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L’infettivologo Pierluigi Viale: “Emilia-Romagna vicina all’immunità di gregge, è giusto riaprire”

L'esperto del Policlinico Sant'Orsola di Bologna spiega: "Abbiamo vaccinato un milione di persone e almeno altri 500.000 hanno fatto la malattia. Quindi sono tutti immuni: parliamo di 1,5 milioni di persone su una popolazione di 4,5 milioni"

Pubblicato:23-04-2021 13:28
Ultimo aggiornamento:23-04-2021 13:28

Pierluigi Viale
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BOLOGNA – Tra persone vaccinate e chi è coperto perché ha già passato il Covid, in Emilia-Romagna “non siamo lontani dall’immunità di gregge”. Soprattutto, sono state “messe in sicurezza le persone più a rischio”. Quindi “si può e si deve riaprire: è un rischio calcolato”. Parola dell’infettivologo Pierluigi Viale, esperto del Policlinico Sant’Orsola di Bologna e componente della cabina di regia regionale per l’emergenza Covid, da oggi anche direttore del nuovo dipartimento interaziendale per la gestione del rischio infettivo a Bologna. “In questa situazione in cui i cittadini danno segnali di stanchezza, i nostri figli sono stufi di stare in casa e le attività rischiano di non riaprire– sottolinea Viale- abbiamo già vaccinato un milione di persone e almeno altri 500.000 hanno fatto la malattia. Quindi sono tutti immuni: parliamo di 1,5 milioni di persone su una popolazione di 4,5 milioni“.

A conti fatti, sostiene Viale, “non siamo lontani dall’obiettivo dell’immunità di gruppo“. Oltretutto, rimarca l’infettivologo, questo obiettivo “va calcolato soprattutto sulla popolazione fragile”. E da questo punto di vista, ad oggi “è stato vaccinato oltre l’80% degli 80enni– conteggia Viale- una quota larghissima dei 70enni e stiamo finendo i soggetti fragili“. In poche parole, “sono state messe in sicurezza tutte le persone più a rischio”. In questo scenario, dunque, “riaprire è un rischio calcolato– sostiene l’esperto- l’Rt salirà di nuovo, ma a carico dei più giovani che faranno una malattia per lo più asintomatica. Quindi gli ospedali non si dovrebbero caricare di nuovo e dovremmo trovare il giusto equilibrio. Alla luce di questo si può e si deve tentare di riaprire”, afferma Viale.

Conferma la linea l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini. “Il Covid ci ha imposto tre regole fondamentali- ricorda- al di là di ogni Dpcm: gli assembramenti sono ad altissimo rischio; ci si contagia quando non si ha la mascherina; almeno il 5% dei contagiati necessita di cure ospedaliere“. Di conseguenza, conferma l’assessore, “aprendoci finalmente alle relazioni e allentando le restrizioni, il rischio di un rimbalzo dei contagi esiste. È inutile negarlo”. Quindi da un lato “non è mai abbastanza richiamare a comportamenti responsabili”, afferma Donini, ma dall’altro lato “faremo di tutto per velocizzare le vaccinazioni“. In questo modo, sottolinea l’assessore, “può essere che a una crescita dei casi non corrisponda anche un rimbalzo di ricoveri”.


Da questo punto di vista, a Bologna la situazione continua a migliorare di giorno in giorno. “Oggi siamo sotto i 600 ricoverati– afferma il direttore generale dell’Ausl, Paolo Bordon– è una bella notizia, perché da tantissimo tempo non avevamo questi numeri. Sono comunque tanti e abbiamo circa 110 persone in area critica: lì facciamo più fatica a scendere”. Il quadro attuale, però, “ci consente di fare le riconversioni necessarie negli ospedali per occuparci anche di altre patologie- afferma Bordon- la situazione è più tranquilla sotto il profilo della pressione ospedaliera”.

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