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VIDEO | La psicologa: “L’arte è la via maestra per arrivare alla consapevolezza”

Dalla Sicilia lavori su tela che liberano emozioni nella galleria Ido

Pubblicato:23-04-2020 12:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:11

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ROMA –  L’Arte e’ la via maestra che permette a tutti di arrivare a una maggiore consapevolezza di se’. La pensa cosi’ il centro diurno dell’associazione l’Oasi di Torretta Onlus, che sotto l’impulso di Michele Gabriele, direttore dell’Unita’ operativa complessa di Cardiologia dell’Ospedale Ajello di Mazara del Vallo, ha dato il via al progetto ‘Arte come riabilitazione in Cardiologia’. È questa l’origine dei lavori siciliani pubblicati in ‘Prospettive d’arte’, la mostra virtuale promossa dall’Istituto di Ortofonologia (IdO) (www.ortofonologia.it/prospettive-arte/).

IL PROGETTO ‘ARTE COME RIABILITAZIONE IN CARDIOLOGIA’

“Abbiamo dato voce ai ragazzi con difficolta’ nell’area neuropsichica- spiega Vincenza Bello, psicoterapeuta della Onlus- attraverso la creativita’ hanno potuto esprimere le loro potenzialita’, diventate abilita’ sotto la guida attenta dei responsabili artistici Angela D’Aleo e Paolo Berlino“. Bello definisce questi giovani come artisti portatori di diverse sensibilita’. “Trasferire il loro vissuto sulla tela e’ stata per loro una grandissima occasione di essere autenticamente se stessi nel territorio”.


IL POTERE DELL’ARTETERAPIA

Per autenticita’ la psicoterapeuta intende “sia il loro mondo interiore, fatto di percezioni, sensorialita’, cognizione ed emozione; che la parte esteriore, caratterizzata anche da stereotipie, logorrea, sguardi sfuggenti e silenzi“. In questo senso la tela diventa “una sfida educativa e terapeutico-riabilitativa- chiosa l’esperta- perche’ siamo convinti che nella tela l’artista mette tutto se’ stesso. Esprime i suoi bisogni e i suoi pensieri. Questi ragazzi diventano attori, sceneggiatori e registi di una loro produzione. Danno vita al loro mondo, alle immagini di cio’ che accade a livello emotivo e cognitivo”. L’arteterapia, come la musicoterapia, e’ un ponte di integrazione tra il piano cognitivo e quello emotivo-affettivo. “La tela permette al ragazzo di andare oltre un certo limite, spazio e tempo. Lo aiuta ad interloquire col mondo esterno, cosi’ come da’ al terapeuta la possibilita’ di interloquire e capire il suo mondo interno. La tela rende intellegibile e libera quell’emozione che altrimenti verrebbe canalizzata in somatizzazioni e stereotipie”.

PACE: “BENE TERAPIA EVOLUTIVA, TOCCARE NUCLEO EVOLUTIVO RELAZIONALE DEL BAMBINO”

A chiarire ulteriormente l’approccio terapeutico che sta dietro questi lavori e’ Paolo Pace, responsabile dell’Unita’ operativa di Psichiatria infantile dell’Asp di Castelvetrano: “Aderiamo alla teoria evolutiva portata avanti dall’IdO da decenni- sottolinea il neuropsichiatra- perche’ non si fa terapia con le terapie costrittive, ma solo toccando il nucleo evolutivo relazionale del bambino. Il rischio, altrimenti, e’ di sovrastrutturare l’intervento”. È un concetto che Pace ribadisce spesso: “Seguiamo una terapia non sintonica, ma da software. I bambini non riconoscono l’algoritmo dei software, solo il ritmo del loro corpo e siamo noi che dobbiamo intercettarlo per sintonizzarci e infine assimilarlo, accomodarlo e valorizzarlo. L’arte valorizza il ritmo di tutti i corpi, e gli artisti sono tali perche’ riescono a intercettare i ritmi corporei. Loro fanno una vera terapia”. Alla base di tutto c’e’ la bellezza della complessita’ umana. Cosi’ Bello conclude riprendendo le parole di Jack Kornfiel, un maestro di meditazione orientale che nel suo libro ‘Qui ed Ora’ afferma: “L’essere creature umane comporta tre cose: creativita’, contraddizione e splendore. Gli artisti portatori di diverse sensibilita’ rendono perfettamente questo concetto, esprimendo sulla tela proprio l’imperfezione perfetta”. Il progetto ‘Prospettive d’arte’ dell’IdO e’ un percorso artistico strutturato con quattro gallerie differenti, realizzate grazie alla collaborazione con il laboratorio romano ‘Ultrablu”, l’associazione siciliana ‘l’Oasi di Torretta Onlus’, il ‘Centro Municipale Sao Goncalo’ e la ‘Casa das Palmeiras’, entrambe a Rio De Janeiro.

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