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Musumeci a Di Maio: “Risolvere problemi col Nordafrica”. La replica: “Ok ma serve prudenza”

Il governatore siciliano: "La linea di confine in quel tratto di mare non può non essere definita con un pacifico accordo"

Pubblicato:23-04-2021 12:56
Ultimo aggiornamento:23-04-2021 14:06

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PALERMO – “Invito il ministro Di Maio a occuparsi personalmente per la definitiva risoluzione dei conflitti che i nostri pescatori sono costretti a subire con le motovedette libiche e tunisine: la linea di confine in quel tratto di mare non può non essere definita con un pacifico accordo”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, nello Musumeci, nel corso della conferenza stampa online di presentazione della terza edizione degli Stati Generali dell’Export, organizzati dal Forum Italiano dell’Export e in programma dal 24 al 26 settembre a Marsala, in provincia di Trapani. Alla conferenza stampa partecipa anche il ministro per gli Affari esteri Luigi Di Maio.

“I nostri pescherecci vanno in quel mare non da pirati ma da operatori commerciali – ha aggiunto Musumeci – per portare un pezzo di pane a casa. In questi 70 anni ci sono stati arresti, sequestri e persino due morti in questo assurdo e irragionevole conflitto con i paesi amici del Nordafrica, con i quali vogliamo continuare a mantenere rapporti di buon vicinato”.

DI MAIO: “AFFRONTEREMO IL TEMA DEL CONFINE CON LA LIBIA MA SERVE PRUDENZA

“Ora in Libia abbiamo un interlocutore unico: tante imprese potranno avvantaggiarsi di questo e si potra’ lavorare anche alla questione delle delimitazioni dei confini marittimi che riguarda decenni della nostra storia”. Lo ha detto il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, rispondendo alla sollecitazione del governatore siciliano Nello Musumeci. “Invitiamo comunque sempre alla prudenza le nostre marinerie a non entrare in acque contese”, ha aggiunto Di Maio che poi ha ricordato la vicenda dei due motopesca di Mazara del Vallo sequestrati in Libia nell’ultima parte del 2020: “Capisco benissimo le ragioni economiche ma, come abbiamo visto a fine 2020, siamo stati esposti a rischi che hanno messo in pericolo la vita dei nostri concittadini e questo non possiamo permettercelo”.


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