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Allerta Ue sui profughi ucraini: “C’è il rischio tratta, pronti a contrastarla”

Metà dei 3,4 milioni di rifugiati arrivati in Europa è composta da bambini. La commissaria Johansson: "Già prima del conflitto ucraini erano tra le prime cinque nazionalità vittime dei trafficanti"

Pubblicato:23-03-2022 16:40
Ultimo aggiornamento:23-03-2022 16:45

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ROMA – “Metà dei 3,4 milioni di rifugiati arrivati dall’Ucraina è composta da bambini e sappiamo che esiste l’enorme rischio che le persone vulnerabili – come minori e donne – cadano vittime dei trafficanti. Abbiamo ricevuto denunce formali e informali, per questo è stata già attivata la rete dei coordinatori nell’Unione europea, mentre l’Europol ha attivato una task force. Abbiamo inoltre elaborato delle linee guida e una campagna di sensibilizzazione per prevenire il fenomeno. Le pattuglie di polizia si sono intensificate. Già prima della guerra, gli ucraini erano tra le prime cinque nazionalità vittime dei trafficanti nell’Ue“. Lo ha detto Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari interni, intervenuta in videoconferenza al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

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Johansson ha riferito che ad oggi dall’Ucraina “3,4 milioni di persone sono fuggite, di cui il 90% sono donne e bambini“. Il flusso si starebbe riducendo: “Fino a due settimane fa si registravano 200mila rifugiati al giorno, ora sono scesi a 50mila“. Ma l’afflusso “non si arresterà e dobbiamo essere pronti”. Johansson ha ribadito che del totale dei profughi accolti, “1,4 milioni si sono fermati nei Paesi confinanti, gli altri si sono diretti verso il resto dei Paesi europei”.


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Sul tema dell’accoglienza ai profughi ucraini, la commissaria ha aggiunto: “Ovunque vedo una solidarietà straordinaria da parte dei cittadini, delle ong, dei governi e delle comunità locali: una risposta senza precedenti che mi rende orgogliosa di essere europea. Mi colpisce che siamo anche riusciti ad attivare la direttiva sulla protezione temporanea, che esiste da venti anni e non era mai stata utilizzata. A mio avviso -ha detto ancora Johansson – andava attivata nel 2015 ma non fu trovato l’accordo politico che lo consentisse. Da allora ho lavorato duramente per inserire la migrazione come un tema di politica normale da gestire insieme“.

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