Genova, le ‘mamme di Teglia’: “Studiamo l’italiano per raccontarci”

Dal Marocco, Albania e Russia in Liguria per i figli

Pubblicato:23-04-2021 12:04
Ultimo aggiornamento:23-04-2021 12:05

Mamme di Teglia
Getting your Trinity Audio player ready...
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

GENOVA – Ricorrenza, secondo il vocabolario online della ‘Treccani’, è una parola che indica il fatto di ricorrere, “il ritorno periodico di un avvenimento a determinati intervalli di tempo”. Ricorrono i pensieri. Ricorrono le feste e gli anniversari con i loro riti e le rispettive tradizioni. E ricorrono le memorie. Di tutto questo – ricordi, celebrazioni, feste famigliari o di popolo e, appunto, memorie – sono composte le nostre storie individuali e le nostre identità. In altre parole: le nostre radici culturali, tanto più profonde e significative quanto più ci troviamo, per scelta nostra o imputabile ad altro, ad associarle all’esperienza della mancanza. È banale: ci manca qualcosa, la desideriamo di più, la ricordiamo con più vigore. Mancano luoghi, persone e tradizioni alle ‘Mamme di Teglia’, un affiatato gruppo di donne straniere – provenienti perlopiù da Marocco, Albania e Russia – studentesse di lingua italiana a Genova che, con la loro insegnante Paola Abbondanza, stanno partecipando al progetto ‘Storie di diritti e di doveri’ del Convitto ‘Colombo’ di Genova e dell’agenzia Dire. Un progetto che mette al centro, per l’appunto, le ricorrenze “storiche e istituzionali ma anche altre ricorrenze locali” come “occasioni di approfondimento per gli studenti e di riflessione su diritti e doveri”, spiega il dirigente scolastico del Convitto Andrea Giacobbe.

Sono felici in Italia le otto ‘mamme di Teglia’: nonostante la ferita per la separazione da casa, non si sentono più “spaccate in due” come all’inizio. Ci è voluto un po’, ammettono, ma ora sono convinte di aver trovato una seconda casa a Genova: qui seguono i corsi di lingua italiana che vengono erogati dal Cpia Centro Ponente di Genova nelle aule della scuola primaria di Teglia dove hanno iscritto i loro figli. Due mattine a settimana, piccoli o piccole e grandi alunne varcano insieme la soglia per andare ad occupare il proprio posto in aula. Per le mamme, quindi, il progetto scolastico, a cui anche la loro dirigente Elena Tramelli ha subito aderito, non è solo un’occasione in più di apprendimento della lingua italiana. È anche, e forse soprattutto, un’opportunità per conoscersi meglio tra loro e fare memoria delle loro tradizioni. Vuoi grazie all’intervista a cui si stanno dedicando, a coppie, sulla loro esperienza di vita in Italia; vuoi grazie allo stimolo della maestra Paola che le ha fatte lavorare sulle giornate dell’indipendenza nei loro paesi di nascita; vuoi grazie alla stessa dirigente Tramelli che, una mattina, le ha accompagnate a condividere riflessioni e vissuti. La memoria, il ricordo. “Memoria sono le nostre radici, senza la memoria la vita è al buio” dice Sarra che in Marocco faceva l’infermiera. “La memoria è come una valigia, ci metto dentro tutta la mia vita. I ricordi? Servono per una vita più piena, anche se sono brutti, perché con i ricordi il cuore non muore mai” interviene Anna, oboista professionista in Russia. Le danno ragione Sidorela e Marime: “Quando sono arrivata mi sentivo spaccata in due, tante difficoltà a capire e farmi capire in italiano, ma ora mi sento una”.

C’è chi tra loro conserva le memorie del lutto, che riaffiorano. Ma affiorano anche ricordi olfattivi, il profumo delle cucine per la festa di fine Ramadan o quello dell’olio di argan sulla pelle nelle giornate trascorse tra donne. “I miei figli sono felici qui e allora sono felice” dice Khadija. Annuisce Najat ma aggiunge anche: “Resterò finché lo vorranno i miei figli, nel mio cuore io desidero sempre tornare”. Così anche Sabah: “Sono felice della mia vita in Italia, qui i miei bambini studiano. Però mi mancano le feste di compleanno con la mia famiglia, mi mancano le celebrazioni per la festa di liberazione a novembre. Certo che il legame col mio paese è forte, la memoria è come un libro e la vita le sue righe.
Vivere senza memoria è vivere senza identità”.


I lavori delle ‘Mamme di Teglia’ sono pubblicati su ‘La scuola fa notizia‘, il portale di giornalismo studentesco dell’agenzia di stampa Dire.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


California Consumer Privacy Act (CCPA) Opt-Out IconLe tue preferenze relative alla privacy