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Le strade di Palermo invase da striscioni e musica dei ragazzi contro le mafie

PALERMO - 'Noi abbiamo scelto da che parte stare', 'la paura si combatte con il coraggio', 'cresciamo nella

Pubblicato:23-05-2015 15:20
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:21

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PALERMO – ‘Noi abbiamo scelto da che parte stare’, ‘la paura si combatte con il coraggio’, ‘cresciamo nella legalità’ e ancora la celebre frase di Giovanni Falcone, ‘chi muore è perchè è solo o perchè è dentro un gioco troppo grande’. Sono solo alcuni degli striscioni che guidano il corteo che dall’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo porterà gli studenti di tutte le età e di ogni parte d’Italia, all’albero dedicato al giudice ucciso 23 anni fa insieme a sua moglie Francesca Morvillo e a 3 agenti della scorta. Un corteo colorato da centinaia di palloncini tricolori, giovane e carico di speranza questo degli oltre 600 ragazzi che hanno scelto di tenere alta la memoria nei confronti della mafia “che ha assunto una diversa fisionomia rispetto agli anni delle stragi, ma che ancora non può dirsi sconfitta”.

La marcia, delimitata da un cordone molto particolare composto da boy scout e ‘coccinelle’, percorrerà via Duca della Verdura e si concluderà a via Notarbartolo dove ha abitato il giudice Falcone e dove si trova la quercia a lui dedicata. Alla testa del corteo, un furgoncino con l’insegna ‘Palermo chiama Italia’ (dal nome della manifestazione che ha messo in collegamento il capoluogo siciliano ad altre sei piazze italiane simbolo della lotta alle mafie) da cui a ripetizione viene scandita la canzone ‘100 passi’ dei Modena City Ramblers, dall’omonimo film di Marco Tullio Giordana.

I LENZUOLI BIANCHI SALUTANO IL CORTEO – Palazzi ‘dipinti’ di bianco lungo il corteo degli studenti in memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Dalle finestre e dai balconi lungo via Notarbartolo, molte famiglie – incitate dai megafoni alla testa del corteo – hanno esposto un lenzuolo bianco, in segno di vicinanza alla manifestazione e in ricordo di quanto accadde proprio negli anni delle stragi in cui morirono tra gli altri i due giudici, quando i palermitani indignati da tanta ferocia ricoprirono la città di teli bianchi. Ad ogni lenzuolo esposto, la folla ha risposto con cori e applausi.


di Ugo Cataluddi

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