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Il presidente della Croce Rossa va in Ucraina: “Al lavoro per gli sfollati, vedo ovunque grande dignità”

Intervista a Rosario Valastro, da ieri in missione nel Paese colpito da 13 mesi dal conflitto con la Russia

Pubblicato:23-03-2023 19:54
Ultimo aggiornamento:24-03-2023 12:29
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ROMA – “Ad Andrivka al dolore si è aggiunto altro dolore: persone fuggite anni fa dal disastro di Chernobyl fanno ora i conti con la guerra, che si vede nelle scuole trasformate in centri di tortura e negli edifici sventrati. Ovunque però, si vede un impegno commovente e grande forza di volontà, sia tra i volontari e i professionisti della Croce rossa ucraina, quanto fra le persone sfollate che aspettano i moduli abitativi che si stanno costruendo”. L’istantanea dall’Ucraina è del presidente della Croce rossa italiana (Cri) Rosario Valastro, che da ieri è in missione nel Paese dell’Europa orientale colpito da 13 mesi da un conflitto scoppiato nel febbraio 2022 con il lancio di un’offensiva militare da parte della Russia.

Il massimo dirigente della Cri viene raggiunto al telefono dall’agenzia Dire mentre si trova a Kiev. Ieri le visite a Zhyotmir, 135 chilometri a ovest della capitale, e appunto ad Andrivka, che da Kiev dista 320 chilometri andando verso est, e quindi verso la linea del fronte. “Nella capitale – riferisce il presidente, subentrato a Francesco Rocca lo scorso gennaio – abbiamo avuto una serie di incontri presso il quartier generale della Croce russa ucraina, anche con il presidente e il capo delle operazioni, e abbiamo fatto un punto sui progetti in essere”. Fra le iniziative più rilevanti sottolineate da Valastro, “i 16 ambulatori mobili realizzati grazie alle ambulanze donate dalla Cri“, essenziali per “poter garantire assistenza alle persone andando casa per casa ora che, a causa della guerra, il numero dei centri sanitari nel Paese è crollato del 50%”.

Con i vertici della consorella ucraina, riferisce ancora il presidente, “si è anche discusso della possibilità di avviare a breve un servizio sociale e di ascolto” e di “ampliare il partenariato con noi e con il dipartimento della protezione civile in materia di organizzazione nelle emergenze”. A Zhytomir e Andrivka invece, l’evento centrale della missione è stato il sopralluogo dei cantieri dei moduli abitativi che la Cri ha destinato alla popolazione sfollata anche grazie a donazioni. “Nella prima città saranno 40 e nella seconda 80”, spiega il dirigente. “Zhytomir- prosegue Valastro- è una centro piuttosto grande, dove già sono state sistemate le basi e gli allacci delle future casette che contiamo di consegnare entro l’inizio del prossimo inverno. Qui c’è una grande richiesta di abitazioni anche perché vi sono trasferite molte persone fuggite dal fronte, nella zona orientale del Paese”.


Andrivka, 120 chilometri a sud del confine bielorusso, presenta caratteristiche diverse. “La cittadina è situata in una zona rurale ed è stata colpita più duramente dalla guerra, i cui segni sono molto visibili”, informa il presidente. “Ci sono edifici sventrati, alcune scuole erano state trasformate in centri di tortura mentre bisogna prestare la massima attenzione e non camminare fuori dalle strade asfaltate a causa della presenza di mine e munizioni inesplose“.

A impressionare il presidente durante la visita, “è stata la dedizione commovente mostrata dai volontari e dai professionisti della nostra consorella ucraina e poi la forza delle persone, a partire da quelle in attesa di ricevere i moduli abitativi. Ovunque siamo stati accolti da gratitudine: una signora anziana che abbiamo incontrato ci ha detto che ‘siamo il suo sole’ e di episodi così ne sono avvenuti diversi”.

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