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ROMA – “E’ stato realizzato un qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava impensabile. Essere riusciti a dare nuovamente un’anima a questo luogo è un miracolo“. Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha definito così la mostra Lapis, il suggestivo percorso multisensoriale della Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, in via dei Tribunali, che riapre al pubblico.
Si tratta di un’installazione permanente nella cripta e nella cavità sotterranea della basilica, che ritornano ad essere fruibili per i cittadini e i visitatori grazie all’impegno dell’associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus e all’azienda Phantasya che ha curato la progettazione e la realizzazione di “Lapis, I segreti della Pietrasanta. Dalla Fabrica Ecclesiae a una grande Fabbrica della Cultura” producendo contenuti multimediali che creano un viaggio multisensoriale alla scoperta del sito e del sottosuolo di Napoli.
Si tratta di un’installazione permanente nella cripta e nella cavità sotterranea della basilica, che ritornano ad essere fruibili per i cittadini e i visitatori grazie all’impegno dell’associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus e all’azienda Phantasya che ha curato la progettazione e la realizzazione di “Lapis, I segreti della Pietrasanta. Dalla Fabrica Ecclesiae a una grande Fabbrica della Cultura” producendo contenuti multimediali che creano un viaggio multisensoriale alla scoperta del sito e del sottosuolo di Napoli.
L’apertura della mostra Lapis è il completamento di un progetto di riqualificazione del sito iniziato con la riapertura della basilica, grazie all’operato del rettore della Pietrasanta Vincenzo De Gregorio, e culminato con l’inserimento del complesso fra i siti Unesco della città di Napoli. La basilica, fondata nel VI secolo, fu gravemente danneggiata per i bombardamenti della seconda guerra mondiale e, successivamente, per il terremoto dell’Ottanta. Per decenni, è rimasta in uno stato di completo abbandono fino alla riapertura nel 2007.
“Dopo la guerra – ha spiegato monsignor Vincenzo – c’era l’idea di abbattere tutto e costruirvi un parcheggio che servisse il vicino Policlinico di Napoli. Dopo il sisma, invece, era letteralmente passata in possesso dei ragazzi del quartiere. Siamo riusciti a riaprirla e il visitatore oggi potrà venire qui anche per assistere a mostre temporanee, attività musicali, presentazioni letterarie, convegni, azioni di supporto alle università, oltre al magnifico percorso Lapis“.
Un investimento privato di circa 1,5 milioni di euro ha permesso alla Pietrasanta di riaprire le porte al pubblico, con un indotto anche in termini occupazionali. Sono i dati divulgati da Raffaele Iovine, presidente dell’associazione Pietrasanta onlus che dal 2012, grazie a un contratto di comodato d’uso stipulato con l’Arcidiocesi di Napoli, realizza interventi per garantire la fruibilità del complesso di via dei Tribunali, alle porte del Decumano maggiore.
“Questo progetto – spiega – si realizza grazie a una cultura d’impresa, con gli imprenditori che devono investire i propri capitali se credono nella loro idea. Per me è stata una scelta inevitabile riuscire a raccogliere tutte le risorse giuste perché il progetto Pietrasanta si realizzasse: ad eccezione della facciata esterna, i cui interventi sono stati finanziati dal pubblico, tutto il restauro di questa struttura è stato finanziato al 100% dai privati. E così riscopriamo un luogo fantastico, la Pietrasanta, situato in un posto nevralgico per l’interesse culturale e turistico”.
Iovine aggiunge, poi, che uno degli obiettivi dell’Associazione è quello di “creare lavoro per i nostri giovani. Già 15 oggi sono impegnati alla Pietrasanta e speriamo di dare un’occupazione ad altrettanti ragazzi”.
L’Associazione, dopo aver recuperato il fascino architettonico della basilica e degli altri spazi della Pietrasanta, si è proposta di valorizzare l’attrazione dell’intero sito, a partire dagli ampi e suggestivi sotterranei che da oggi ospitano “Lapis”, una mostra interattiva e multisensoriale realizzata dalla società Phantasya che usa le nuove tecnologie come la realtà virtuale per far scoprire ai visitatori la bellezza archeologica e storica di questo luogo.
“Quando sei mesi fa abbiamo cominciato a fare questo lavoro, venivamo da una consolidata esperienza ma che si scontrava con un assoluto scetticismo rispetto all’uso delle applicazioni tecnologiche sui beni culturali. Con questa apertura vogliamo andare in controtendenza e dimostrare che, se c’è rigore scientifico nel raccontare i luoghi d’interesse archeologico e le opere d’arte, si semplifica il processo di attrazione dei turisti e degli utilizzatori”. A spiegarlo è Gaetano Piscopo, direttore generale di Phantasya, l’azienda leader in Italia per la produzione di contenuti multimediali in grado di valorizzare i beni culturali, che ha progettato e realizzato “Lapis, I segreti della Pietrasanta”, mostra aperta da oggi nella basilica di via dei Tribunali, a Napoli.
Grazie alla realtà virtuale e a proiezioni 3D anche nei sotterranei della Pietrasanta, il visitatore di Lapis avrà accesso a un viaggio multisensoriale “attiviamo la vista, l’udito e persino l’olfatto in un percorso suggestivo nel ventre di Napoli che vogliamo continuare ad esplorare”, continua Piscopo.
Per Roberto Pantè, direttore artistico di Phantasya, si tratta di “un percorso esperienziale unico nel suo genere, non solo per Napoli ma per l’Italia intera. Abbiamo cercato di costruire con le tecnologie e con la nostra esperienza – spiega – contenuti attrattivi per un bene culturale come la Pietrasanta, riconosciuto dall’Unesco, uno dei più bei siti archeologici e storici della città di Napoli. Anche le tecnologie sono uniche: penso alle tele viventi e alla realtà virtuale nei sotterranei dove approfondiamo tutte quelle che sono le tematiche e le suggestioni misteriche di questo sito, attraverso le sacerdotesse di Diana e i Templari”.
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