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Pensioni: cos’è e come funziona l’Ape Social

Si tratta di un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato intesa ad agevolare la transizione verso il pensionamento per soggetti svantaggiati

Pubblicato:23-05-2017 15:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:15

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ROMA – Ecco in sintesi cos’e’ e come funziona l’Ape Social, istituito di fatto con la firma del decreto da parte del presidente del consiglio Paolo Gentiloni.

Si tratta di un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall’INPS a soggetti in stato di bisogno che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta. L’indennità è corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione (di vecchiaia o anticipata). E’ una misura sperimentale (fino al 31 dicembre 2018) intesa ad agevolare la transizione verso il pensionamento per soggetti svantaggiati o in condizioni di disagio ed è soggetta a limiti di spesa.

Si rivolge a:

– lavoratori disoccupati che hanno finito gli ammortizzatori sociali;


– lavoratori dipendenti e autonomi che assistono al momento della richiesta e da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;

– lavoratori dipendenti e autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%;

– lavoratori che svolgono da almeno sei anni in via continuativa una delle seguenti attività:

• operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;

• conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;

• conciatori di pelli e di pellicce;

• conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;

• conduttori di mezzi pesanti e camion;

• personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;

• addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;

• insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido;

• facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati; • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;

• operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

Per quanto riguarda il limite di spesa, il beneficio è riconosciuto nel limite 300 milioni di euro per il 2017, 609 milioni di euro per il 2018, 647 milioni di euro per il 2019, 462 milioni di euro per il 2020, 280 milioni di euro per il 2021, 83 milioni di euro per il 2022 e 8 milioni di euro per il 2023. Dovrebbero essere interessati dalla misura 34.000 persone nel 2017, 43.000 nel 2018, 36.000 nel 2019, 23.000 nel 2020, 13.000 nel 2021 e 3.000 nel 2022.

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