va precisato che è un professore di diritto privato e non diritto amministrativo. E’ scientificamente molto serio, professionale, bravo: nel nostro campo costituisce un’importante risorsa”. Questo per quel che riguarda il ‘pedigree’ professionale.

E l’uomo Conte? “E’ una persona estremamente equilibrata, molto attiva e seria”. Serio, equilibrato, una risorsa scientifica e tuttavia è inciampato su un curriculum forse un po’ troppo spinto. Sicuramente chiacchierato, tanto da depotenziare e ritardare la sua salita al Colle. La spiegazione per Cappellini, che riceve la stampa nel suo ufficio al polo scientifico di Novoli, sta “nel quadro politico complesso e turbolento. Lo si può intuire dai movimenti che poi si sono visti anche sulla stampa internazionale. Ma in questo caso c’è semplicemente un riferimento ai suoi soggiorni di studio all’estero e penso che” la polemica “effettivamente sia stata un po’ pretestuosa”.

Alle perplessità di chi mette in dubbio le informazioni elencate nel curriculum, Cappellini replica secco: “Chi l’ha detto che non risultano veritiere? I soggiorni all’estero ci sono stati. Sono soggiorni studio per la propria formazione e non credo affatto che non siano veritiere”.


Ma li avete verificati? “I curricula sono inseriti a cura dei docenti, sono loro i responsabili e noi non abbiamo l’obbligo di verificare“. Si tratta di una questione di “fiducia” tra accademici e docenti, “altrimenti l’università si trasformerebbe in un prodotto burocratico e non svolgerebbe più il suo compito sociale, quello educativo”.

Eppure alla New York University Conte non risulta. “Penso che i sistemi di certificazioni delle università americane siano molto meno burocratici dei nostri. Poi, se non c’è un incarico ufficiale dell’università è evidente che la certificazione non risulti, ma ciò non toglie che non si possano svolgere dei periodi di soggiorno per lo studio e il perfezionamento”. Conte, nel frattempo, è atteso per le 15 al polo di scienze sociali ma sulla sua presenza comincia a circolare del pessimismo: “Oggi non ha una lezione, credo, ma una verifica intermedia. Non so dire se sarà presente, ma la verifica si svolgerà regolarmente”, assicura il presidente.

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