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VENEZIA – L’anno scorso in Veneto ci sono stati 1.081 interventi di soccorso alpino per 1.225 persone (+6% rispetto al 2023). Il 70,30% sono italiani, il 29,7% è suddiviso fra 48 nazionalità tra le quali, nell’ordine, cittadini provenienti da Germania, Stati Uniti, Polonia, Repubblica Ceca, Francia, Austria, Belgio, Paesi Bassi Olanda, Spagna, Gran Bretagna Regno Unito, Romania, Slovenia, Cina, Slovacchia, Danimarca, Svizzera, Russia, Australia. “Anche quest’anno il Soccorso alpino- sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin- ha rilevato che, di anno in anno, gli interventi sono spesso causati da una mancata preparazione, così come dalla scarsa conoscenza dei luoghi con perdita dell’orientamento. Le cause ‘caduta‘ e ‘scivolata‘ raggiungono complessivamente il 33,7%”. L’attività di soccorso ad escursionisti riguarda il 55,70% delle persone, a sciatori in pista il 7,4%, ai frequentatori di ferrate il 5,50%.
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Accanto alla sottovalutazione dei propri limiti fisici, alle difficoltà ambientali ed alla poca conoscenza del territorio è stata rilevata l’impreparazione nell’affrontare i luoghi impervi e ostili, piuttosto che l’impiego di indumenti e calzature inadeguati “e fa riflettere come tra le persone soccorse solamente il 3,6% disponesse di una assicurazione propria per la copertura delle spese di recupero in caso di incidente”, annota Lanzarin. Il trasporto ed il soccorso sono gratuiti solo nel caso di interventi per l’emergenza sanitaria.
“Faccio notare- dice ancora Lanzarin- quanto l’impegno dei soccorritori, persone tecnicamente molto preparate, li esponga a loro volta a rischi per interventi in aree particolarmente difficili, anche talvolta per le condizioni metereologiche avverse. Il soccorso da parte di questi professionisti viene svolto in situazioni straordinarie laddove dove non è possibile intervenire con metodi e mezzi ordinari. Proprio per questo è necessario raccomandare alle persone che affrontano escursioni di consultare sempre i bollettini meteo, di prepararsi e di valutare il grado di difficoltà che deve essere rapportato alla situazione fisica e psicofisica del momento e di non improvvisarsi escursionisti senza una preparazione adeguata”.
Più di mille interventi (1.081) registrati in un solo anno “sono una cifra mostruosa, che deve innescare in tutti noi un moto di gratitudine del tutto particolare per questi uomini e donne che rischiano la loro vita per salvare quella degli altri. Gratitudine che va ben oltre lo stanziamento in denaro che abbiamo deciso di ripetere aumentandolo fino a due milioni 995.000 euro per i prossimi tre anni”. Lo dice il presidente del Veneto Luca Zaia, a valle della decisione della Regione di rinnovare l’Accordo di collaborazione con la delegazione veneta del Soccorso alpino nazionale.
“Le cifre di un’annata di interventi, spesso in volo sospesi nel vuoto, in zone impervie, in situazioni meteo contrarie- testimoniano di uomini e donne dotati non solo di un grande altruismo, ma anche di una solidissima preparazione tecnica e di un coraggio da leoni. E non è certo un caso che alcuni di loro, nel passato, abbiano perso anche la vita per soccorrere gli altri”, aggiunge Zaia. Ora che si avvicina la stagione estiva, con le escursioni e le scalate in montagna, “il monito di coloro che hanno perso la vita nel corso di un salvataggio deve essere ben presente in tutti i frequentatori della montagna, che va affrontata con rispetto e con cognizione di causa, chiedendo informazioni agli esperti, valutando con equilibrio le proprie forze e la propria preparazione, a cominciare dal lasciare a casa infradito e scarpette di tela. La montagna va affrontata con il cuore, l’entusiasmo, ma anche il rispetto per questa straordinaria creatura della natura e per coloro che sono pronti a rischiare la vita in ogni occasione in cui arriva una richiesta di soccorso”, raccomanda il presidente del Veneto.
La Giunta regionale del Veneto rinnova la sua storica collaborazione con il Soccorso alpino e speleologico regionale del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico: su proposta dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin è stata approvata una delibera che stanzi due milioni e 995.000 euro per il triennio 2025-2027. “Questi uomini e donne- dice Lanzarin- hanno svolto e svolgono un servizio prezioso, che spessissimo si traduce in vite salvate sulla montagna. Dare loro sostegno è per noi una sorta di dovere morale, anche per i tanti servizi che il Cnsas offre: soccorso, recupero e trasporto sanitario in ambiente montano, ipogeo e in ogni altro ambiente ostile ed impervio del territorio regionale, svolta nell’ambito del Sistema di Urgenza ed Emergenza Medica-Suem 118. Fanno parte di una squadra insostituibile, per preparazione, abnegazione, altruismo”. Con 28 stazioni dislocate sul territorio, operatori e tecnici del Soccorso alpino e speleologico, metteranno a a disposizione (per servizi di soccorso ed elisoccorso), risorse strumentali, mezzi, attrezzature, ponti radio, software ed hardware. Dei finanziamenti 995.000 euro vanno sul 2025; un milione per il 2026 e un milione per il 2027.
L’importo totale del prossimo triennio è superiore a quello del 2022-2024 che fu di due milioni 350.000 euro. L’aumento è dovuto alla crescita delle spese sostenute per i premi assicurativi e nella stima delle spese assolutamente necessarie per il funzionamento in efficienza della struttura e per il raggiungimento degli obblighi di legge in particolare l’attività formativa svolta dagli istruttori regionali della Scuola Alpina che risulta fondamentale ai fini della sicurezza.
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