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Bonifiche, Galletti: “A Taranto stiamo facendo lavoro mai visto prima”

"A Taranto si sta facendo un lavoro

Pubblicato:23-05-2017 12:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:15

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A Taranto si sta facendo un lavoro serissimo, mai visto prima: la bonifica del Mar Piccolo, la riqualificazione delle scuole ai Tamburi, la partenza delle bonifiche alla Cemerad dove ci sono da oltre 15 anni 17.000 fusti radioattivi e con rifiuti speciali solo per citare alcune attività in campo”. Lo dice Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, intervenuto ad una giornata di approfondimento tecnico organizzata dalla Commissione Parlamentare Ecomafie.

“In molti siti d’interesse nazionale troviamo percentuali analoghe- termina- che non devono scoraggiarci ma devono invitarci a riflettere“.


“NON CI SONO AREE IRRECUPERABILI”

“Vedo in molte occasioni che la collaborazione pubblico-privato consente di restituire territorio ai legittimi usi. Mi riferisco ad esempio al ‘modello Sesto’, un luogo simbolico centro dell’area di più antica industrializzazione d’Europa, che ha ospitato industria pesante, inquinante come lo erano fino a pochi decenni fa tutte le produzioni di un certo tipo. E se è possibile bonificare, recuperare, restituire alla socialità un’area inquinata per 100 anni dall’industria pesante, vuol dire che è possibile bonificare, recuperare, restituire alla socialità tutti i 41 Siti di interesse nazionali (Sin). Vuol dire semplicemente che non ci sono aree irrecuperabili“. Lo dice Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, intervenuto ad una giornata di approfondimento tecnico organizzata dalla Commissione Parlamentare Ecomafie.

“Significa che esiste la volontà politica- sottolinea il ministro- la coesione delle istituzioni, un’imprenditoria seria e coraggiosa, esistono immense aree pregiate del nostro paese che attendono di essere valorizzate a fini civili e produttivi. Trasformare terreni e acque da pericolosi a preziosi. Ecco la grande sfida che abbiamo davanti: una sfida di sicurezza ambientale pienamente ma anche economica,coerente con il tragitto della green economy e dell’economia circolare che stiamo tracciando in Italia e in Europa”.

Secondo Galletti “è una sfida ambientale perché si vuole restituire alla piena fruibilità civile e non industriale una parte di territorio nazionale“, ma anche economica perchè “richiede investimenti importanti, ma credo sempre pienamente giustificati anche dal punto di vista economico, perché restituiscono un enorme valore ad una zona che fino a ieri era sostanzialmente preclusa a qualunque utilizzo”.

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