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Report del Consiglio grande e generale del 23 maggio – Seduta mattutina

SAN MARINO - Nella seduta della mattina, il Consiglio Grande e Generale approva a maggioranza la ratifica dell'Accordo

Pubblicato:23-05-2016 12:29
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:45

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SAN MARINO – Nella seduta della mattina, il Consiglio Grande e Generale approva a maggioranza la ratifica dell’Accordo di governo e sindacati per il superamento del precariato nel settore pubblico allargato, il decreto attuativo e il decreto sul Fabbisogno pubblico, provvedimenti presentati dal segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini. Come previsto infatti dall’ordine del giorno, la seduta consiliare si apre sul comma 13, dedicato alla ratifica dell’accordo di governo e sindacati per il superamento del precariato nel settore pubblico allargato e alla ratifica del decreto attuativo n.23 e del decreto n.60 “Primo fabbisogno del Settore Pubblico Allargato”.

Il segretario di Stato Venturini, spiegando gli interventi, sottolinea la portata del decreto sul Fabbisogno, ricordando che il Consiglio Grande e Generale “non discute un provvedimento così complessivo da oltre 20 anni”. E ancora: “Il fabbisogno è completo e generale- spiega- c’è stato un confronto con le organizzazioni sindacali per tenere conto delle necessità della PA, inclusa l’informatizzazione e il contenimento dei costi”.

Quindi il segretario di Stato passa a illustrare l’intervento di stabilizzazione dei precari che avviene, spiega, in un contesto di diminuzione del personale pubblico, passato dalle 4.241 persone del 2010 alle 3.709 del 2016, oltre 500 unità in meno. Cita poi i numeri della stabilizzazione: “Con i provvedimenti si danno risposte ai precari- puntualizza- viene definita una prima fascia che coinvolge circa 190 persone- di cui 128 della scuola- altri cento circa all’Iss”. Il segretario Venturini chiarisce che c’è una seconda fascia per cui i requisiti saranno maturati al quinto anno.


Nel corso del dibattito, emergono le posizioni critiche della minoranza: Francesca Michelotti, Su-LabDem, lamenta di aver ricevuto il documento sul fabbisogno solo 5 giorni prima del Consiglio. “Ci troviamo nella impossibilità di discuterne, senza che il governo abbia mai sentito la necessità di confrontarsi minimamente con l’opposizione- stigmatizza- è grave soprattutto per una manovra che solleva legittimi sospetti di clientelismo e che arriva nella fase finale di legislatura”.

Mimma Zavoli, C10, contesta i dati sulla riduzione del personale, avvenuta, precisa, grazie ai prepensionamenti straordinari e ai pensionamenti naturale. “A fronte di anni di immobilismo e di precariato sempre in aumento- domanda- perché si è arrivati solo ora alla definizione dei numeri del nuovo volto della Pa?”. Critico sul metodo Nicola Selva, Upr: “Si ripete il copione del passato tanto criticato da tutti- osserva- è vero che l’intervento si doveva fare, ma dipende con quali metodi”. Dalla maggioranza, Alessandro Cardelli, Pdcs, controbatte i sospetti sollevati da Michelotti: “Definire questo decreto clientelare- manda a dire- è tutt’altro che onesto intellettualmente”.

Milena Gasperoni, Psd, sottolinea come il fabbisogno non sia una mera fotografia della situazione attuale: “Parte dall’analisi dei servizi, delle mansioni e dei titoli di studio necessari, dai carichi di lavoro. Di lì si è imbastita l’architettura del fabbisogno”.

Nicola Renzi, Ap replica a chi mette in dubbio i numeri sulla riduzione del personale: “In alcuni casi è vero, c’è stata esternalizzazione- spiega- ma una riduzione del costo della Pa c’è stata senza dubbio. E su questa strada bisognerà continuare”. Infine, Massimo Cenci, Ns conferma il dato sulla riduzione del personale, anche se, ammette :“Questo intervento non ha contribuito a ridurre il deficit di credibilità nella Pa che la gente percepisce rispetto all’efficenza e alla produttività”.

Concluso il dibattito, l’Aula approva a maggioranza la ratifica dell’accordo e dei decreti e terminano i lavori che riprenderanno nel pomeriggio.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina. Comma 13. a) Ratifica Accordo Governo – Organizzazioni Sindacali per il superamento del precariato nel Settore Pubblico Allargato, sottoscritto in data 18 febbraio 2016 b) Ratifica Decreto Delegato 26/02/16 n.23 “Attuazione dell’Accordo Governo/Organizzazioni Sindacali per il superamento del precariato nel Settore Pubblico Allargato e norme relative all’inquadramento del personale medico” ; c) Ratifica Decreto Delegato 12/05/16 n.60

Giancarlo Venturini, segretario di Stato Affari interni: “Il primo intervento riguarda l’attuazione di un decreto sui precari, l’altro sul fabbisogno della PA. I provvedimenti si aggiungono a un recente regolamento relativo all’istituzione dell’albo dei commissari per le commissioni di concorso. C’è inoltre un intervento in via di definizione sulle regole da applicare dopo aver applicato il fabbisogno, l’inquadramento, la stabilizzazione. In quest’Aula non si discute un provvedimento così complessivo da oltre 20 anni. Il fabbisogno è completo e generale. C’è stato un confronto con le organizzazioni sindacali per tenere conto delle necessità della PA, inclusa l’informatizzazione e il contenimento dei costi. C’è un trend di diminuzione della PA, perché dal 2010 è stato fatto dall’ufficio di statistica un calcolo secondo il quale la riduzione del personale passa dalle 4.241 persone del 2010 alle 3.709 del 2016. Si è comunque mantenuta l’operatività degli uffici, bisogna darne atto a chi ci lavora. Cito alcuni accordi. Quello del 26 agosto 2015 sui criteri delle stabilizzazioni. Quello del 26 gennaio 2016, quello del 18 febbraio 2016, che ha definito il decreto stabilizzazioni, quello del 10 maggio, sui criteri degli inquadramenti del primo fabbisogno. Con i provvedimenti si danno risposte ai precari. Viene definita una prima fascia che coinvolge circa 190 persone fra scuola, PA ed enti. Altri cento circa all’ISS. C’è una seconda fascia che maturerà i requisiti al quinto anno. Sotto i due anni non si può considerare precariato, sopra i due anni sì. Tutti i posto vacanti dovranno essere ricoperti entro sei mesi con concorsi pubblici. Il provvedimento prevede un incremento delle risorse di maggiore professionalità, cioè laureati e diplomati. Ciò per dare riqualificazione e slancio alla PA nell’erogazione dei servizi. Dei 190 della prima fascia, 128 sono nella scuola. L’altro settore di rilievo è l’ISS”.

Lorella Stefanelli, Pdcs: “I numeri del decreto sono la fotografia di ciò che serve per un buon funzionamento della PA. Coinvolge le risorse umane, che sono importantissime. La PA ha un alto valore per il corretto funzionamento dello Stato, con efficienza ed efficacia. Sbagliato vedere nella PA solo clientelismo, e nemmeno additare i dipendenti e i pubblici dirigenti come unico male dello Stato. Ci sono tanti dipendenti che quotidianamente svolgono il proprio lavoro con alto senso del dovere e dello Stato, con serietà e correttezza. Sono la maggioranza dei dipendenti, che lavorano anche per la minoranza che non lavora in maniera solerte. C’è però un elevato costo della PA e numeri elevati dei dipendenti rispetto alla nostra realtà. Ma in ciò va considerato il ruolo di ammortizzatore sociale pubblico svolto dalla PA. Ci sono dipendenti, uso una parola forte, ‘scartati’ dal privato. E altri che hanno bisogno di un aiuto sociale. Il contratto del pubblico impiego negli ultimi anni è stato rinnovato senza aumenti. Nel privato invece ci sono stati aumenti. Si va nella direzione di avere figure più qualificate nella PA. Ciò significa anche aprire ai giovani, i più qualificati anche a livello universitario”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato alla Sanità: “Parlare di risoluzione del precariato e definizione del fabbisogno significa dare ordine e chiarezza, trasparenza con i concorsi. E’ un passaggio che crea un movimento forte nella PA. Dal 1998, quando si dichiarò il blocco delle assunzioni, si sono creati posti precari. Ai passaggi dovrà seguire la definizione delle nuove retribuzioni. Venturini ha detto che ci sono 500 unità in meno rispetto a qualche anno fa. Ci sono stati non rinnovi, pre pensionamenti, un lavoro mirato a una riduzione di 10 milioni di euro nella macchina pubblica. Sono rimasti comunque alcuni nodi politici sul tema: sui costi del settore pubblico allargato, sull’efficienza della macchina pubblica. La PA deve essere resa competitiva, sburocratizzata. C’è il tema degli orari in rapporto con le esigenze di famiglie e imprese. Il tema del fondo ammortizzatori sociali: non c’è una modalità chiara di uscita dalla PA. Dobbiamo introdurre concetti di elasticità, di flessibilità, che altrimenti irrigidiscono l’apparato pubblico. L’ISS era il più colpito dalle problematiche della stabilizzazione”.

Marco Podeschi, Upr: “Gli stabilizzati nella PA sono qualche numero in più rispetto all’ISS, che è più piccola rispetto alla PA ma ha tante persone da stabilizzare. In questi anni purtroppo si è alimentato un precariato strisciante nella PA. Per esempio con i borsisti, che sono usati come dipendenti. Penso al dipartimento agli Esteri. Nella legge finanziaria del 2015 furono imposti turn over obbligatori nella PA che crearono sconquassi in alcuni settori. Penso all’istruzione. Oltre all’aspetto economico, il problema è in termini funzionali. Cosa vuole fare la PA? A quale obiettivo vuole tendere, anche in termini tecnologici? Maggiore è la tecnologia applicata ai processi interni, meno personale può essere necessario. La PA continua a essere il maggiore polo lavorativo all’interno di San Marino. E’ un dato che deve fare riflettere. In prospettiva, cosa volete fare?”. Stefano Canti, Pdcs: “Nonostante la riduzione importante del personale, ovvero 500 unità in meno in questi anni, va sottolineato che i servizi nella Pubblica amministrazione non sono diminuiti. Tutti i servizi sono stati mantenuti, ciò significa che il personale ha aumentato la sua produttività. Ringrazio il segretario di Stato Venturini per il corposo lavoro fatto, lavoro che ha coinvolto la segreteria agli Interni”.

Francesca Michelotti, Su-LabDem: “Ho sollevato il fatto che solo durante ufficio di presidenza, ovvero appena 5 giorni prima del Consiglio, abbiamo ricevuto un malloppo di queste dimensioni e di una certa complessità, perché il decreto del fabbisogno è fatto di cifre e sigle. Ci troviamo nella impossibilità di discuterne, senza che il governo abbia mai sentito la necessità di confrontarsi minimamente con l’opposizione. E’ grave soprattutto per una manovra che solleva legittimi sospetti di clientelismo e che arriva nella fase finale di legislatura. Noi non abbiamo avuto tempo per approfondire e fare le verifiche necessarie. Sono stata dipendente Pa per 40 anni e la parte relativa al mio ufficio mi sembra un rebus. Sul decreto contro il precariato dovevate fare uno sforzo in più verso la meritocrazia interna al pubblico. Riconosco il diritto alla fine della precarietà tuttavia, in un’ottica di amministrazione efficiente, non penso solo a risparmiare ma a farla funzionare meglio ma non c’è stata minimamente questa preoccupazione. Invece di parlare di commissione di idoneità, parlateci di qualcosa che ci faccia pensare che nella Pa entrino i migliori, cercando di compensare i diritti dei lavoratori a quelli degli utenti di ricevere i servizi migliori”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Definire questo decreto clientelare è tutt’atro che onesto intellettualmente. Dal 2012 invece di pensare ad assumere persone abbiamo pensato a come contenere i costi. E oggi abbiamo 500 unità in meno rispetto al 2010. E’ il primo dato politico da affrontare. In un momento di grande difficoltà per lo Stato abbiamo ridotto il personale”.

Mimma Zavoli, C10: “La riduzione del personale si è avuta per due prepensionamenti e per i pensionamenti naturali. A fronte di anni di immobilismo e di precariato sempre in aumento: perché si è arrivati solo ora alla definizione dei numeri del nuovo volto della Pa, con tutte le problematiche economiche che ci hanno travolto? Perché avete atteso tutto questo tempo per presentare questo dispositivo? Ci avete messo anni ad arrivare a un modello già vecchio, è un’operazione di lifting professionale che presenta rigidità e mancanza di elasticità, insieme alle vostre degne controparti sindacali vi siete limitati a mettere insieme i tasselli attuali, consapevoli che operare ogni attività strutturale poteva presentare criticità in termini di consenti”.

Nicola Selva, Upr: “Anche io penso che nella Pa ci sono santi lavoratori meritevoli e e che il precariato va risolto per salvaguardare la loro dignità, ma la storia insegna che questo progetto ci lancia in un clima pre-elettorale. Va detto. Come da copione si ripetono i metodi del passato tanto criticato da tutti. E’ vero che l’intervento si doveva fare, ma dipende con quali metodi. Da un giovane consigliere ho sentito discorsi vecchi. Non dico non si dovesse fare, nel settore medico, nella scuola, settori fondamentali. Ormai è fatto e la febbre elettorale si sta alzando. E chi ci pensa ai lavoratori del privato? Non sono precari anche questi? Si doveva intervenire non per interesse politico, ma dei lavoratori”.

Massimo Cenci, Ns: “Il precariato non è un problema di oggi, ma degli ultimi 30 anni. E’ un argomento scomodo, non è un caso che molti consiglieri nel dibattito si sono ritirari e chi è intervenuto appartiene per lo più al settore pubblico allargato. E’ vero che si è ridotto personale in questi anni, ma questo intervento non ha contribuito a ridurre il deficit di credibilità nella PA che la gente percepisce rispetto all’efficenza e alla produttività”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Esprimo sentimento d’orgoglio per essere arrivati in tempi celeri ad un elemento essenziale quale il riordino dell’amministrazione stessa. E’ un passaggio di equità sociale affinché chi lavori nel settore pubblico le stesse condizioni, superare i fattori che potevano in un determinato momento essere sentiti come cittadini di serie B. E’ uno degli obiettivi che governo e maggioranza avevano individuato come elemento di competitività del sistema Paese, lo stiamo raggiungendo. L’amministrazione così come è stata prefigurata tornerà ad essere un elemento attrattivo anche per chi vuole fare impresa nel nostro territorio”.

Franco Santi, C10: “Stiamo parlando di Pa, un settore strategico per Paese, qui non c’è dibattito ma una presa d’atto di un provvedimento del governo. Io i complimenti al segretario Venturini non li faccio. Questo intervento è arrivato dopo 3 anni e mezzo con un provvedimento in perfetta continuità dal passato. Si dovevano dare segnali forti di rottura e invece siamo in perfetta continuità di accordi con i sindacati per metter fine al precariato creato e costruito ad hoc, funzionale alla politica. Si è detto che, diminuiti i lavoratori, non sono diminuiti i servizi, quando sappiamo bene che i servizi sono stati esternalizzati. Bisognerebbe fare un’analisi più approfondita dei dati”.

Nicola Renzi, Ap: “Quello di oggi è il risultato di un lungo percorso che ha riformato la Pa. Oggi siamo agli ultimi atti che noi, come forza politica, avremmo preferito fossero accelerati. Il tema dei concorsi per noi sarà fondamentale, per questo era necessario dare avvio all’albo dei commissari, il segretario Venturini ha detto che è quasi pronto, per noi invece era una priorità della legislatura. Non possiamo però disconoscere come il numero dei dipendenti pubblici sia stato ridotto da questo percorso, 500 in meno e con una spesa inferiore. In alcuni casi è vero, c’è stata esternalizzazione, ma una riduzione del costo della Pa c’è stato senza dubbio. E su questo bisognerà continuare” Andrea Zafferani, C10: “Ci auguriamo la stabilizzazione porti alla fine del precariato, ma ricordo che lo stesso doveva succedere nel 2012 con l’ultima stabilizzazione, poco prima come ora di una turnata elettorale. Poi altro precariato si è creato. La riduzione dei dipendenti in questi anni non sono stati frutto di analisi dell’effettiva esigenza dell’amministrazione. E’ stata tarata su due processi di prepensionamento. Si è parlato poi di riduzione delle spese quando invece il lavoro dello spending review team è stato disatteso. E gli effetti si vedranno il prossimo anno. Anche su questo starei attento a fare certe affermazione. Infine i concorsi: il governo sta da tempo utilizzando lo strumento del bando di selezione che ha carattere di non-discrezionalità molto inferiore rispetto al concorso, anche qui dite una cosa e ne fate un’altra”.

Milena Gasperoni, Psd: “Sono presenti le regole sul fabbisogno, quali sono le figure necessarie per la PA, i titoli di studio relativi, le regole di assegnazione dei dipendenti alle varie unità organizzative. Mi è sembrato corretto prevedere queste regole tutte insieme. Fatte le dovute verifiche, si individueranno i posti di lavoro rimasti scoperti e si procederà con i concorsi. Faccio un inciso sulla diminuzione dei posti di lavoro e la riduzione degli occupati, che non è un valore in se. Si diminuiscono i costi, ma non vuole dire che si aumenta l’efficienza. E’ un taglio drastico, lineare, trasversale. Non è mirato sui singoli servizi. Faccio una riflessione sulle fasce di età nella PA: il 42% del personale della PA ha più di 50 anni. Il 78% ne ha più di 40. La fascia di età fino ai 40 anni è il 4,8%. E’ una PA, e io mi metto fra quelli, non dico vecchia perché è un brutto termine, ma non arricchita da stimoli e competenze nuove. Mi auguro si apra una stagione di ingressi di nuove professionalità. Ho sentito parlare di mancanza di organizzazione. Ma il fabbisogno è organizzazione, ne è prova. Parte dall’analisi dei servizi, delle mansioni e dei titoli di studio necessari, dai carichi di lavoro. Di lì si è imbastita l’architettura del fabbisogno. Non è una semplice fotografia dell’attuale. Invito il governo a semplificare la normativa del pubblico impiego, con un testo unico o coordinato. Ringrazio i lavoratori che ogni giorno, con senso del dovere, fanno il proprio lavoro. Mi spiace sentire parlare di inefficienza. Forse da qualche parte c’è. Io conosco molti uffici della PA, c’è tanta gente che sa fare bene il proprio lavoro. In alcuni casi le persone non sono messe nella condizione di esprimere la propria professionalità. Per un miliardo di problemi. Concordo sull’esigenza di creare un sistema di valutazione sulla qualità dei servizi”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Il dato da considerare reale è che dal 2010 a oggi ci sono 530 dipendenti in meno fra PA ed enti. C’è stato un risparmio, nei bilanci consuntivi, di 9 milioni di euro nella spesa pubblica. I pre pensionamenti sono serviti, altrimenti la PA sarebbe costata di più. Ciò significa che la spending review si è attuata. Quale governo, prima, ha diminuito 500 posti di lavoro nella PA? Ora ci sono le caselline di tutti gli uffici pubblici. Ci sono stati accordi e pre accordi con i sindacati. Questa non è clientela, è garanzia sui passaggi fatti. I precari della PA stabilizzati saranno circa 300. Sono interessate persone che lavorano nella PA da 5 anni, che lasciate a casa non avrebbero gli ammortizzatori sociali. Gli occupati del privato sono aumentati, ma sono aumentati anche i disoccupati. L’economia migliora, ma qualcuno non va a ricoprire dei posti. Mi auguro che la legislatura non termini a brevissimo, perché fatte le caselline succederà che le persone nella PA verranno reinquadrate su posizioni presenti o non presenti, fino a riempire quasi tutti gli spazi. Ci sono anche posizioni che verranno ricoperte con concorso pubblico. Non si partirà dalle graduatorie senza selezioni, ma si valuterà il merito. Nella PA servono criteri di valutazione. Dico una cosa sui sondaggi: sono stati fatti in alcuni uffici pubblici, hanno avuto da parte degli utenti un 80% degli apprezzamenti. Non sviliamo il lavoro degli altri. Rimane il problema dei diritti acquisiti, nella PA c’è una sicurezza lavorativa che fuori non c’è. La forbice degli stipendi non è stata risolta. Questi problemi vanno affrontati”.

Repliche

Giancarlo Venturini, segretario di Stato agli Affari interni: “Ho sentito parlare di provvedimento clientelare, di provvedimento pre-elezioni. Il fabbisogno era una delle priorità di questa legislatura. E’ uno strumento che dopo 23 anni, in modo completo e ampio, rappresenta il modo per andare in senso opposto rispetto a provvedimenti clientelari e pre elettorali. Si va a eliminare il precariato, introducendo il reclutamento tramite concorso pubblico. Stiamo definendo le regole successive al primo fabbisogno. Nel 2014, rispetto alla soddisfazione degli utenti, è stato fatto un primo rilevamento con dei questionari. E’ stato attivato lo sportello per le relazioni con l’utenza. E’ stata prevista una maggiore professionalità nel fabbisogno, introducendo in alcuni uffici, come il tributario, un certo numero di persone in più con professionalità che vanno dalla laurea breve a quella magistrale o specialistica”.

Mimma Zavoli, Civico 10: “Per fortuna ci sono dipendenti che pongono rimedio là dove la politica non riesce. La politica, anzi, porta interferenze. La politica è troppo ingombrante nel suo agire da propositrice. E’ un dramma per la repubblica. Si formano stratificazioni di attività che tolgono linfa e propulsività agli uffici e alle unità organizzative. Occorre limitare la tentazione delle delibere, i lavori nelle segreterie di Stato che non agevolano gli imprenditori, la tentazione di interferire”.

Andrea Zafferani, C10: “Fissare obiettivi e parametri è difficile ma senza, non si farà mai una riforma in senso manageriale della Pa, è qui che una maggioranza che vuole fare le riforma fa differenza”.

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