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Sud, Esposito (Scuola anticorruzione): “Terra promessa sfruttata da politica”

Intervista al direttore della Scuola di perfezionamento in Anticorruzione e Appalti nella Pubblica Amministrazione

Pubblicato:23-03-2018 18:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:40

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NAPOLI – “Il Sud è la terra promessa per definizione. E la politica si è sistematicamente servita del Mezzogiorno per tenersi in vita da un punto di vista elettorale. Lo ha fatto al prezzo di perpetuare una condizione di dipendenza e di sottosviluppo, ieri, di povertà oggi”. L’analisi è di Gianluca Maria Esposito, direttore della Scuola di perfezionamento in Anticorruzione e Appalti nella PA dell’Università degli Studi di Salerno.

Il professore, in un’intervista all’agenzia Dire, ragiona sul legame tra l’esigenza di consenso politico dei partiti e quella di misure economiche straordinarie dei territori meridionali “ma mai nessun partito, fino a oggi, ha saputo dare una risposta al Sud. La mia opinione – riflette Esposito – è che da un lato la politica ha usato quest’area geografica del Paese sfruttando, in qualche misura, una condizione e una predisposizione culturale e sociale dei meridionali di preferire l’assistenza piuttosto che l’indipendenza. Questo ha fatto si che siano state investite al di fuori di una logica di programmazione o di pianificazione organica moltissime risorse, nell’ordine di migliaia di miliardi di vecchie lire, prima, e di centinaia di milioni di euro, poi”.

“Se cambierà qualcosa? Lo vedremo dai fatti – risponde -. Intanto, gli 80 euro di Renzi e del Pd di due anni fa mi sembrano riconducibili a questa stessa vecchia logica di assistenzialismo. E il reddito di cittadinanza mi sembra anche sia in qualche misura simile o comunque vicino a quel tipo di impostazione o mentalità politica. Il dato è che la cosiddetta quarta politica, quella che sta per nascere – conclude il direttore della Scuola in Anticorruzione -, ci dà un elemento economico finanziario: questo Paese non è più in grado di vivere di rendita”.


“IN ITALIA TROPPE REGOLE, PASSARE DA QUANTITA’ A QUALITA'”

“Un consiglio a Salvini e Di Maio? Direi: ricominciamo dalle regole“dice Esposito. Se restano incerti gli scenari politici ed economici futuri, visto l’esito elettorale del 4 marzo, il docente dell’Università degli Studi di Salerno non ha dubbi nell’indicare la strada da seguire, orientata alla semplificazione: “Noi abbiamo una quantità di fonti – spiega Esposito – superiore di oltre il 90% a quella di Gran Bretagna, Francia e Germania messe insieme, che contano circa 210 milioni di cittadini, 3 volte più di quelli italiani. Eppure questo non significa che l’Italia vive una condizione di maggiore ordine e legalità o che vi è tasso di corruzione o di violazione delle regole inferiore. Sono i dati a dirci che troppa regola non equivale a buona regola”.

Alla politica, il professore suggerisce “di sostituire il concetto di quantità con quello di qualità, che passa intanto per una riduzione drastica della quantità di leggi che sono tuttora in circolazione e di cui non si ha sempre piena consapevolezza o conoscenza”.

Per Esposito, il sistema normativo italiano vive di eccessi “perché il legislatore, negli ultimi decenni, è stato asservito alle lobby del momento o alla logica del più forte. Si tratta, innanzitutto, di liberare e affrancare il legislatore da questa schiavitù affinché possa guardare alla soddisfazione del bene comune, dell’interesse generale e pubblico. Se si riesce a fare questa prima grande operazione, sarà fisiologico – aggiunge – ridurre la quantità di regole e si potrà, a questo punto, anche innalzarsi la qualità delle regole”.

Anche il tema dello sviluppo al Mezzogiorno “è una conseguenza diretta – ragiona il direttore della Scuola Anticorruzione – di regole non buone, che sono troppe e che troppe volte sono violate”.

“SCUOLA IN ANTICORRUZIONE PER AGEVOLARE APPLICAZIONE CODICE APPALTI”

La Prima Scuola di Perfezionamento in Anticorruzione e Appalti nella Pubblica Amministrazione, con sede nell’Università di Salerno, “è nata nel 2016, all’indomani dell’approvazione del nuovo codice dei contratti pubblici, e va nella direzione di assistere sia il comparto pubblico che quello privato, sia funzionari e dipendenti della Pubblica Amministrazione che liberi professionisti, nella loro necessità di acquisire una conoscenza specializzata in un settore chiave: quello degli appalti e dei contratti pubblici”. A spiegarlo all’agenzia Dire è il direttore della Scuola, Gianluca Maria Esposito, professore del dipartimento di Scienze Giuridiche al Campus di Fisciano. Il settore degli appalti e dei contratti pubblici “rappresenta il 15% della spesa pubblica – ricorda il docente – che garantisce la realizzazione di opere pubbliche, l’erogazione di servizi pubblici e la crescita dell’occupazione”. Esposito spiega che le norme contenute nel nuovo codice dei contratti pubblici “sono in vigore dal 2016 ma, al contempo, non sono facilmente applicabili e hanno complicato, piuttosto che semplificato, l’affidamento dei contratti pubblici”. La Scuola di perfezionale, al suo terzo anno, “ha riscosso successo a livello nazionale, sia in termini di partecipazione che di coinvolgimento di enti importanti come l’Anas, che ha affidato al nostro ateneo la formazione dei dirigenti in materia di anticorruzione e appalti”. L’organizzazione della Scuola, divisa nelle sezioni amministrative e penalista, è sia interna che esterna all’ateneo di Salerno. Una parte dei docenti “sono espressione del dipartimento di Scienze Giuridiche – sottolinea Esposito – ma abbiamo voluto garantire una terzietà tramite un comitato scientifico indipendente”.

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