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Crisi, Bce: “Ripresa economica eurozona tende a consolidarsi”

ROMA - “L’espansione economica in atto continuerà a consolidarsi e ad ampliarsi”. Cresce la fiducia della Banca Centrale

Pubblicato:23-03-2017 13:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:02

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ROMA – “L’espansione economica in atto continuerà a consolidarsi e ad ampliarsi”. Cresce la fiducia della Banca Centrale Europea sulla ripresa dell’eurozona. Nel suo nuovo bollettino, infatti, l’istituto di Francoforte guidato da Mario Draghi nota come “el quarto trimestre del 2016 il PIL in termini reali dell’area è salito dello 0,4 per cento sul periodo precedente, seguendo un ritmo analogo a quello del terzo trimestre”.

Le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate a marzo dagli esperti della Bce indicano un incremento annuo del PIL in termini reali dell’1,8 per cento nel 2017, dell’1,7 per cento nel 2018 e dell’1,6 per cento nel 2019. Le prospettive per l’espansione del Pil per il 2017 e il 2018 sono quindi state viste leggermente al rialzo dagli esperti dell’Eurotower. I rischi per le prospettive di crescita dell’area sarebbero infatti diventati meno pronunciati, ma restano orientati verso il basso e sono connessi principalmente a fattori globali.

Sul fronte delle politiche di bilancio arrivano invece segnali non ottimistici. L’orientamento delle politiche di bilancio nell’area, moderatamente espansivo nel 2016, dovrebbe divenire sostanzialmente neutro nel periodo 2017-2019. Tuttavia, il seguito dato dai paesi dell’area dell’euro alla valutazione della Commissione europea dei progetti di documenti programmatici di bilancio per il 2017 è stato insoddisfacente, poiché nessuno degli Stati considerati a rischio di non conformità con il Patto di stabilità e crescita ha attuato misure significative.


PER ITALIA 4^ ANNO CONSECUTIVO ‘SQUILIBRI ECCESSIVI’, RIFORME LENTE

Nella sua valutazione, la Commissione europea ha riscontrato squilibri eccessivi per sei paesi: Bulgaria, Francia, Croazia, Italia, Cipro e Portogallo. Nel bollettino economico la Bce spiega che “i programmi di aggiustamento hanno contribuito a ridurre gli squilibri, ma nell’insieme le vulnerabilità in tali paesi sono ancora elevate e rimane quindi essenziale un monitoraggio attento“.

Per la Bce “le riforme continuano a progredire con lentezza nonostante le sfide cui sono posti di fronte questi paesi. Solo Spagna e Slovenia sono riuscite a uscire dalla categoria degli ‘squilibri eccessivi’, mentre l’Italia vi è inclusa per il quarto anno consecutivo”.

A FEBBRAIO INFLAZIONE EUROZONA AL 2%, STIMA 2017 A 1,7%

Secondo la stima preliminare dell’Eurostat, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC è aumentata ancora a febbraio, raggiungendo il 2,0 per cento dall’1,8 per cento di gennaio e dall’1,1 per cento di dicembre 2016.

Questa evoluzione riflette soprattutto il forte incremento sui dodici mesi delle componenti relative all’energia e ai beni alimentari non trasformati, mentre non vi sono ancora segnali convincenti di una tendenza al rialzo dell’inflazione di fondo. In prospettiva, è probabile che l’inflazione complessiva si mantenga su livelli prossimi al 2 per cento nei prossimi mesi, riflettendo in gran parte movimenti del tasso di variazione sui dodici mesi dei prezzi dell’energia.

Le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro elaborate a marzo dagli esperti della Bce prevedono un tasso annuo di inflazione misurato sullo IAPC dell’1,7 per cento nel 2017, dell’1,6 per cento nel 2018 e dell’1,7 per cento nel 2019. Rispetto all’esercizio condotto a dicembre dagli esperti dell’Eurosistema, le prospettive per l’inflazione complessiva misurata sullo IAPC sono state riviste al rialzo in misura significativa per il 2017 e leggermente per il 2018, mentre restano invariate per il 2019.

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