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Aiuti umanitari, Italia “ben preparata, sta facendo la sua parte”

E' in corso in Turchia, a Istanbul, il World Humanitarian summit (Whs)

Pubblicato:23-05-2016 14:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:46

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ROMA – Alla prima edizione del World Humanitarian summit (Whs) di Istanbul “l’Italia e’ arrivata molto ben preparata” spiega, interpellato dall’agenzia DIRE, il viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale Mario Giro, presente all’evento insieme ad altri 5mila tra istituzioni di governo, organizzazioni internazionali ed esponenti della societa’ civile.

Mario Giro al Whs 2016Obiettivo del vertice – che si svolge da oggi fino a domani – discutere del modo in cui declinare l’aiuto umanitario alla luce delle crescenti e molteplici crisi globali: “Bisogna capire che cosa fare- spiega Mario Giro- se passare da un aiuto che ‘rincorre le crisi’ a uno piu’ organizzato, che in un certo senso le anticipa”.


Non tutto puo’ essere prevenuto, tuttavia compito di questo summit e’ proprio quello di individuare le situazioni prevedibili e mettere in piedi i relativi meccanismi di prevenzione, “strategia che rappresenta al tempo stesso un investimento per lo sviluppo” dice Laura Frigenti, direttore generale dell’Agenzia italiana allo Sviluppo, a cui spetta illustrare le novita’ emerse in questa prima giornata dei lavori: “Prima di tutto- spiega alla DIRE- il focus sulla prevenzione. Fino ad oggi per varie ragioni l’aiuto umanitario e’ stato concepito in maniera reattiva piuttosto che proattiva, ma come e’ emerso dall’incontro di stamani, ogni dollaro speso in prevenzione sono due risparmiati per combattere gli effetti di un disastro, visione che i trova perfettamente d’accordo“. Seconda novita’, l’obiettivo dei tavoli di lavoro: non solo interrogarsi su come ottenere maggiori fondi, ma sul modo in cui le risorse disponibili vengono spese nei vari teatri di emergenza. “Questo secondo atteggiamento da’ maggiori responsabilita’ alle agenzie nazionali preposte alla gestione dell’aiuto umanitario- aggiunge il direttore dell’Aics- affinche’ ogni centesimo sia fatto fruttare al massimo”. Infine, ma non meno importante, “la partecipazione consistente del settore privato in tutte le sue dimensioni, al quale finalmente viene riconosciuto un ruolo importante sul tema delle crisi e delle emergenze”. D’altronde, “senza stabilita’, l’imprenditoria non puo’ portare avanti il proprio business e fruire di un ambiente economico affidabile”, osserva Frigenti.

Tutti questi spunti indicano che occorre “definire una nuova politica sul tema” sottolinea il viceministro Giro, e da questo punto di vista “l’Italia porta con se’ un buon bagaglio di esperienze, che le consentono di avere un ruolo di primo piano”. Il viceministro inizia cosi’ ad elencare i progressi fatti dal nostro Paese: la riforma della Cooperazione e l’aumento dei fondi ad essa destinati, il nuovo impulso agli aiuti umanitari attraverso, ad esempio l’apertura dei corridoi umanitari – iniziativa di Comunita’ di San’Egidio, Chiese evangeliche e Tavola valdese, e sostenuta dalle istituzioni, che permette di portare in Italia profughi siriani e iracheni in aereo dal Libano in tutta sicurezza e in possesso dei documenti necessari – nonche’ la proposta del Migration Compact, “che proprio in questo momento e’ sul tavolo del Consiglio europeo”, ricorda Giro. Tutto questo per il rappresentante della Farnesina dimostra che “l’Italia non solo c’e’, ma ha anche una pluralita’ di strumenti con cui sta facendo la sua parte”. Senza dimenticare inoltre il grande impegno nel salvataggio di migranti nel Mediterraneo, “che tutti qui ci hanno riconosciuto. Anche questo- sottolinea il viceministro- e’ aiuto umanitario”.

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