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‘Bellezza fa bene a salute’, a Roma evento fondazione Exclusiva

ROMA - Circondarsi di bellezza fa bene alla salute. Ne sono convinti gli architetti della Fondazione Exclusiva, che lunedì prossimo

Pubblicato:23-03-2018 15:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:40

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ROMA – Circondarsi di bellezza fa bene alla salute. Ne sono convinti gli architetti della Fondazione Exclusiva, che lunedì prossimo a Roma dedicheranno al tema un seminario articolato in cicli di conversazioni animate da designer, creativi, innovatori sociali, ma anche medici, psicologi, neuroscienziati e ricercatori, che sarà aperto a scuole, accademie d’arte, giornalisti e istituzioni. L’evento è l’avvio di un percorso che si concluderà nel mese di maggio con un workshop di progettazione partecipata sul design sociale: si passerà dunque dalla creatività alla concretezza, per cominciare a restituire bellezza, anche con interventi a basso costo, ad alcuni spazi dedicati alla medicina di base, come gli ambulatori medici di quartiere e le case della salute. “La bellezza è uno strumento di welfare sociale- fanno sapere dalla Fondazione, nata nel 2015 da Exclusiva Design, studio romano di architetti e designer specializzato nella progettazione architettonica e d’interni- e va intesa anche come risorsa per la cura e la salute della comunità e dei territori”. D’altronde viviamo in un’epoca in cui lo spazio urbano è sempre meno favorevole alle relazioni, difficile da penetrare e comprendere, caratterizzato da contesti in cui le diversità culturali, il disagio sociale, l’invecchiamento, l’emergere di nuovi malesseri e malattie pongono nuove sfide e nuove domande di benessere, che stentano ad essere soddisfatte con approcci settoriali di tipo tradizionale. “L’approccio che pone la bellezza, l’arte e la cultura come ‘agenti’ del benessere è uno strumento alternativo praticabile ed efficace anche per la sostenibilità e la prevenzione dei costi sociali- prosegue la Fondazione- In Europa, soprattutto nei Paesi anglosassoni e scandinavi, si sono moltiplicate le esperienze di welfare culturale: progetti articolati ma dall’esito semplice, caratterizzati da competenze trasversali e interdisciplinari, hanno dato origine a pratiche che, attivando partecipazione e consenso sociale, hanno saputo trasformarsi in politiche per i territori”. (DIRE) Roma, 23 mar. – Per saperne di più, l’agenzia Dire ha intervistato Fabio Mazzeo e Giorgia Turchetto, rispettivamente presidente e segretario generale della Fondazione Exclusiva. – Come è nata l’idea di questa giornata di studi dedicata alla bellezza? Turchetto: “È nata perché la nostra Fondazione si occupa di bellezza e siamo convinti che la creatività sia uno strumento per poterla generare. Il concetto di bellezza coincide con quello del ‘far bene per star bene’ e va intesa anche come cura delle persone, delle relazioni, dei luoghi e della comunità. Ci sono ormai più di dieci anni di bibliografia in merito, ma come al solito purtroppo l’Italia anche in questo è un po’ il fanalino di coda. Molti Paesi europei, al contrario, da tempo hanno capito che investire nella bellezza a vari livelli comporta persino un risparmio economico: da alcuni studi, addirittura, è emerso che in Svezia si ha avuto una riduzione dei costi sanitari del 5%, che è tantissimo”. – Si potrebbe seguire lo stesso esempio anche nel nostro Paese? Turchetto: “L’Italia è un Paese complesso, ma siamo sicuramente convinti che portare la bellezza nei luoghi di cura faccia bene nel complesso, non solo a chi è malato ma a tutti: alle famiglie dei pazienti, alle strutture ospedaliere e al personale sanitario. Ospedali e ambulatori sono fondamentalmente ‘non luoghi’, quindi riuscire a restituirgli un’identità, attraverso strumenti di partecipazione ed esperti come il designer sociale, per noi è importante. La cultura non è qualcosa che vive a sé stante, ma deve entrare nel sociale, perché solo allora si può parlare veramente di ‘welfare culturale'”. – Il vostro intento è quello di applicare la bellezza nei luoghi di cura, come le case della salute. Avete già preso contatti con le istituzioni? Turchetto: “Sì, abbiamo preso contatti con la Regione Lazio, che già da qualche anno ha istituito sul territorio gli ambulatori di quartiere. Ci piacerebbe se il presidente Zingaretti ci mettesse a disposizione uno di questi spazi per provare a fare un’operazione di design sociale. Il dialogo con le istituzioni, però, spesso è complicato e a volte implica il ripiegare in progetti che guardano altrove. Sull’innovazione sociale bisognerebbe senz’altro fare un grande lavoro di costruzione del consenso, sia dal basso sia dall’alto”. (DIRE) Roma, 23 mar. – E ancora: – Tornando al concetto di bellezza, una domanda provocatoria: questo tipo di approccio non rischia di sembrare una questione solo per ricchi? La bellezza, in fin dei conti, costa… Mazzeo: “Il concetto di bellezza come appannaggio solo di chi se la può permettere ormai è decadente, oltre che concettualmente sbagliato. La bellezza nasce da dentro e la creatività non è soltanto mettere insieme le cose, ma soprattutto creare le giuste relazioni tra le cose, creando armonia. Certamente la bellezza è da sempre considerata un concetto alto, obiettivo di poeti e artisti. Ma noi italiani abbiamo il privilegio di esserci nati in mezzo a questa bellezza e i contesti in cui viviamo non sono altro che l’espressione di una nostra interiorità. Quello che dobbiamo fare, allora, è prenderci cura di quello che abbiamo dentro perché la bellezza è esito di un’espressività”. – Ma si possono formare le persone alla bellezza? Mazzeo: “Assolutamente sì. E fino a qualche decennio fa in Italia su questo c’era una certa attenzione. Ora per fortuna si è tornato a parlare di bellezza e la parola è tornata d’attualità, perché se ne sente la mancanza dopo anni di latitanza. Ma non siamo tanto noi italiani a volerla promuovere, è più il mondo intero che ce lo chiede”. – La Fondazione Exclusiva, intanto, si occupa di promuovere la creatività dell’eccellenza italiana attraverso tre pilastri: formazione, ricerca e innovazione sociale… Mazzeo: “È così. Con la formazione, in particolare, intendiamo dei percorsi di masterclass ‘ultimo miglio’ che hanno l’obiettivo di facilitare l’incontro tra il mondo dei giovani creativi e quello delle imprese. Attraverso delle call to action selezioniamo quindi architetti, designer, artisti e musicisti, anche grazie all’aiuto di imprese nostre partner, perché crediamo che l’esito della creatività funzioni meglio quando è frutto di un genio collettivo, piuttosto che di un singolo”. – La vostra sede, che occupa una superficie di 600mq, è all’interno di una ex fonderia che si trova tra tre quartieri romani in grande fermento culturale: Trastevere, Testaccio e Ostiense. Quali progetti avete realizzato finora e quali sono quelli in cantiere? Mazzeo: “Stiamo investendo molto nelle nuove generazioni e lo spazio della Fondazione è utilizzato anche come sede di laboratori. Collaboriamo con gli istituti scolastici, soprattutto con gli studenti delle scuole medie, perché crediamo che proprio lì ci sia il gap, una sorta di corto circuito, per cui da ragazzini fantasiosi si possa passare a diventare giovani creativi. Animiamo poi lo spazio con tantissime iniziative, talk, convegni e conferenze, perché ci piacerebbe che creatività e cultura non fossero viste come una quarta dimensione, ma diventassero veramente strumenti sociali di partecipazione e crescita”.

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